SCRIBERE

libreria di zurau
martedì 23 ottobre 2018
GIARDINO D'AUTUNNO
Tre alberi
fra siepi di bosso
foglie di ruggine
nel rorido prato,
l'anziano
infagottato
sulla panchina
una mamma
vigila il bimbo
sull'altalena
che geme
il cucciolo
solleva la zampa
sul tronco rugoso
tutt'intorno
eco lontana
di brusio diffuso.
A.Ferrin
modena, 23/10/2018
domenica 21 ottobre 2018
VIVERE NELL'OMBRA
Nietzsche scrive che "l'amore è una lotta mortale fra i sessi", e questo film, The Wife in inglese, declina questo assunto per l'ennesima volta, in questo caso grazie a due grandi attori quali sono
Glenn Close e Jonathan Pryce.
Certo fra le persone civili la lotta è incruenta, dissimulata dalle buone maniere e dall'opportunismo,
ma produce danni che possono emergere in superficie eruttando come vulcani o, come accade il più delle volte, fare "morire dentro": terreno di coltura di psicologia e psicanalisi con le loro mille teorie.
La letteratura sulla vita di coppia è sterminata, infarcita di luoghi comuni che ormai non si discutono:
"dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna", " uno dei due(la donna) deve sacrificarsi", la
donna è "l'angelo del focolare", "uomo dovrai vivere con il sudore della tua fronte" e tu donna "partorirai nel dolore".
D'altra parte, non sono le religioni, ma la stessa esperienza umana con biologia e l'evoluzionismo
a dettare e condizionare la nostra vita, mentre noi ci illudiamo di essere liberi.
Inoltre, a complicarci l'esistenza, intervengono la cultura, le sovrastrutture culturali e le ideologie, e il tutto fa sì che non si accettino i ruoli che prima erano nell'ordine naturale delle cose, e quindi le lotte
intestine tra uomini, tra donne, tra gli uni e le altre, una deriva originata dalla competizione,
dall'istinto di sopravvivenza.
Tornando a bomba, la coppia è colta nell'attimo in cui il marito (scrittore) è insignito del premio NOBEL, e nel viaggio verso Stoccolma dove gli è conferito, tra i due emerge (sopratutto nella donna) tutto il non detto nei 40 anni di unione: le frustrazioni della donna che ha sacrificato tutta se stessa
dedicandosi al marito per sostenerne le ambizioni.
Ora è depressa e svuotata di energie, mentre il marito sembra non riconoscerne i meriti; la donna resta silenziosa in disparte, il marito, felice del successo, accentra tutte le attenzioni, e non gratifica
adeguatamente nemmeno il figlio che, a sua volta, ha intrapreso la stessa attività del padre.
Insomma tutti temi sensibili propri dei rapporti umani, della fatica di convivere nella comunità, e quindi la necessità di dipanare il groviglio di sentimenti, esigenze e urgenze.
Il marito infine muore di crisi cardiaca a Stoccolma, e la donna, coerente fino in fondo, diffida un
giornalista che vorrebbe scrivere una biografia dell'uomo non proprio ortodossa, ma forse più vera, e
lei mostra con dignità la maschera della vedovanza, con la "faccia appesa" di Madonna Addolorata.
A.Ferrin
modena,21/10/2018
giovedì 18 ottobre 2018
CASTAGNE
Non d'autunno
l'aria di primavera
nell'ottobre incipiente:
senza caligine
il sole indugia
tra fronde screziate,
nell'aria ferma
il tonfo sordo
di ricci nell'erba
a mostrare
frutti maturi
da bucce irsute
A.Ferrin
modena, 18/10/2018
mercoledì 10 ottobre 2018
ZEN
ZEN
Il monaco Eichu, in procinto di ritirarsi sulla montagna, confessa:
"Ho chiuso con le solite cose!
Che senso ha la cavezza, la briglia, per
chi si è scosso di dosso ogni artificio?"
E' una poesia zen molto bella: con poche parole svela un'anima ma noi, umanità del terzo millennio, su quale montagna possiamo salire per isolarci dal mondo?
Abbiamo antropizzato la terra in modo intensivo, non è certo quella del '400 in cui viveva quel monaco.
Non è facile esplorare nuovi sentieri, inoltrarsi in valli silenziose per raggiungere cime solitarie, o trovare quiete su pendii erbosi, cullati dal mormorio nell'aria di primavera.
A. Ferrin
modena, 10/10/2018
Il monaco Eichu, in procinto di ritirarsi sulla montagna, confessa:
"Ho chiuso con le solite cose!
Che senso ha la cavezza, la briglia, per
chi si è scosso di dosso ogni artificio?"
E' una poesia zen molto bella: con poche parole svela un'anima ma noi, umanità del terzo millennio, su quale montagna possiamo salire per isolarci dal mondo?
Abbiamo antropizzato la terra in modo intensivo, non è certo quella del '400 in cui viveva quel monaco.
Non è facile esplorare nuovi sentieri, inoltrarsi in valli silenziose per raggiungere cime solitarie, o trovare quiete su pendii erbosi, cullati dal mormorio nell'aria di primavera.
A. Ferrin
modena, 10/10/2018
martedì 2 ottobre 2018
MOLESTIE SESSUALI
Che dire, non si scrive e parla che di "molestie sessuali", tema infido come sabbie mobili, da cui
sarebbe meglio starsene lontani, un tema suscettibile di indurre a malintesi ed equivoci che possono
provocare inimicizie e condanne morali inappellabili.
Di questi tempi è d'obbligo uniformarsi al "politicamente corretto", almeno nel dibattito pubblico:
per "politicamente corretto" si intende che le donne sono, in ogni caso, vittime, e gli uomini, in quanto tali, "bruti e comunque colpevoli".
C'è un'atmosfera soffocante di conformismo, di caccia alle streghe, atmosfera in cui le donne sono
assimilate (oggettivamente) a esseri non senzienti, fantocci senz'anima né volontà in balia dell'uomo, l'energumeno.
Il tema dibattuto in televisione e sui giornali vede sempre protagonisti sedicenti esperti (donne e uomini) che polemizzano, si accaniscono e accavallano le voci col risultato che l'ascoltatore assiste a una babele: spiccano sempre vecchie e nuove femministe, alcune residuati del vecchio movimento,
che però perseverano in un dogmatismo degno di miglior causa.
Ma è singolare il fatto che mai si affronta il tema dell'educazione sessuale che dovrebbe essere, è mia opinione, impartita già nelle prime classi delle Primarie, ma questa è una scelta didattica di
matrice cattolica, che relega nel tabu, nell'ipocrisia del "non detto" il sesso e la sessualità.
Mi riferisco alla morale cattolica che quasi mai accenna alla sessualità, termine interdetto, che invece è relegato e consumato nelle comunità chiuse, nelle sagrestie e confessionali.
Pertanto, invece di gridare allo scandalo a cose fatte, sarebbe più producente informare ed educare
uomini e donne circa la fisiologia e fisiopatologia della sfera sessuale connesse agli aspetti sociali delle relazioni umane.
Ricordo un film (credo Ceko o Polacco) in cui il corteggiamento e l'accoppiamento tra i cervi è descritto con una delicatezza che emoziona: il cervo si avvicina gradatamente alla femmina che bruca apparentemente incurante del maschio che, quasi timoroso, le è vicino, solleva una zampa anteriore con cui sfiora una delle zampe posteriori della femmina, la cerva non reagisce e il maschio ripete
questo rito finché lei sembra accettare le sue attenzioni, e infine natura e necessità biologiche conducono all'unione che permette la procreazione.
A me risulta che ancora oggi, come sempre, alla base dei rapporti sessuali fra adulti vi siano il corteggiamento e la seduzione, ma alcuni uomini, in condizioni di totale ignoranza o inadeguatezza a padroneggiare gli istinti, cedono e agiscono le loro pulsioni con violenza, ed è ben noto che le donne sono, per costituzione fisica, destinate a soccombere (absit iniuria verbis!).
Piuttosto, per provocare una piccola riflessione, e senza volere generalizzare, direi che spesso siano le donne a "molestare" i maschietti con l'ostentazione di una prorompente, e direi quasi arrogante, arte dell'ammiccamento femminile, per cui le donne dovrebbero essere consapevoli del fatto che mentre rivendicano a muso duro l'assoluto "diritto alla libertà di costume e ovviamente sessuale", gli uomini possono essere preda di vere tempeste ormonali.
Infine, è un affermazione quasi banale, la libertà individuale assoluta non è consentita a nessuno, siano essi uomini o donne.
Il sesso ha avuto, e ha la funzione di assicurare la sopravvivenza delle specie, e quindi anche di noi umani; sappiamo peraltro che solamente noi, rispetto agli altri esseri viventi, possediamo capacità tali che ci consentono di utilizzare l'istinto sessuale non solo a fini riproduttivi: ne abbiamo fatto
anche un piacere ineffabile, fine a se stesso, un bene di consumo tangibile e intangibile, un bene al quale sono interessati uomini e donne.
La società moderna non si può definire per ciò oscurantista: godiamo di molte libertà che i nostri nonni sognavano, ma forse siamo ebbri di libertà, sazi e stanchi di consumare tutto, "hic et nunc", scelta che tarpa le ali della fantasia, ci priva dei sogni, in una vita ormai senza misteri e veri oggetti di desiderio.
A.Ferrin
modena, 03/10/2018
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