Cosa è progresso o conservazione? Seguo il dibattito e la risposta non è facile perché, infatti, ciò che appare progresso in un dato contesto storico, non lo e in un altro e in ogni caso sono concetti che mutano nel tempo; la tecnologia è soggetta a obsolescenza e degrado e perciò richiede aggiornamento e superamento continuo, il che spiega perché il progresso non può che essere inarrestabile; se così non fosse la civiltà regredirebbe in modo repentino all'età della pietra. D'altra parte il progresso è condizionato dall'economia, e questa dal profitto nella società capitalista: il denaro è la molla principe di ogni progresso, e il tutto si può gabellare per ideali più edificanti, senonché la rincorsa al profitto può snaturare la ragione d'essere della stessa natura di cui siamo parte. Per esempio chi oserebbe negare che il telefono e tutte le comunicazioni a distanza sono progressive e rivoluzionarie? Ovviamente nessuno, ma anche il progresso con le sue prodigiose intuizioni e applicazioni innovative può incorrere in condizioni di stallo, di crisi energetiche, di crescita e quindi di governabilità, di pandemie e di ogni accidente di cui la nostra insipienza può essere capace. Allora prendo a esempio il telefono nella vita civile e come strumento di lavoro (per non parlare dell'automobile): chi non ricorda quando, nell'ultimo dopoguerra, prima il telefono e poi la televisione erano veri status symbol della condizione sociale? Nei primi anni '60 nell'attività di vendita utilizzavo il telefono con grande soddisfazione e il sistema era utile e funzionale, o si usava il contatto personale, ovvero percorrevo a piedi le vie della città, suonavo i campanelli e il risultato era spesso sorprendente; invece col telefono il chiamato rispondeva, non c'erano risponditori e segreterie telefoniche automatiche; da alcuni anni non si riesce a telefonare, molti privati hanno attivato quelle infernali apparecchiature con messaggi sussiegosi che ti dicono di richiamare perché i padroni di casa sono assenti o impegnati, mentre le Ditte escogitano sistemi più sofisticati: ti lasciano in attesa sistematicamente con musichette alienanti pregandoti di rimanere in attesa "per non perdere la priorità acquisita". E non parliamo degli uffici pubblici dove il paziente, pardon il Cittadino, è sottoposto alle forche caudine della inefficienza e lentezza burocratica, e dove il suo sistema cardiocircolatorio è messo a dura prova: questo è progresso? Siamo sicuri che i pellerossa fossero più infelici con i loro segnali di fumo, e gli uomini della foresta con i tamburi?
A. Ferrin modena, 19/5/2023