Siamo scandalizzati dalla vicenda Saman? Inorriditi per la sua morte certa provocata da suoi famigliari? Non dovremmo. Il delitto (di questo parliamo) è maturato nel clima cupo di una cultura religiosa ancora primitiva che ha forgiato costumi refrattari ai cambiamenti, cultura religiosa che come ogni altra cultura religiosa è portatrice di ideali altissimi che devono fare i conti con la dura realtà. Saman è stata sacrificata sull'altare dell'ortodossia e intolleranza religiosa: la 18enne pakistana era musulmana, ma la sua morte è significativa e riguarda la "corruzione" e la deriva che subiscono ormai tutte le culture dogmatiche che si dicono portatrici di verità assolute. Questo processo ha interessato anche il cristianesimo che con intolleranza e oscurantismo ha "governato" i suoi fedeli: è il travaglio che l'umanità deve sperimentare per guadagnare la libertà. Si tratta di processi di trasformazione socio culturali lunghi e dolorosi, che è troppo facile definire frutto di ignoranza e sottocultura, e qui non è il caso di atteggiarsi a esseri superiori poiché tutti abbiamo dovuto attraversare, e attraversiamo tutt'ora, il deserto. Mi riferisco al Diritto di Famiglia che regolava la nostra vita sociale: norme che contemplavano il "delitto d'onore", non separazione né divorzio fra i coniugi, e la patria potestà retaggio della famiglia patriarcale Non dimentichiamo inoltre che il processo evolutivo di cui siamo soggetto/oggetto richiede tempi ben più lunghi della nostra vita: i cambiamenti sono impercettibili ma costanti, fra progresso e regressione. Ancora oggi, nella società in cui viviamo, e che definiamo affluente e moderna dobbiamo, nostro malgrado, contendere i nostri angusti spazi di vita in un'atmosfera sempre più conflittuale con le Istituzioni e i poteri sempre più pervasivi che vogliono comprimere e reprimere la nostra libertà. Pertanto penso alla povera Saman, al suo retroterra culturale, a lei che ha intravisto un Terra nuova, la nostra, promessa di libertà (!?), ne ha vissuto le contraddizioni più laceranti e fatali, fino alle estreme conseguenze.
A.Ferrin modena, 21/6/2021