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libreria di zurau

sabato 11 giugno 2022

SEDAZIONE

La cronaca locale del Carlino riporta la decisione drammatica di Antonio La Forgia che, ammalato terminale di tumore, ha deciso di porre fine ai suoi giorni con la sedazione profonda continua.                In Italia manca una legge seria  sul "fine vita", legge che risponda all'esigenza sempre più sentita dal cittadino (così sembra) di potere disporre del proprio corpo e della vita, sì, perché siamo immersi nella cultura che vede l'uomo onnipotente, padrone di tutto, che può decidere di tutto e per tutti. Io per contro temo che ogni approccio a questo tema avvicini sempre più l'introduzione dell'eutanasia, ovvero che il principio dell'eutanasia entri nell'istituzione e nella pratica sanitaria. Questo sarebbe un successo per i promotori perché, a loro dire, saremmo tutti più liberi, e forse chissà, non essendo riusciti a gestire con equilibrio la nostra vita, non è escluso che riusciamo a gestire meglio la morte!                              D'altra parte, ci sono grandi margini di "progresso": potremmo mutuare mezzi e tecnologie da nazismo o comunismo sovietico, mezzi risolutivi per selezionare e ordinare un'umanità in crescita incontrollata e forse insostenibile!                                                                                                                                        Dunque La Forgia ha deciso di "staccare la spina", decisione che non condivido ma rispetto; non soffrirà più, ma la scelta è dolorosa anche per i congiunti: ho vegliato l'agonia dei miei genitori nel loro percorso naturale verso il trapasso ed è un'esperienza che lascia il segno, ma può essere più straziante ancora se il confine è varcato di propria volontà.                                                                                          In ogni caso, mi sembra fuori luogo la "celebrazione" dell'evento che fanno i cronisti di oggi con riferimenti storicoletterari e quasi apologetici: si sprecano gli elogi per il politico lungimirante e colto, e lo stesso presule di Bologna partecipa il cordoglio per l'illustre scomparso e , infine, perché comunque non si tace? Perché non osservare un religioso silenzio in simili circostanze? No! Devono recitare la loro giaculatoria di parole belle e vuote. Ma piuttosto perché non scrivere che il malato terminale fumava più di 100 sigarette al giorno?                                                                                                          C'é qualcosa o qualcuno che sconsiglia di fare pedagogia a beneficio dei giovani e della collettività?      Qualcosa mi sfugge e mi confonde: ci sono uomini "comandati" a morire che devono rinunciare agli affetti più cari, e uomini che possono scegliere una morte quasi edificante e "conveniente", a misura propria.

modena,9/6/2022

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