E' toccato a Teresa: se n'è andata a causa di complicazioni da Covid contratto mentre era a Bari per le festività natalizie. Era un'amica comune in una compagnia ristretta che nel tempo aveva diradato la frequentazione: raramente le compagnie resistono all'usura del tempo, complici anche i dissidi per l'inevitabile volubilità degli esseri umani. Con Paola mi sono recato al "Terracielo" di Modena dove è allestita la camera ardente, e domattina ci sarà il funerale presso la parrocchia di Montale per proseguire nel cimitero locale dove l'amica riposerà accanto ai genitori. Terracielo è una struttura adibita ai servizi funerari (ne sono sorte in tutta Italia): qui Teresa non è visibile perché i trasporti funebri sono consentiti solo con cofani sigillati. Con Paola, cerchiamo il locale dove è Teresa: gli ambienti sono eleganti, molto curati e corredati di un salottino adibito a visite e sosta dei visitatori, tutto vero, e tuttavia marmo e acciaio creano un'aria gelida accentuata dal silenzio totale. La corte centrale è limitata da una sorta di chiostro che su due piani contiene le "celle", quella di Teresa è denominata "Le Palme". Non è la prima volta che visito questa struttura, ma non ci si abitua, e infatti l'ambiente, nonostante la ricchezza e bellezza, incute timore e rispetto. Sappiamo tutti che questo è il nostro destino anche se, ovviamente, non spingiamo né vogliamo "saltare la fila". Ora, vicino al cofano di Teresa, raccolgo i pensieri e vorrei rivedere il suo viso, ma la mia non è curiosità, né penso che il suo viso irrigidito possa svelare il mistero della morte. Sono immobile per lunghi minuti a osservare la cassa di legno nuovo e lustro, accanto a Connie, la sorella affranta e triste. Ciao Teresa.
Modena, 23/1/2024
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