FABO e i compagni della "BUONA MORTE"
Fabo è riuscito a morire, come ha ripetutamente dichiarato di volere, grazie all'aiuto di parenti e amici ideologicamente solidali e consenzienti, nonché ai 10/15 mila Eu, necessari per porre in essere il macabro rito.
Lo scandalo non è nel fatto che una persona voglia porre fine alla propria vita, ammesso che la scelta
sia nella sua disponibilità: non lo è, ma c'è la fragilità umana che chiede compassione e pietà. In ogni caso non è accettabile che altri diano la morte, anche nelle forme più larvate assimilabili all'eutanasia, praticate in strutture pubbliche o private.
In questa vicenda, come in altre simili, quali la scelta di unioni diverse da quelle etero con il desiderio di maternità e paternità surrogata, e le varie forme di fecondazione assistita o eterologa, ci si appella al diritto dell'individuo di potere scegliere liberamente nelle materie che attengono alla sfera sessuale e di vita.
In linea di principio questi diritti sono difficilmente contestabili, purché abbiamo presenti anche altri aspetti altrettanto incontestabili, quali il richiamo esclusivo ai "propri diritti", mentre non si parla più di "doveri".
L'uomo e la donna non sono soli sulla terra ( e forse nell'universo): superiamo ormai i 7 miliardi; è possibile vivere e avere un futuro se privi di un ordine etico-morale o semplicemente umano che ci consentano una convivenza sostenibile? Altro che relativismo etico!
In presenza di sottosviluppo, fame e povertà endemiche di oltre 4 miliardi di persone, vi sono le minoranze che dispongono del potere economico per godere del superfluo, e perciò soddisfare bisogni voluttuari, più frutto del capriccio edonistico e falsamente progressista che di autentiche necessità: fra queste si possono citare aborto, rapporti LGBT, concepimento, unioni di ogni genere
E'consumismo da bisogni indotti, di malinteso senso di libertà, di libertà senza giustizia, giustizia peraltro negata ai più deboli, un'esplosione dei diritti rivendicati ma fruibili in massima parte da chi ha più potere contrattuale, ennesima distorsione della società di mercato in cui viviamo.
A mio parere stiamo pagando, e pagheremo sempre di più, lo sfaldamento del tessuto connettivo della società che, in passato, religioni e ideologie hanno contribuito a edificare, fornendo così punti di riferimento e ancoraggi all'uomo irrazionale e disorientato: siamo ormai preda di un delirio libertario a tal punto che possiamo precipitare, inconsapevoli, anche verso l'autoannientamento.
Le ideologie e i grandi ideali hanno fallito, l'illusione del progresso senza fine mostra la corda, la
"morte di Dio" è annunciata da molto tempo, e del pensiero umano sopravvive solamente quello
prodotto dalla filosofia orientale ed occidentale vecchie di alcuni millenni: lo stesso pensiero che da
allora è saccheggiato dai pensatori moderni che lo spacciano per nuovo. In realtà l'uomo percepisce la fragilità e precarietà della sua esistenza, ma l'orgoglio e l'arroganza
ne inibiscono e vanificano l'azione, anche a dispetto delle sue migliori intenzioni.
02/03/2017
Antonio Ferrin
Modena
SCRIBERE

libreria di zurau
martedì 28 febbraio 2017
lunedì 20 febbraio 2017
MARGHERITA
MARGHERITA
Tra sassi
Erbe fresche
Margherita
Bianca gialla
Piccola
Tremola
Presagio
Di primavera
Ama non ama
Gioco futile
Non cogliere
Petali
Riposa
Al sussurro
Del salice
Che geme
Antonio Ferrin
Modena, 19/2/2017
giovedì 16 febbraio 2017
ETTY HILLESUM
ETTY
HILLESUM
Rileggo il Diario di Etty Hillesum, l'ebrea di Amsterdam
morta ad Auschwitz in un campo di sterminio nazista: aveva 29 anni.
La sua storia è coeva di quella
di Anna Frank, ma le due non si conoscevano, pur abitando nella stessa città e facevano parte della borghesia colta e abbiente della Comunità ebraica; Anna era la ragazzina di 13 anni che per
circa tre anni aveva vissuto nel famoso “alloggio segreto” in
Prinsengracht, nei locali ricavati dal padre dietro e sopra quelli della sua ditta, e il cui accesso era nascosto da una piccola libreria girevole che immetteva a una stretta e ripida scala di legno che portava ai sottotetti. Era con la sua famiglia, la famiglia Van Daan e il dentista Dussel quando, per una delazione,
furono arrestati tutti e condotti nel Campo di Bergen Belsen; Anna morì di
stenti nel marzo '45, due mesi prima della capitolazione tedesca, e
si salvò solo il padre Otto.
Avevo visitato il
suo rifugio nel 1967 grazie alla mia amica Selma, anche lei ebrea,
che mi aveva guidato nella visita in Olanda: mi impressionò molto
aggirarmi nei locali angusti in cui Anna aveva vissuto quasi in
promiscuità con altre otto persone, e rammentai le pagine del Diario
in cui annota minuziosamente le lunghe giornate trascorse in
isolamento dal mondo esterno.
La
vicenda di Etty è diversa; perseverò fino al giorno della
deportazione nei suoi studi e nel lavoro alle dipendenze del Consiglio Ebraico: questa era una istituzione creata dai tedeschi e gestita dagli Ebrei più influenti della città, con ciò i tedeschi delegavano gli stessi Ebrei a occuparsi dei problemi della loro comunità con il preciso scopo di fare rispettare le disposizioni (anche le più vessatorie) degli occupanti.
Tra l'altro organizzavano i convogli di prigionieri verso la Germania e la Polonia dove, dicevano, sarebbero stati impiegati in lavori utili al Reich, molti ebrei credettero fino alla fine anche se notizie meno rassicuranti giungevano da diverse fonti e da Radio Londra, e tuttavia Etty continuò nel suo lavoro tra i
suoi correligionari anche a Westerbork, Campo di internamento e smistamento, in attesa di essere trasferiti in Polonia.
Infine anche per lei fu disposta la partenza per la Polonia: dal treno che la portava alla morte lasciò cadere una cartolina indirizzata agli amici e recuperata dai contadini in cui era scritto: <abbiamo lasciato
il campo cantando>
Tra l'altro organizzavano i convogli di prigionieri verso la Germania e la Polonia dove, dicevano, sarebbero stati impiegati in lavori utili al Reich, molti ebrei credettero fino alla fine anche se notizie meno rassicuranti giungevano da diverse fonti e da Radio Londra, e tuttavia Etty continuò nel suo lavoro tra i
suoi correligionari anche a Westerbork, Campo di internamento e smistamento, in attesa di essere trasferiti in Polonia.
Infine anche per lei fu disposta la partenza per la Polonia: dal treno che la portava alla morte lasciò cadere una cartolina indirizzata agli amici e recuperata dai contadini in cui era scritto: <abbiamo lasciato
il campo cantando>
Anna era bambina quando si trincerò “nell'alloggio
segreto “; nel Diario scrisse dunque pensieri ingenui,
ma anche pensieri profondi e molto maturi per la sua età, diventò donna e scoprì il sentimento amoroso per Peter, compagno di avventura e sventura. Era idealista e religiosa.
ma anche pensieri profondi e molto maturi per la sua età, diventò donna e scoprì il sentimento amoroso per Peter, compagno di avventura e sventura. Era idealista e religiosa.
Etty
invece era già donna fatta, ebrea ma non praticante, una donna
libera e moderna per i tempi; aveva assorbito la Bibbia, ma anche il
Nuovo Testamento cristiano, e infatti cita spesso i Vangeli e S.
Agostino,
ha familiarità con filosofia e poesia (Kierkegard, Rilke) Aveva conseguito due lauree in scienze umane, e non smise di studiare e approfondire anche nel campo di smistamento prima della deportazione verso Auschwitz.
ha familiarità con filosofia e poesia (Kierkegard, Rilke) Aveva conseguito due lauree in scienze umane, e non smise di studiare e approfondire anche nel campo di smistamento prima della deportazione verso Auschwitz.
Esprimeva una profonda spiritualità che sconfinava
nell'ascetismo, aveva conosciuto l'amore fisico per l'uomo e quello
incondizionato per il suo prossimo; avrebbe potuto salvarsi dallo
sterminio, ma scelse di restare vicina agli ebrei già in procinto di
essere avviati ai campi di sterminio.
Ancora oggi in Olanda,
Cristiani ed Ebrei guardano a Etty Hillesum come esempio di grande
spiritualità.:
per i cristiani la quintessenza del cristianesimo, per gli ebrei la quintessenza dell'ebraismo Gli Ebrei sapevano già tutto dei campi, delle camere a gas, dei crematori, ma la massa non volle credere fino all'ultimo, perché le notizie erano confuse, e quasi inverosimile l'inferno che li attendeva, e la stessa classe borghese e gli intellettuali ebrei furono complici involontari del disegno nazista, per propria ingenuità, o per il calcolo, umanamente comprensibile, che contemplava la salvezza personale. Non ultima causa della loro passività fu la loro speranza, che gli Alleati vittoriosi sarebbero arrivati presto a liberarli.
per i cristiani la quintessenza del cristianesimo, per gli ebrei la quintessenza dell'ebraismo Gli Ebrei sapevano già tutto dei campi, delle camere a gas, dei crematori, ma la massa non volle credere fino all'ultimo, perché le notizie erano confuse, e quasi inverosimile l'inferno che li attendeva, e la stessa classe borghese e gli intellettuali ebrei furono complici involontari del disegno nazista, per propria ingenuità, o per il calcolo, umanamente comprensibile, che contemplava la salvezza personale. Non ultima causa della loro passività fu la loro speranza, che gli Alleati vittoriosi sarebbero arrivati presto a liberarli.
Tutto questo
accadde in tutte le comunità ebraiche dell'Europa occupata, e ciò spiega perché gli Ebrei hanno sempre vissuto con senso di colpa il fatto di non essersi ribellati, di
non avere imbracciato le armi contro l'oppressore, e da questi
precedenti storici deriva anche la determinazione di Israele nel
secondo dopoguerra a usare la violenza contro i vicini e i più
deboli come i palestinesi, con il rischio di reiterare comportamenti
e ideologie già propri del regime nazista.
Antonio
Ferrin
domenica 12 febbraio 2017
CALIGINE
CALIGINE
Tempo finito
caligine
densa
dilaga
come mare
Nel nulla
barlumi
di memoria
sorriso grazia
non placano
Amore precario
non è per
uomo assetato
che fruga la terra
come
rabdomante.
Antonio Ferrin
Modena, 09/02/2017
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