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libreria di zurau

giovedì 18 marzo 2021

LOTTA CONTINUA

 Sono stato dimesso dall'Ospedale: i ricoveri precedenti sono lontani ricordi non paragonabili a quest'ultimo in cui ho rischiato la vita; sono così entrato nel novero di quanti devono convivere con le bizze del proprio apparato cardio circolatorio. Nonostante la tempestività e l'eccellenza dei Sanitari che sono intervenuti, ricordo confusamente di essermi inoltrato nella "terra di nessuno", abitata da paure e da desiderio di quiete. Non ho raggiunto la quiete, ma piuttosto nuove sofferenze nell'interminabile conflitto che la vita ingaggia con la morte. Pertanto, anche se debilitato nel fisico, devo vivere perché la natura così vuole: non siamo padroni in casa nostra! Sono grato al personale OSS e alle Infermiere che insieme sono la struttura portante della Sanità italiana, ma sospetto che la loro opera non sia adeguatamente valutata e riconosciuta. La relativa lunga degenza mi induce a  considerazioni, o domande retoriche cui accenno brevemente; i "Protocolli", cartine di tornasole e punti di riferimento dei Sanitari, possono costituire limiti oggettivi alla ricerca e alla creatività, e nello stesso tempo pregiudicare il dialogo fra medico e paziente, condizione integrante della stessa terapia?

A.Ferrin,                                                                                                                                                        modena 19/3/2021