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libreria di zurau

mercoledì 11 novembre 2015

Cristiani&Cristiani




Modena 2 novembre 2015




Casualmente ho assistito a una Messa di rito ortodosso.

Percorrendo via dei Servi mi sono trovato davanti alla chiesa di S.Bartolomeo da cui proveniva una bellissima musica corale, sono entrato e ho subito capito di essere nel mezzo della messa ortodossa.
Ho fatto un tuffo nel passato: non solo alla solennità dei riti cattolici preconciliari scomparsi, ma forse un ritorno alla chiesa dei primi secoli d.c.
Evidentemente l'Ortodossia orientale ha conservato una memoria storica delle
sue origini più ricca del rito cattolico latino.
D'altra parte le stesse chiese cattoliche, con i loro riti "ridotti all'osso" possono
essere assimilate ormai a quelle protestanti, ma non ne possiedono il rigore e la partecipazione convinta dei fedeli.
Pertanto in questa cerimonia Ortodossa in San Bartolomeo si assiste a una
manifestazione di vera pietà popolare, nella quale i canti corali, la solennità
della coreografia, i paramenti del prete, e il suo incedere in tutta la navata
facendo roteare il turibolo per incensare i fedeli che a loro volta si inchinano
e si prostrano sul pavimento, il tutto fra le volute di incenso che inondano
la chiesa.
Infine un'amica Romena mi comunica che il celebrante è un religioso rumeno
immigrato in Italia, sposato e che lavora (fa il muratore), e al cui sostentamento il suo governo contribuisce con 250 E. al mese!

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A. Ferrin

mercoledì 24 giugno 2015

CHIESA E MARKETING

 
 
 
 

Chiesa e Marketing
Anche la Chiesa recepisce, o deve adeguarsi, alla filosofia di Marketing cui si ispira la Società della produzione e dei consumi, e pertanto deve ascoltare e seguire le indicazioni e i bisogni del gregge.
Ecco allora l'"attenzione della Chiesa" ai lamenti che salgono da divorziati, gay, irregolari e alfieri del
relativismo etico.
D'altra parte non vi è alternativa in una chiesa sempre meno fedele a se stessa e pertanto costretta a
compromessi e "leggerezze" varie per tenere unito, e magari infoltire, il popolo che fugge.
 
Antonio Ferrin
 
Modena, 24 giugno 2015
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL VECCHIO E IL NUOVO




               Il Vecchio va e il Nuovo
               piange che non vuol venire
               ignaro d'aurora e immenso cielo
               s'attarda al tepore del nido

               Vieni infine vieni tra noi
               a dividere pane e dolore
               a sognare giochi felici
               di fanciulli ignari

               Poiché la vita è lungo verno
               che attende un sole benigno
               essere giocosi e lieti e amare
               altro non possiamo


              antonio Ferrin
              Modena, 31-12-2013

mercoledì 10 giugno 2015

IMMIGRATI E OSPITALITA: SIAMO VINCOLI O SPARPAGLIATI?






                                        

                                                        Vincoli o Sparpagliati?

E' la famosa domanda che il grande Totò poneva a tutti nelle sue famose "comiche", e che qui io ripropongo nell'accezione più seria e inquietante rivolgendola agli Italiani.
Non si tratta di una domanda retorica poiché mostriamo sempre più al mondo, platealmente e plasticamente, le nostre lacerazioni intestine e l'impudica esplosione degli egoismi più famelici.
Dimostriamo inoltre lo sfilacciamento del tessuto connettivo che tiene unito un Paese, un Paese in cui libertà, tolleranza e democrazia in overdose, conducono al degrado delle virtù vivili e del senso di
appartenenza.
Infatti in quale altro Paese europeo è consentito il ribellismo e l'anarchia di Sindaci e Presidenti
di Regione che si oppongono al Governo centrale, e che pretendono di chiudersi nelle loro "isole felici"( vedi Lombardia, Veneto, Liguria)?
Un filosofo dell'antica grecia o dell'antica Roma, non ricordo bene, ammoniva che i pericoli di cui
sopra sono terreno fertile per la nascita di una dittatura.

A.Ferrin

Modena, 09-giugno-2015



 



martedì 9 giugno 2015

Senza meta ma determinato

Mi reco al Palazzo dei Musei per rivedere la Galleria Estense riaperta dopo riparazione e restauro dei danni causati dal terremoto di 3 anni orsono.
Prima di percorrere via Vittorio Veneto dove è la Galleria, ho sostato da Tamara in via Albinelli per fare colazione e dare un'occhiata al giornale, quindi ho raggiunto l'ingresso  della Galleria: c'è una buona affluenza di pubblico.
L'ascesa agli ambienti sontuosi del quarto piano è alquanto impegnativa per chi, come me, è reduce
da un recente ricovero in ospedale.
La scalinata monumentale di Marmo parte dal piano terra al livello del Lapidario, notevole raccolta di
resti lapidei e monumenti funerari della Modena (Mutina) romana, e già questa merita una visita attenta; pannelli descrivono caratteristiche e contenuti della Galleria Estense, senza però precisare che
la più parte delle opere esposte provengono da Ferrara, perché seguirono le vicende degli Estensi (ramo cadetto) che erano stati costretti a trasferire la capitale del Ducato a Modena nel 1590, e come era in uso negli anni in cui i Principi erano padroni di uomini e cose, avevano "traslocato" con tutto
il loro tesoro.
Fortunatamente Ferrara non fu spogliata del tutto: la Ferrara monumentale, grazie al governo della Chiesa subentrato, restò bellissima e impareggiabile.

Modena maggio 2015

lunedì 4 maggio 2015

Surrenectomia robotica


Dopo quattro giorni di degenza, sono uscito dal Sant'Agostino; sono quasi un frequentatore abituale
delle Sale Operatorie: lo spazio è illuminato di una luce bianca e fredda proveniente da una potente lampada scialitica , e disseminato di carrelli in acciaio di ogni misura che contengono strumentazione e apparecchiature elettroniche.
La Sala è già affollata da una decina almeno di infermiere, di aiuto, di assistenti e tecnici addetti alle
macchine e alla "preparazione" del paziente su cui operare: intervengono a ondate su dettagli logistici
e via via nel controllo e predisposizione di quanto è necessario nelle varie fasi dell'intervento, come gli apparati utili nella terapia intensiva per la gestione delle funzioni vitali.
Osservo con molta curiosità quello che accade intorno a me, pongo domande tecniche, e mi indicano
infine il Robot le cui appendici telescopiche sono protese in avanti, e che la dott.ssa Piccoli, seduta alla consolle di comando e coadiuvata dai suoi assistenti,  manovrerà con precisione (spero) nel mio corpo  .
Sono quasi tutte donne e, chissà perché, trasmettono serenità e sicurezza; è molto presto e io sono il
primo operando della mattinata, le ragazze sono infagottate per ripararsi dal freddo che riduce la Sala in cella frigorifera, e poiché anche io ho freddo, inseriscono sotto il telo che mi copre, un tubo che
soffia aria calda.
I preparativi sono sempre più stringenti, avverto che si avvicina il momento in cui il narcotico farà
effetto e allora piomberò nel sonno.
Parlo di musica con un'assistente dell'anestesista che, benché molto giovane, ama la musica classica,
e ne sono felice, quindi si avvicina una signora che intuisco sia la responsabile anestesista, leggo il suo nome, Centonze, sul cartellino fissato al camice verde, e ne chiedo la provenienza: per un attimo è sorpresa e sorride, ma risponde che è Leccese.                                                                                  All'avambraccio sinistro hanno inserito una cannula in cui già scorre una parte di anestetico; l'ultimo mio ricordo prima del sonno è quello dell'assistente che avvicina una sorta di mascherina alla mia bocca, ma non ricordo l'operazione dell'intubazione. Non ho notato la Piccoli che, evidentemente, farà la sua apparizione nel campo operatorio quando tutto sarà pronto e i componenti la squadra al completo saranno al loro posto, attenti a eseguire il proprio compito con movimenti coordinati e precisi.
A un tratto recupero i primi barlumi di coscienza, realizzo che due o tre persone mi chiamano ripetutamente; io respiro con difficoltà, e poiché fatico a respirare autonomamente, mi incoraggiano quasi fossi un bambino, aiutandomi anche con la respirazione assistita.
Infine mi acceca ancora la luce bianca e intravedo i volti dei medici e delle infermiere.
Non sono ancora del tutto lucido, ma sono felice di essere in piena luce e riudire le voci concitate ma
sicure di quanti mi attorniano.
Sono consapevole che questi professionisti eseguono numerosissimi interventi che spesso diventano
abituali e ripetitivi, e tuttavia, per il semplice paziente profano, il tutto ha del miracoloso senza esserlo perché il tutto è dovuto a professionalità ricche e preziose unite a tecnologie sofisticate, e
l'insieme di queste componenti fanno l'eccellenza della struttura in cui sono.
Ora, a mente serena, penso ai precedenti grossi interventi chirurgici cui sono stato sottoposto nel corso della mia vita; la ricucitura del tendine di Achille nel 1997 a opera del Prof. Monteleone: nell'occasione una grande leggerezza dell'anestesista( la mancata visita preanestesia) espose la mia vita a un reale, fatale rischio.
Intervento al Giunto pielo-uretrale nel 2000 a opera del Prof. Artibani, preceduto invece da una visita di preanestesia completa e soddisfacente eseguita dalla stessa anestesista incaricata, una bionda avvenente della quale non ricordo il nome

Antonio Ferrin

05-05-2015



Sette brevi lezioni di fisica

Sette brevi lezioni di fisica  ( di Carlo Rovelli)


Ho finito di leggere il libro di Rovelli, un libro denso e chiaro in cui l'autore mostra una grande
capacità di sintesi nella materia, di per se vastissima e complessa, che è la fisica.
Vi affronta i temi che affascinano da sempre l'umanità nella sua ricerca sui fenomeni fisici che
possano spiegare l'Universo, la Terra, e la presenza dell'uomo sulla terra.
Ciò che ricavo dalle argomentazioni del Fisico, è la persistenza di un mistero incommensurabile
del quale siamo tutti parte; in altri termini, con tutta la speculazione scientifica e filosofica più rigorosa, nonostante gli indubbi successi della ricerca, ci ritroviamo ancora lontani e ai margini
del nucleo che può contenere la verità cui tanto aspiriamo.
Possiamo solamente lavorare come piccole formiche, lavorare con umiltà, consapevoli che la verità non è disponibile, e che pertanto sono velleitari ogni trionfalismo e dogmatismo.

Antonio Ferrin

Maggio 2015

martedì 28 aprile 2015

BANALITA' DEL MALE

05-febbraio 2015



Banalità del Male



Siamo a cavallo del "Giorno della Memoria", in giorni disseminati di documenti, dibattiti, films e
dichiarazioni che grondano retorica, troppa retorica, e per quanto si dica che questa commemorazione
riguarda non solo le vittime ebree, ma anche zingari, omosessuali, minorati nel fisico e nella mente,
nonché gli oppositori politici, è evidente che il 95% della comunicazione è occupata da quella che si
occupa degli Ebrei.
Ma ciò non mi sorprende: gli Ebrei della diaspora , Stato di Israele e Sionismo dispongono di un grande potere economico e mediatico a livello mondiale, con cui condizionano la politica di molti
Stati a tutti i livelli, e perciò capaci di determinare decisioni a loro favorevoli.
Non si spiega altrimenti il fatto che Israele, vinta la guerra dei sei giorni(1967), abbia perseguito da allora una politica di occupazione spietata delle terre arabe, precludendo la creazione di uno Stato Palestinese indipendente, politica che configura il malcelato disegno di un Grande Israele, Paese in
cui la componente araba avrebbe una posizione subalterna. E' la politica del "fatto compiuto" basata
sulla forza e il sostegno appunto degli interessi globali di USA e del Potere economico dei grandi
potentati.
Israele giustifica la sua politica in Palestina considerando la sua stessa esistenza di Stato Ebreo come
risarcimento per le persecuzioni subite, e qui non si può non fare notare che il prezzo e peso di questo
risarcimento viene imposto ai Palestinesi che sono incolpevoli.
Dunque in questi giorni ho rivisto film e documentari importanti che hanno appunto come filo
conduttore la persecuzione e lo sterminio degli Ebrei, e quei fatti sono abitualmente identificati come
il "Male Assoluto" perpetrato dal popolo tedesco ai danni del popolo ebraico.
Ma Hanna Harendt, ebrea e tedesca, contesta questa teoria perché il "male assoluto" implica una
vittima sola, unica, innocente, ma dove è il colpevole? E l'innocente? Ci si addentra in un terreno
minato disseminato di ipocrisia, falsità, manicheismo e dogmatismo, fonti di nuovi "mali assoluti".
La verità è che sul banco degli accusati può e deve esserci l'Umanità, la nostra umanità, noi tutti, poiché tutto il male è prodotto dagli uomini, solidalmente.
Pertanto la Harendt ritiene che la Shoah sia "Male Assoluto" nella stessa misura in cui tutto il
male prodotto dagli uomini ai danni di altri uomini venga definito "Male assoluto".
In difetto di ciò solo l'ipocrisia è "Assoluta"

Antonio Ferrin