Sono sempre stato interessato alla vita politica italiana: a dieci anni mi vedo spettatore a un comizio
dei primi anni cinquanta.
La piazza era colma di cittadini, gli altoparlanti diffondevano gli inni dei Partiti e gli oratori usavano
toni eccitati per arringare la folla: ero piccolo ma percepivo intorno a me partecipazione, eccitazione,
quasi un'aria di festa popolare, e infatti da poco era finita la guerra con l'esito disastroso per noi, ma
c'era anche la felicità dei sopravvissuti e la speranza che il Paese si sarebbe risollevato dalle macerie.
Ricordo il clima di tensione ideale che albergava nella gente e che sprigionava una corrente positiva
che i vicini riconoscevano e facevano propria.
Quindi la lunga stagione dei governi democristiani, ai quali si affiancarono alternativamente i Partiti
laici e i socialisti; abbiamo vissuto il grande "miracolo"economico, l'ora buia del terrorismo, e le
ricorrenti crisi depressive nell'economia, la "guerra fredda" e il rischio nucleare, la lotta alle mafie e all'endemica corruzione nel pubblico e nel privato, nel cui ambito è cresciuta a dismisura un'evasione
fiscale incontrollato.
Eravamo bambini, ora siamo anziani, i figli sono cresciuti e sono alle prese con problemi che noi
credevamo non dovessero affrontare e, invece, i problemi sono più gravi per le nuove generazioni:
l'uomo è, deve essere, ottimista per natura, ma la vita insegna che l'uomo è sempre uguale a se stesso.
Molta acqua è passata sotto i ponti (alcuni di questi non hanno resistito al tempo e alle incurie): sono
cambiate la società, la politica, e nuovi soggetti politici sono apparsi sulla scena: il tutto esito delle
inevitabili trasformazioni sociali intervenute nel frattempo.
Fra le molte novità, la nascita di un "movimento" sui generis, sedicente campione di democrazia, nato
da una galassia di stelle nane; alcune di esse, sfuggite alla gravità, sono precipitate sulla Terra, in Italia, dove ci ritroviamo i 5 Stelle, i quali con le loro bizzarrie, che recano danni, ci deliziano anche
con esibizioni esilaranti degne del peggiore avanspettacolo.
Esemplare a questo proposito la vicenda Diciotti, per la quale dovrebbe essere giudicato il Ministro
Salvini, ma che la base popolare del movimento (50000 votanti) vuole sottrarre ai Giudici naturali.
Ieri sera ho assistito alla trasmissione di Lilly Gruber, che ospitava il Ministro Bonafede, lo scrittore
Carofiglio e il giornalista Sallusti.
Non da oggi io chiamo Bonafede=Malafede perché mi sembra più appropriato: il suo parlare è così
contorto, elusivo ed evasivo, levantino e leguleio, che supera in pochezza anche Conte, Di Maio, Di Battista e Toninelli; si dice che questa sia la politica: Macchiavelli si rivolta nella tomba e invita a ricordare una certa nobiltà della politica.
A.Ferrin
modena, 20/2/2019