Ieri ho compiuto gli anni, 80, e forse per la prima volta mi sono concesso i discreti festeggiamenti di figli, nipoti e alcuni amici: tutto molto semplicemente e serenamente. Nel mio cammino ho già superato il crinale della vita che mi è concessa, sono da tempo nella fase discendente e infatti avverto la leggerezza di chi, raggiunta la cima dopo un'aspra salita si abbandona sul prato per recuperare energie e respiro; sono consapevole che la discesa a valle sarà quasi gioiosa. D'altra parte sono fiero dei miei 80, quasi avessi superato un traguardo prestigioso: infatti il sentiero è impegnativo e accidentato, sentiero impervio che percorriamo ignorandone la meta, e tuttavia lottiamo spasmodicamente per raggiungerla anche quando, svuotati di energie, temiamo il nulla. Poi ripensando, nulla è meritevole di retorica nella mia vita, nulla mi appartiene o mi è appartenuto: sono stato catapultato qui a mia insaputa come altri miliardi di esseri senza merito o demerito, per cosa e perché dunque? Se avessero saputo, si sarebbero risparmiata la scampagnata! Ma quello che è stato è stato: un lungo sogno di cui voglio ricordare solo la grande bellezza.
A.Ferrin modena, 10/12/2022
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