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libreria di zurau

mercoledì 19 dicembre 2018

PRESEPE



Greppia o Mangiatoia, dal latino Praesepae, questa è l'origine dell'antica rappresentazione della natività, patrimonio della nostra cultura, soppiantata nel secondo dopoguerra dalla tradizione nordica
dell'abete, e che tuttavia resiste ancora come ricordo del Natale cristiano.
Nei primi secoli del cristianesimo, gli stessi Vangeli non sono prodighi di notizie circa la nascita del Cristo, e di Giuseppe e Maria; tutto è narrato come una favola bella e suggestiva, una favola in cui i protagonisti sono comuni mortali in povertà, e molti di essi vivono in capanne o grotte con animali domestici.
Solamente dal IV e V°secolo, diventato il cristianesimo religione dell'Impero, e lasciate le catacombe, i cristiani organizzano la loro religione strutturandola con dottrina, teologia, gerarchia e liturgia; il merito è dei cosiddetti Padri della Chiesa( S.Paolo, S.Agostino, ecc.).
La nascita del Presepe che noi conosciamo risale invece al 1200 per merito di S.Francesco: è una
rappresentazione poetica di una vicenda sospesa tra realtà storica, sogno, fantasia, e fortemente simbolica.
Il racconto evangelico, dal punto di vista della comunicazione non potrebbe essere più azzeccato: un
neonato bello adagiato sul pagliericcio, vegliato amorevolmente da mamma e papà, al calore animale
di una stalla; questa visione commuove piccoli e grandi: c'è meraviglia e stupore come per ogni          nascita, c'è tenerezza e istinto di protezione per un essere fragile e indifeso, quasi che la nostra specie
voglia farsi scudo a difesa dei nuovi nati.
D'altra parte questi atteggiamenti protettivi non sono prerogativa dei soli umani: anche il mondo degli animali adotta comportamenti "umani" con i suoi cuccioli, insomma è una strategia difensiva e istintiva di sopravvivenza presente in tutti gli esseri viventi.
Tutto questo per dire che tutti ci siamo più o meno commossi davanti al Presepe, dalla più semplice e
povera mangiatoia, alle più sofisticate e grandi ricostruzioni fatte di tecnologia ed effetti speciali.
Le immagini dei Presepi dello zio Attilio, di mio padre Leone o di mio fratello Ermanno, sono
indelebili nella memoria: erano creazioni e produzioni frutto di tradizione e cultura, passione, amore
e ingegnosità.
Ricordo infine i pecorai che, lasciati gli ovili e coperti con pelli di pecora, scendevano al piano con le greggi governate da cani sapienti, migravano al suono di zampogne e sonagli.
E'facile affascinare i piccoli, e sono consapevole che i ricordi più lontani possono essere ingigantiti e idealizzati dalla nostalgia per ciò che abbiamo perduto.
A.Ferrin
20/12/2018



lunedì 17 dicembre 2018

CORINALDO




Corinaldo è uno dei tanti paesi di cui sono disseminate le Marche e le colline del centro Italia, sono Borghi ricchi di storia e bellezza: il paesaggio è ondulato, con poche asperità, le colture sono ordinate a perdita d'occhio, e con il variare delle stagioni sono cangianti tavolozze di colori.
Quindi è una cittadina della provincia profonda dove la vita scorre lontana dal frastuono delle grandi
città, ma il relativo isolamento è colmato dai mezzi moderni di comunicazione di cui si avvalgono le
giovani generazioni, unite dal linguaggio quasi cifrato che li accomuna e che consente loro di
accedere facilmente alle suggestioni pubblicitarie, anche trasgressive, di cui sono i destinatari.
La vicenda di Corinaldo ,un paese di 4500 abitanti, è significativa del potere della comunicazione che con internet e cellulari riesce a mobilitare masse provenienti da ogni angolo d'Italia per un concerto, in questo caso quello di Sfera Ebbasta, che ha provocato morti e feriti.
Non sono stati rispettate normative e limiti, norme di sicurezza e prudenza, quindi molte le cause e concause della tragedia che però conducono ai giovani e ai loro problemi (molti di essi adolescenti con meno di 18 anni).
L'artista può essere discutibile, e in questo caso la sua produzione è lontana dall'idea che ho della buona musica e di un bel testo, ma come genitore rifletto circa le caratteristiche del fenomeno, e
senza esprimere giudizi, preferisco esprimere un'opinione dettata dall'esperienza e dall'età.
Penso che i movimenti e le trasformazioni della società negli anni '50, '60, '70, e parzialmente negli
anni '80, fossero frutto della crescita economica, c'era più ottimismo, fiducia nel futuro, più tensione
ideale e culturale.
Nello stesso tempo il grande sviluppo economico, induceva anche profondi mutamenti in tutta la società: cambiamenti nella morale personale e pubblica, cambiamenti che hanno investito la famiglia,
scardinandone l'istituzione.
Stiamo pagando le conseguenze di tutto ciò, e le nuove generazioni le pagano più degli anziani: sono
disorientati, non hanno punti di riferimento, i genitori sono confusi a loro volta, e come guida ai giovani non resta che un comodo relativismo etico, un'illusoria libertà totale.
A.Ferrin
modena, 17/12/2018     
                                                                                                                                                                   

venerdì 14 dicembre 2018

LA PESTE

senza tetto con il suo cane



Mi sono recato allo Spaccio del Policlinico e, non so perché, ho scelto le ore più fredde del mattino;
le previsioni danno per imminenti neve e gelo, e infatti marciapiedi e accessi sono cosparsi di sale.
Uscendo dal nosocomio mi si è avvicinato un signore male in arnese che, con gentilezza, mi ha chiesto 50 centesimi: io sorpreso e quasi per istinto, ho detto di non avere spiccioli, e lui di rimando,
se vuole posso cambiarle la cartamoneta.
Questa sua disponibilità, espressa con sicurezza e garbo nello stesso tempo, mi ha scombussolato: 
lì per lì ho contato fino a dieci prima di reagire alla sua faccia tosta, e poi ho controllato l'istinto che mi suggeriva di staccargli un orecchio con un morso animalesco, invece ho sorriso e ho raggiunto
il bus.
Giunto in via Giardini, mi avvio verso casa rimuginando sull'incontro con il questuante cortese ma
sfrontato quando, all'altezza de "L'isola del tesoro", mi avvicina una signora di mezza età che, con espressione dolente, vuole parlarmi del suo caso pietoso: è rumena, desidera rientrare nel suo Paese, ma non trova chi possa o voglia aiutarla; le suggerisco di rivolgersi alle istituzioni pubbliche, come il Comune, ma risponde che le offrono solamente il ricovero gratuito in un'ospedale.
Ora sono perplesso, e lei, notando il mio stato d'animo, si denuda il petto e mostra che è privo di un seno, esito di una mastectomia dovuta a un carcinoma.
Ho cercato di distogliere gli occhi invitandola a coprirsi, ma non ho evitato del tutto lo spettacolo impressionante della mutilazione: tristezza e molta pena.
Nonostante siamo informati e bersagliati dai problemi della sanità, circa le debolezze e fragilità della natura umana, scopriamo di essere comunque vulnerabili anche alla semplice visione del male e della
sofferenza.
Ho riconsiderato quest'ultimo incontro con la signora rumena, e ora mi sento in colpa per la rapidità
con la quale ho lasciato la povera donna, quasi io dovessi fuggire da un pericolo incombente: avrei dovuto dialogare con lei dicendole che anche la mia seconda moglie aveva subito questo intervento
chirurgico; per la signora non sarebbe stata una grande consolazione, ma avrei mostrato più umanità.
A.Ferrin
modena, 14/12/2018


mercoledì 12 dicembre 2018

DELIZIE ESTENSI



Zenzalino è, o meglio è stata, una delle 19 Delizie Estensi che i Duchi di Ferrara avevano creato nelle loro terre: erano dette Delizie perché luoghi di ozio e piaceri vari di cui i Duchi potevano disporre, tra grandi boschi e territori ricchi di selvaggina (Zenzalino deriva da "cenghialine").
Ma sono lontani ricchezza e splendore del Rinascimento; poco resta dell'antico insediamento: una  residenza nobiliare di campagna del '700 ricorda appunto l'antica Zenzalino dove, negli anni 80 del '500, si era consumato un tragico fatto di sangue.
Il Conte ErcoleTrotti aveva assoldato un sicario per uccidere la moglie Anna Guarini sospettata
di tradimento, e di questo fatto non mancano fantasticherie e leggende più o meno verosimili.
D'altra parte questo uxoricidio rimanda a quello più famoso del '400 legato all'amore clandestino fra Laura Malatesta, detta anche Parisina, e Ugo d'Este, figlio del Duca di Ferrara Niccolò III.
Parisina era nata sotto una cattiva stella: aveva pochi giorni quando sua madre venne avvelenata dal
padre Francesco III Ordelaffi.
Ugo e Parisina furono colti in flagrante dal Duca nel Castello Estense e decapitati con rito sommario
come era in uso allora, quando i Signori detenevano un potere pressoché assoluto.
Lo scenario teatro di questa storia è oggetto ancora oggi della curiosità dei turisti, in visita a Ferrara
per ammirarne le bellezze.
E poi si parla di amor cortese e romanticismo del passato!
A.Ferrin
modena, 12/12/2018

domenica 2 dicembre 2018

ATTORE



Questa sera
non è vino allegro
che fa barcollare
nella via deserta
lastricata di specchi
da gelida pioggia

Altri indugiano
tra le quinte:
attore solitario
dico parole vane
urlo per udire
la mia voce

Ma questa sera
non voglio recitare:
come marionetta
dai fili spezzati
voglio abbandonarmi
libero e riposare.

Questi versi sono del gennaio '85, poco dopo la separazione da moglie e figli, sancita in ottobre e seguita, trascorsi i cinque anni previsti dalla legge, dal divorzio.
Si trattò di una profonda lacerazione, e tuttavia trovai energie per vivere ancora, per i miei figli piccoli, e certamente grazie all'istinto di sopravvivenza.
Oggi, dicembre 2018, vivo ancora solo, dopo avere contratto un secondo matrimonio, seguito da un
secondo divorzio.
E' troppo! Anche per chi, come me, ha sempre creduto nel matrimonio, e forse proprio per questo; d'altra parte si dice che "errare è umano, perseverare ...".
Adesso guardo al presente, e a ciò che rimane del futuro, con distacco; ho abbandonato ogni illusione:
credo infatti, come Hofmansthal, che noi e la nostra vita, siamo fatti della stessa materia dei sogni.
Antonio Ferrin
modena, 5/12/2018