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libreria di zurau

mercoledì 7 settembre 2016

S L A



                                                             S  L  A
                                                                                                     Sclerosi Laterale Amiotrofica



Giunto al termine del lungo e penoso calvario che caratterizza questa malattia, alle prime ore del  
mattino, erano le 3,30, e' morto Claps dopo una lotta impari con un morbo che ancora oggi non perdona.
Forse è l'agonia più drammatica riservata all'uomo colpito da questa malattia: egli è testimone e vive su di se con mente lucida, e con la consapevolezza del medico quale era Claps, l'ineluttabilità della lotta e quindi verifica sul proprio corpo la degenerazione progressiva del sistema neurologico che via via paralizza l'apparato muscolare fino a comprometterne le funzioni vitali, e in cui solamente l'ausilio di cure palliative può attenuare la sofferenza crescente, specie nella fase terminale.
Claps era il migliore amico di Umberto, suo compagno di studi alla facoltà di medicina dell'Università di Modena, città dove si erano conosciuti, Umberto proveniente da Bari, Claps da Potenza.
Questa mattina, con Umberto e altri amici medici, ci siamo recati a Gaiato di Pavullo nella Clinica dove Claps ha vissuto immobilizzato nel suo letto per oltre un anno, e nella quale era già allestita la camera ardente.
Come sempre, queste occasioni sono vere "cartine di tornasole" per conoscere la natura umana; c'è la partecipazione composta dei presenti che esprimono il cordoglio e la pietà come possono, o riescono a fare, poi la tensione si allenta e cominciano a fluire i ricordi, gli aneddoti, e spunta qualche sorriso, poi la storiella apparentemente inopportuna, ma che in realtà serve a scacciare dalla mente l'ombra molesta della morte.
Ma il tentativo di esorcizzare la morte è reso vano dalla sua presenza tangibile nel corpo composto di Claps che, a poche ore dal decesso, non mostra ancora i segni del deformante "rigor mortis", con il risultato che il suo volto appare meno sofferente di quanto non fosse durante l'agonia.
Il fratello del morto è preso tutto dall'organizzazione delle esequie, quasi eccitato passa da un crocchio all'altro per aggiornare, indicare, modificare o confermare i dettagli organizzativi che mutano spesso, ma, si sa, i decessi di amici e congiunti sono sempre improvvisi e inaspettati anche quando tutti li credono imminenti, e ciò è dovuto allo stesso meccanismo di rimozione con cui vogliamo allontanare il pensiero della morte.
Pertanto ci si sofferma sugli aspetti decorativi degli addobbi floreali, della solennità richiesta al sacerdote, e approntare infine una cerimonia decorosa per tributare allo scomparso il cordoglio più sentito e sincero, anche se con ciò vogliamo forse consolare noi stessi per la disperazione in cui siamo.
A un tratto si percepisce una sorta di accelerazione nelle disposizioni che precedono il funerale: si reciterà un primo Rosario serale nella camera mortuaria della Clinica, poi una messa con benedizione alla chiusura della bara prima del suo trasferimento in città dove sarà celebrato il vero funerale
Infine la vita prevale, la vita deve continuare e rivendica i suoi diritti, il morto resta solo nella piccola camera ardente, la cassa in cui riposa è chiusa dal coperchio di legno intarsiato; amici e parenti cominciano a sciamare con i commenti più diversi, c'è tristezza ma l'atmosfera è distesa e l'animo più leggero per la certezza di essere sopravvissuti, e si colgono frammenti di voci e sussurri che accennano alla eredità di Claps, e ai suoi aventi diritto.

Antonio Ferrin
Modena, 7/9/2016



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