Da febbraio ho fatto una esperienza alquanto singolare: sono stato ricoverato nei due Ospedali pubblici di Modena, il Policlinico e Baggiovara, e nella clinica privata Hesperia, sempre a Modena Tutto ciò non per mia volontà, ma costretto da malanni improvvisi e imprevisti; più volte ho avuto occasione di esprimermi sul sistema sanitario italiano, sistema misto diviso tra pubblico e privato. Avevo esperienza diretta solo del pubblico, ma non ho mai avuto dubbi che il servizio pubblico fosse superiore al privato, anche perché ne facevo una questione di principio: nella società moderna e complessa in cui viviamo è giusto che i servizi fondamentali diretti alla cittadinanza siano gestiti dallo Stato, e tra i servizi annovero la Sanità, la Scuola, e tutti i servizi pubblici che dovrebbero essere sottratti al privato per garantire l'interesse della collettività. Pertanto ho vissuto per pochi giorni in questa clinica privata "accreditata" e perciò assimilata al S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale), con il risultato che le convenzioni stipulate fra le parti consentono alle "accreditate" di conservare lo status privatistico, e vendono all'Ente Pubblico il servizio sanitario erogato ai cittadini. Per me sono evidenti le storture di questo sistema di mezzadria applicato alla sanità: il "privato" affronta il rischio di impresa costruendo un nuovo ospedale, vende il proprio servizio al pubblico a prezzi di mercato, perciò si finanzia, incassa i profitti e valorizza l'investimento. Senonché "pubblico e privato" non competono alla pari nel mercato della Sanità. Infatti il privato non è gravato dai vincoli istituzionali cui è soggetto il pubblico, e così può gestire in libertà e "in economia", col risultato che la sua gestione risulterà più virtuosa di quella pubblica. Nella mia breve esperienza ho notato subito alcune differenze più o meno evidenti: nel pubblico il personale più numeroso ( che può sembrare sovradimensionato), nel privato il personale sembra inadeguato alle necessità: nel primo caso c'è il rischio dello sperpero di risorse e della scarsa produttività, nel secondo quello dello sfruttamento degli stessi lavoratori. Nelle strutture è tangibile la diversa filosofia aziendale che le ispira: l'efficientismo finalizzato alla massima economia ( e profitto) nel privato, l'atmosfera più distesa nel pubblico; non saprei dire come questi diversi approcci influiscano sulla qualità del servizio, poiché eccellenze e carenze sono (forse) equamente distribuite ma, d'altra parte, nel privato si avverte di più la presenza del "padrone"; alla Hesperia vige un regolamento interno molto rigido, una rigidità a volte ingiustificata. Detto in altri termini, nel privato è tangibile la realtà dell'istituzione "totale", la stessa di una caserma, di un collegio, e di ogni comunità "chiusa". La diatriba tra pubblico e privato si riduce infine a disputa ideologica, disputa che tuttavia determina scelte politiche ed economiche le cui conseguenze ricadono sui cittadini. A.Ferrin modena,17/5/2021
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