SCRIBERE

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libreria di zurau

domenica 21 maggio 2023

SELEZIONE

E' una domenica che, dopo molta pioggia, offre uno spicchio di sole, e decido così di mettere il naso fuori porta, dirigendo in centro città per confondermi nella folla: è sempre eccitante questa immersione fra la gente che, assunta in piccole dosi, ti fa sentire comunità, partecipe di un'esperienza collettiva.        Dico piccole dosi perché in questo fluttuare di vita si oscilla dal timore di smarrirsi a quello di esserne catturati e fatti prigionieri.                                                                                                                            Dopo l'isolamento imposto dalle intemperie, respiriamo a pieni polmoni l'aria fresca della mattinata inondata dal sole; la via Emilia è interdetta ai mezzi privati e pubblici, le botteghe che dispensano cibo di strada sono aperte, mentre la folla aumenta a vista d'occhio e fluttua con ondate che si susseguono, quasi spumeggia di colori, umori e afrori con voci, richiami, e pianti di bimbi: è un caleidoscopio di umanità in tripudio. Osservo lo spettacolo con curiosità ed emozione, e nello stesso tempo penso (non riesco a evitarlo) alla caducità di tutto ciò che vedo e vivo; i momenti di pienezza che ci sono elargiti sono illusori e fugaci, la natura infatti farà giustizia di tutto ciò con il suo inesorabile e innocente processo. 

A. Ferrin                                                                                                                                                    modena, 21/5/2023   

venerdì 19 maggio 2023

TU TU TU

Cosa è progresso o conservazione? Seguo il dibattito e la risposta non è facile perché, infatti, ciò che appare progresso in un dato contesto storico, non lo e in un altro e in ogni caso sono concetti che mutano nel tempo; la tecnologia è soggetta a obsolescenza e degrado e perciò richiede aggiornamento e superamento continuo, il che spiega perché il progresso non può che essere inarrestabile; se così non fosse la civiltà regredirebbe in modo repentino all'età della pietra.                                                              D'altra parte il progresso è condizionato dall'economia, e questa dal profitto nella società capitalista: il denaro è la molla principe di ogni progresso, e il tutto si può gabellare per ideali più edificanti, senonché la rincorsa al profitto può snaturare la ragione d'essere della stessa natura di cui siamo parte. Per esempio chi oserebbe negare che il telefono e tutte le comunicazioni a distanza sono progressive e rivoluzionarie? Ovviamente nessuno, ma anche il progresso con le sue prodigiose intuizioni e applicazioni innovative può incorrere in condizioni di stallo, di crisi energetiche, di crescita e quindi di governabilità, di pandemie e di ogni accidente di cui la nostra insipienza può essere capace. Allora prendo a esempio il telefono nella vita civile e come strumento di lavoro (per non parlare dell'automobile): chi non ricorda quando, nell'ultimo dopoguerra, prima il telefono e poi la televisione erano veri status symbol della condizione sociale? Nei primi anni '60 nell'attività di vendita utilizzavo il telefono con grande soddisfazione e il sistema era utile e funzionale, o si usava il contatto personale, ovvero percorrevo a piedi le vie della città, suonavo i campanelli e il risultato era spesso sorprendente; invece col telefono il chiamato rispondeva, non c'erano risponditori e segreterie telefoniche automatiche; da alcuni anni non si riesce a telefonare, molti privati hanno attivato quelle infernali apparecchiature con messaggi sussiegosi che ti dicono di richiamare perché i padroni di casa sono assenti o impegnati, mentre le Ditte escogitano sistemi più sofisticati: ti lasciano in attesa sistematicamente con musichette alienanti pregandoti di rimanere in attesa "per non perdere la priorità acquisita". E non parliamo degli uffici pubblici dove il paziente, pardon il Cittadino, è sottoposto alle forche caudine della inefficienza e lentezza burocratica, e dove il suo sistema cardiocircolatorio è messo a dura prova: questo è progresso? Siamo sicuri che i pellerossa fossero più infelici con i loro segnali di fumo, e gli uomini della foresta con i tamburi? 

A. Ferrin                                                                                                                                                        modena, 19/5/2023

giovedì 18 maggio 2023

UOMINI SOLI

 Chi pensa agli uomini soli, che hanno abbandonato o sono stati abbandonati? Forse ci pensa la donna seduta, solitaria come me, all'esterno del bar che frequento. Io sono immerso nella lettura del quotidiano, ma noto che la signora armeggia con il suo portatile e commenta ciò che scrive e che riceve (almeno apparentemente), e mi è subito chiaro che vuole attrarre l'attenzione: lamenta che il suo fidanzato non si fa vedere, che fissa appuntamenti e non li rispetta, sono fidanzati da tre anni e non si sono mai incontrati, ripete che non si fa così, che, se lui continua a essere evasivo, lei cercherà un nuovo fidanzato, così impara! Quindi si tratta di una relazione virtuale: esperienze che spesso sfociano in truffe vere e proprie che hanno come oggetto e terreno di coltura la solitudine. Lei è una bionda procace, non alta e piuttosto piccoletta, ma giovane, e io mi chiedo se sia stupida o piuttosto ingenua; lei continua a premere i tasti del telefono e a proclamare a voce alta che è stanca di quel fidanzato che sfugge. Infine, all'ennesimo suo ammiccamento, la gratifico con la mia attenzione, rivolgendole una domanda che vuole essere anche discreta raccomandazione: le chiede dei soldi? E' titubante per un attimo: no questo no.

A. Ferrin                                                                                                                                                      modena,18/5/2023

martedì 16 maggio 2023

MICHELA

Murgia, già scrittrice di successo, non avrebbe bisogno di usare la malattia di cui soffre (tumore) per promuovere i suoi libri, e non necessita di piazzisti professionisti per collocarli. Michela Murgia  sbandiera convinzioni strettamente personali su tumore, vita e morte, temi meritevoli di maggiore discrezione e prudenza, anche per rispettare dolore e sentimenti di altri sofferenti che non godono dei suoi privilegi, né riescono a "elaborare" la propria condizione con altrettanta ineffabilità.                                    Oggi la scrittrice è stata ospite in un altro programma per promuovere la sua ultima fatica: nella circostanza ha ribadito la sua visione della malattia e del mondo, ma ciò che più mi ha colpito è la sua sicurezza, l'atteggiamento di chi ha capito tutto, infine è vestita con ricercatezza, e non certo per passare inosservata: ai personaggi pubblici sono riservati tappeti rossi e passerelle con mezzobusto annesso.

A.Ferrin                                                                                                                                                              modena,16 maggio 2023

lunedì 15 maggio 2023

OSTERIA DE' POETI

 Ho letto che chiude "L'Osteria de' Poeti" di Bologna: ha dichiarato fallimento e in questi giorni hanno battuto all'asta migliaia di bottiglie di vino pregiato della sua cantina. Gli appassionati hanno fatto la fila per aggiudicarsele, e si dice che molte di esse siano state battute a oltre mille euro; l'Osteria è situata nella via omonima nella Bologna più caratteristica e prestigiosa che ho frequentato dopo la separazione. Mi era stata segnalata da un collega bolognese come ritrovo di universitari, e Circolo di  poesia; in realtà era nata nel '600 come mescita di vino: vi si accedeva da via De' Poeti con un ingresso anonimo e una scala di pietra che penetrava nel sottosuolo: il locale era costituito da un grande salone rettangolare dal soffitto a volte e lunette, tutto in pietra a vista e le pareti bianche di calce. Sul loro sito hanno inserito alcune ricevute fiscali relative ai pasti consumati ai loro tavoli nell'ultimo periodo, e devo dire che si tratta di cifre notevoli: evidentemente le cose erano mutate alquanto rispetto alle poche serate di mia frequentazione del gennaio '85; mi sorge il dubbio che il fallimento sia sopraggiunto perché hanno guadagnato troppo, o troppo poco!                                                                                                                L'Osteria de' Poeti che ho conosciuto era alla portata di tutti, e tutto era più spartano: studenti e coppie giovani, musica di piano bar e karaoke, essa ricalcava ancora l'immagine delle vecchie osterie di quartiere in cui figuravano anziani alle prese con il tresette e il quarto di vino.

A.Ferrin                                                                                                                                                      modena,15 maggio 2023