SCRIBERE

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libreria di zurau

martedì 29 gennaio 2019

RIME

Rime che
grondano                                                                                   
nostalgia                               
malinconia
tu dici
Conosci                                               
poesia                                                                           
felice?
Poesia canta
gioia e dolore
vagito                                       
di bimbi
lamento di                                                                                                 
vecchi canuti
distilla lacrime                                                                       
fatica e tormento       
Canta
amore e vita
illusori trastulli.

A.Ferrin                                                                                                                                                modena, 30/1/2019       
                                                       
                     
                                     

domenica 27 gennaio 2019

LIMENTANI


Risultati immagini per foto della shoah



Pietro Limentani dormiva della grossa, e sua moglie Olga, che non tollerava il suo ronfare che richiamava il frastuono di una segheria, aveva già lasciato il letto coniugale per rifugiarsi nel lettino che era stato della loro figlia Ada.
Quella notte Limentani, rigirandosi fra lenzuola e coperte, non si sa perché, avvertito il vuoto al suo fianco, accese la lucina sul comodino, con fatica sedette sul letto e infilò le ciabatte: si diresse nel soggiorno, evitando così la cameretta in cui si era rifugiata Serafina.
Nell'uomo era insorto, improvviso, il desiderio del cicchetto cui a volte cedeva volentieri: versò due
dita di amaretto in uno dei piccolissimi bicchieri di cristallo nei quali i vecchi offrivano i liquori multi colori e preziosi fatti in casa, e versavano il liquido ambrato, di smeraldo o di rubino con la stessa e studiata lentezza con cui gli ospiti lo centellinavano.
Quindi Limentani si lasciò cadere sulla poltrona, impugnò il telecomando e accese il televisore che
proiettava vecchi documentari sulla Shoah: si era infatti in prossimità del "giorno della memoria",
l'anniversario del 27 gennaio del '45, giorno in cui l'Armata Rossa fece irruzione nel Campo di Auschwitz, liberò gli internati sopravvissuti, e trovò molti cadaveri che risultò fossero parte di un immane genocidio, fra i più grandi della storia.
Pietro non aveva gran voglia di rivedere scene viste e riviste ma tant'è, non avendo sonno, volle vedere cosa gli avrebbero propinato: si trattava di una lunga intervista concessa da Simon Wiesenthal
negli anni '70, intervista in cui parlava del Centro Wiesenthal di Vienna, da lui fondato per la ricerca
dei criminali nazisti sfuggiti alla giustizia alla fine dell'ultima guerra mondiale.
Molte delle cose dette da Wiesenthal si sanno da molto tempo, ma non sapevo che gli austriaci, in
rapporto alla popolazione, superassero gli stessi tedeschi nel numero di criminali ricercati per i delitti
contro gli ebrei: svaniva ai miei occhi l'immagine bucolica del contadino pastore dedito alle vacche che pascolano in ameni prati.
La stessa famiglia di Wiesenthal aveva sofferto deportazione e prigionia, e tuttavia egli afferma che la ricerca incessante dei nazisti non sia dovuta a spirito di vendetta, ma piuttosto alla ricerca della giustizia; a questo proposito aggiunge che egli, in quanto ebreo, può perdonare solo il male ricevuto,
e non può perdonare tutto il male arrecato al popolo ebraico.
Ricordo il processo a Eichmann, accusato di aver organizzato lo sterminio nei Lager, e che fu per ciò condannato a morte dalla giustizia israeliana, ma non saprei dire ora quanto incise lo spirito di vendetta degli ebrei rispetto alla ricerca della giustizia.
Israele polemizzò anche con gli scritti di Hanna Arendt, ebrea tedesca che, a proposito di Eichmann e
del genocidio degli ebrei, contraddisse la tesi che la Shoah fosse il "male assoluto ", sostenne invece  la tesi che fosse un'aspetto della "banalità del male" non riconducibile a pochi autori, o solamente al popolo tedesco, e infatti nella storia umana sono innumerevoli gli episodi di "male assoluto", frutto di
responsabilità collettive propri della natura umana e, in quanto tale, ricorrenti.
Evidente, peraltro, l'abisso che corre fra ebraismo e cristianesimo: quest'ultimo con il suo concetto di carità e perdono fu veramente rivoluzionario; lasciamo perdere quando e quante volte i cristiani siano
riusciti a perdonare, e comunque a essere coerenti con la propria fede.
Limentani avvertì la stanchezza, non ne poteva più di questi temi che erano ormai ossessivi e inutilmente laceranti; ne ricercava le motivazioni, ma non ne trovava che di pretestuose per perpetuare l'odio e la vendetta, origine di nuovi, infiniti lutti; d'altra parte chi non auspica che la violenza sia sradicata nell'uomo? Ma questa è una domanda retorica e frutto di una concezione
idealistica o semplicemente velleitaria, poiché la sua natura (la natura umana) è costituita da un groviglio di istinti primordiali, e fra questi la fanno da padrone l'istinto di sopravvivenza, la lotta e l'aggressività per la supremazia e il dominio che cultura e civiltà non riescono a controllare.
L'uomo, ormai stordito dall'alcol e dal sonno al quale cercava di resistere, vagava fra sonno e veglia:
era un ebreo con lontani parenti ebrei disseminati in Europa, e alcuni di essi avevano subito anche persecuzioni ma, in un sussulto di lucidità, chiese a se stesso: nel giorno della memoria, nei fatti, si
enfatizza sopra tutto lo sterminio dei sei milioni di Ebrei a opera dei nazisti, e che ne è degli altri milioni di vittime fra "i diversi come gli LGBT", i Sinti e i Rom, i Testimoni di Geova, gli oppositori politici, internati militari, e i portatori d handicap?
Triste e appesantito dall'angoscia, lasciò la poltrona, spense le luci e si infilò nel letto: non udì il respiro di Olga, né altri rumori nella notte.
A.Ferrin
modena, 27/gennaio/2019



martedì 22 gennaio 2019

ABBAGLI









Piccolo uomo
vorrei accogliere
il mondo                                                               
esplorare                                                                                 
l'animo umano
e mendico
spiragli di luce
nella mia vita
Vorrei vivere
non vivere
senza gioia
come livido
spettro.
A.Ferrin
modena,22/01/2019

domenica 20 gennaio 2019

I DUE VOLTI DELLA VERGOGNA


Infine il terrorista Battista, dopo 37 anni, è stato estradato in Italia dalla Bolivia, e condotto subito in
un carcere di massima sicurezza Sardo.
Battista è stato autore, e condannato, di quattro omicidi commessi negli anni del Brigatismo rosso, e
grazie a governi complici, e a protezioni di sedicenti tutori della libertà, è scampato alle sentenze della giustizia italiana.
Pertanto ho accolto con soddisfazione la sua traduzione nelle nostre carceri, ma è anche opportuno dire della vergogna ricaduta sul nostro Paese grazie al comportamento irresponsabile dei nostri due
ministri degli Interni e della Giustizia.
I due, per chi non l'avesse intuito, sono Bonafede e Salvini che, con il loro protagonismo, si sono disputati le prime pagine dei mezzi di comunicazione, hanno esposto alla gogna un uomo già catturato inscenando un teatrino squallido e miserabile, insomma uno spettacolo di inciviltà.
Ai due politici, in preda a delirio di onnipotenza, è mancata una ghigliottina con cui decapitare il Battisti, e quindi contendersi la sua testa mozzata da mostrare alla folla plaudente.
Un'ultima considerazione: è più facile (almeno in Italia) individuare e punire  un ladruncolo qualsiasi
che un criminale autore di quattro omicidi: non è un paradosso ma una triste realtà, a più gravi
delitti sembra corrispondano una giustizia più lenta, se non l'impunità.
A.Ferrin
modena, 14/01/2019

                           

LEI




Ho visto questo film ieri sera: non avevo letto niente in merito, e pertanto la sua visione mi ha introdotto in un universo a me sconosciuto.
Si tratta del social web, lo sviluppo della cibernetica che crea realtà fittizie, realtà virtuali e magmatiche che possiedono solo la vero somiglianza della verità.
Si afferma che gli strumenti social siano surrogato di relazioni sociali sempre più carenti, e quindi
causa di crescenti solitudini, ma temo invece che le alimentino
I nuovi strumenti informatici sono e saranno capaci di tutto: l’accesso a nuovi mondi virtuali più rassicuranti perché programmati a nostra misura, in base alle nostre esigenze o speranze di vivere una realtà conforme alle aspettative, realtà creata peraltro da strumenti nostri alias, che potrebbero sfuggire al nostro controllo: questo è il rischio sempre corso dagli uomini quando si avventurano in terre ignote.
Il film preconizza un futuro inquietante: una società disumanizzata in balìa delle macchine più sofisticate, di robot “umanizzati”, androidi compositi nei quali è sempre più assente l'umanità, la componente deputata alle funzioni peculiari dell’homo sapiens, "homo sapiens" che sarà privo della
funzione riproduttiva, e conseguentemente della necessaria affettività che, unita all'istinto, è sempre stata funzionale alla conservazione e perpetuazione della Specie.( ho visto in un documentario un pesce ritrovato in atlantico: in esso l'appendice maschile è pressoché atrofizzata)
In  futuro (quanto lontano?) non si porrà questo problema perché sarà affrontato e risolto con una politica genetica rigorosamente selettiva pianificata dai Decisori che presiederanno al controllo della natalità a livello planetario.
Quindi addio alle sovrastrutture mentali create dalla primitiva natura umana, quali filosofia e ideologie varie come l’elaborazione di un pensiero libero, della speculazione religiosa, e delle categorie e valori per i quali l’uomo ha lottato per millenni.
Addio alle passioni e ai sentimenti, e il tutto in misura tale che l’ideologia del nazismo e di tutte le  
idee nichiliste e più autodistruttive del passato saranno un pallido ricordo.
Sono significative nel film le sequenze di un rapporto sessuale virtuale nel collegamento online in cui la coppia si gratifica raggiungendo anche una specie di orgasmo.
Non posso non sottolineare la tristezza che il film comunica: non vi è la magia del corteggiamento,
le ineffabili emozioni epidermiche ma anche profonde degli approcci amorosi, la fusione di corpi e anime. 
A.Ferrin
modena, 8/01/2019

CELLULARE



Un Parroco di Bologna ha inibito ai giovani l'uso dei cellulari nell'Oratorio, e i ragazzi, per tutta
risposta, hanno preferito starsene fuori al freddo piuttosto di rinunciare al telefono.
Non mi sorprende il fatto in se perché è noto ormai il diffuso rifiuto del "sacro"anche se, in Italia,
sarebbe più appropriato parlare di superstizione e idolatria.
Mi sembra un dato di fatto che nella società moderna non c'è posto per la religiosità intesa come
spirito religioso e spiritualità, non necessariamente legata a una determinata dottrina, dottrina che
peraltro è negazione di una vera esperienza religiosa, ovvero un'esperienza di profonda umanità.
A.Ferrin
modena, 8/gennaio/2019

sabato 19 gennaio 2019

VINCENT VAN GOGH





Ho visto il film biografico su Van Gogh che non mi è parso fra i migliori del genere: quello riguardante Egon Schiele mi è piaciuto di più.
Il personaggio Van Gogh seduce senz'altro, e come Von Schiele, anche se in contesti storici diversi,
rientra nella schiera degli "artisti maledetti" che in ogni epoca sono stati vittime in vario modo
di depressione e angoscia che sembrano inscindibili dall'attività creativa.
La loro vita è un'avventura tra eccessi, privazioni e malattie; il pittore olandese è una figura più
romantica e inquietante: ha tratti che possono apparire naif, e invece la sua tavolozza è geniale, con
uno spettro di colori e luce che affascinano.
I suoi quadri di Arles sono vere esplosioni di colori dai gialli del grano maturo ai blu delle notti
stellate, o il nero dei corvi che volteggiano sulle colture assolate.
Tuttavia ammiro anche il primo Van Gogh nella sua terra, quello dei"Mangiatori di patate" seduti
alla povera tavola di contadini.
Mi ha convinto meno la ricostruzione della sua morte: io ero fermo a un suo maldestro tentativo
di suicidio, qui invece la si fa risalire a uno scontro con giovinastri che gli avrebbero procurato
la ferita mortale.
Ma le indagini del tempo registrarono, in base alle dichiarazioni del pittore, che si sarebbe ferito
accidentalmente.
Il pittore morirà in poche ore per le conseguenze della ferita.

A.Ferrin
modena, 8/1/2019

                                                                                                                                                             

NIDI




NIDI 
                                                                                             
Deserti
e tristi
tra fronde cupe                                                            
nell'attesa
di giorni sereni
Chimera lontana
di mondi ignoti                           
smarrita
fra remote stelle                      
Speranza
di bellezza:
un fuoco
arde ancora                                
che ama                 
così viviamo                                                        
tra paure 
che siamo 
terra.

A.Ferrin
Modena,18/01/2019




























































































































































































































































































FUORI DAL MONDO?


Ho deciso di affidarmi a un nuovo gestore della linea telefonica, e pertanto sono privo di internet
dal 1° gennaio; non sono un patito di internet e derivati, tuttavia sono in preda a una sindrome da
astinenza.
D'altra parte, l'abitudine a scrivere con la tastiera fa perdere parte della manualità propria della  scrittura tradizionale: peggiora la grafia, e comunque sono restio a usare carta e penna.
Ho capito anche quanto sia problematico rinunciare del tutto ( questa era stata la mia prima intenzione) ai nuovi strumenti tecnologici: si teorizza di allontanarsi da tutto e da tutti, ma è poco realistico farlo veramente; infatti si è sempre più isolati, né abbiamo cultura e forza per prendere le
distanze dal mondo.
Siamo usciti dal periodo festivo, ma in centro storico i Portici sono ancora invasi dalle musiche
natalizie ossessive e stucchevoli.
A.Ferrin
modena, 6 gennaio 2019