IL FURTO DELLE PERE
Dopo moltissimi anni ho riaperto l'opera di S.Agostino "Le Confessioni", il lungo dialogo e
confessione che Agostino, prima pagano convertitosi al cristianesimo, quindi Vescovo di Ippona, intrattiene con il Dio dei cristiani.
Agostino si rivolge a Dio senza intermediari, racconta la sua vita dall'infanzia alla maturità e mette
a nudo la vita di giovane scapestrato, la sua condotta dissoluta immersa nell'errore e infine a 33 anni
è battezzato da S.Ambrogio.
Nelle Confessioni racconta, piangendo, del furto di pere messo in atto con i suoi compagni coetanei
adolescenti, e penso alle mie scorribande giocose della prima giovinezza quando, con i mie compagni
di gioco, correvamo nei frutteti estivi della ricca campagna ferrarese cogliendo i frutti maturi ( e forse non ancora maturi) della stagione, e facendo quindi scorpacciate di mele pere pesche a più non posso. Questo episodio confessato da Agostino mi colpisce più del suo libertinaggio, della sua condotta lussuriosa e sregolata.
Noi ragazzi facevamo i nostri giochi senza discernimento: non ricordo dispiaceri o pentimenti
di sorta per le nostre marachelle, anche quando rubavamo le pesche nell'orto delle suore.
Invece la prosa di Agostino è una lunga lancinante ammissione dei propri errori, di una continua richiesta di perdono per le offese arrecate a Dio, mostrando così grande senso di colpa per i peccati commessi.
Se penso che chi scrive è un cristiano del 3° Secolo, la cosa mi commuove e dimostra quanto potesse essere affascinante il primo Cristianesimo, e quanto i primi cristiani fossero puri, (la purezza dei neofiti), è inevitabile a questo proposito fare riferimento al martirio dei molti seguaci di quel
cristianesimo.
D'altra parte la Chiesa dei primi secoli era una Chiesa in fieri, in cui la dottrina si formava con molta
gradualità, così anche la liturgia era in fase embrionale: tutto si svolgeva in comunità ristrette, non c'era il culto dei santi come lo conosciamo oggi, il culto della Madonna inizia nel III/IV secolo, una vera gerarchia non esisteva, e lo stesso Papato si struttura nel V° secolo.
Insomma teologia, liturgia, struttura organizzativa e sistema religioso si sviluppano e si radicano molto lentamente tra i popoli fino a costituirsi in veri poteri alternativi alla società civile.
Ma la mente va al cristianesimo attuale che ha perso molto della iniziale carica rivoluzionaria, diviso ormai e frastagliato in cento chiese con una dottrina dai margini indefiniti.
Un cristianesimo diventato religione e istituzione tutta umana "troppo umana".
Antonio Ferrin
Modena, 22/03/2016
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