Non riesco a razionalizzare i fatti imprevisti e convulsi di questo ultimo periodo; il tutto accresce lo stato di incertezza che si percepisce tutt'intorno, incertezza dovuta al problema energetico, alla guerra in Ucraina, dove la Russia, dopo l'aggressione a quel Paese, minaccia di tagliare il rifornimento di gas al mondo occidentale; persiste ancora la pandemia Covid e in Italia siamo in periodo elettorale, e io spero che i nostri politici dimostrino più lungimiranza che in passato. E' mancata mia sorella Maria, e l'evento mi colpisce più di quanto potessi immaginare; questa perdita, sommata alle altre emergenze che ci flagellano, provoca in me uno stato di straniamento e di sospensione della e dalla realtà, quasi un vuoto totale che vorrei fosse almeno terreno fertile per l'inizio di una catarsi rigeneratrice. In realtà temo di essere preda di una incipiente depressione: è vero che spesso i cambiamenti possono scaturire e poi coesistere con uno stato depressivo originato dalle circostanze più diverse che, per quanto mi riguarda, è legato all'età avanzata, ai traumi fisici e morali, e ai lutti. Certo, vorrei uscire da questo stato con un cambiamento interiore utile a migliorare la mia aspettativa di vita, ossia a recuperare una visione più serena del tempo che mi è ancora dato. Prima di ogni cosa dovrei "staccare", prendere la "distanza dai fatti", moderare la mia istintiva propensione a controllare tutto quanto mi circonda: non posso tenere in me, contenere "tutto il mondo", sia nel bene che nel male. Siamo piccoli e inadeguati: dobbiamo ritornare fanciulli guidati dalla curiosità e dallo stupore per ciò che incontriamo; è necessario scegliere districandoci nel groviglio di illusioni e promesse ingannevoli: non siamo destinati a grandi cose, ma almeno dovremmo essere coscienti del fatto che in fondo al tunnel della vita, non ci attende il trionfo di luce ma piuttosto l'oscurità dell'Universo. Per parte mia vorrei vivere la bellezza in ogni sua forma, goderne l'ineffabile essenza, soprattutto nelle piccole cose che, apparentemente insignificanti, nutrono l'anima e la mente, insomma fuggire la bolgia per conseguire la serenità d'animo. Tuttavia, mentre scrivo, ho il dubbio che questi propositi siano semplicemente frutto di pie illusioni: se non hai costruito in ottant'anni una certa stabilità, come puoi pensare che ciò possa accadere quando hai un piede nella fossa? D'altra parte ammetto che questo argomentare inclina al pessimismo causato da una certa propensione all'introspezione e, se guardi il tuo mondo interiore, puoi trovare saggezza ma anche confusione. Riconosco di non essere ottimista: la nostra Specie possiede tutti i limiti e pregi possibili, ma è la peggiore prodotta dalla natura. Nonostante tutto, davanti all'amore umano, all'eroismo degli umani (ma anche dei non umani) che si battono senza speranza contro un destino già scritto, e all'innocenza dei piccoli, mi commuovo: questo è l'ideale che ci cattura, che ci fa superare mari e monti, ovvero l'ideale dell'amore, l'amore incondizionato che Dande definisce con parole sublimi: "L'amor, che move il sole e l'altre stelle".
A.Ferrin modena, 23/8/2022