SCRIBERE

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libreria di zurau

sabato 30 novembre 2019

NOVEMBRE


Il piccolo
gioioso                     
la donna
felice
Il cane festoso                                                       
l'uomo assorto
Il vecchio stanco
a mirare fronde
spoglie
d'autunno
Foglie pallide                                               
nella fanghiglia
sotto il cielo
sereno.
A.Ferrin
modena, 30/11/2019                                                                         


giovedì 28 novembre 2019

RE NUDO


Non dire
nudo al Re
coronato
né al prossimo
che tutti
siamo Re
senza corona                                               
Non possiamo
rinunciare
all'illusoria
corazza
di timidi
fantasmi.

modena, 29/11/2020

ETA' DELL'ORO


Io preferisco definirla "Età dell'Oro"; per i Francesi e la storia della cultura, è "La Belle Epoque": il
periodo europeo, a cavallo fra otto/novecento, di grandi fermenti culturali e sociali, anni in cui tutti
credettero di essere "felici", fra speranze e illusioni che sarebbero naufragate con la Guerra 14/18 e
la successiva crisi economica europea.
E io, più terra terra, preferisco estendere questo concetto e riportarlo alla dimensione più personale
e prosaica, nel senso che tutti noi abbiamo vissuto i nostri anni felici, poi contraddetti dalle dure lezioni che la vita impartisce spesso e volentieri in misura ineguale.
Resta il ricordo della mia età dell'oro, ricordo custodito gelosamente come lascito prezioso che mi fa dire :"Eppure ho vissuto!".
E' una magra consolazione? Probabilmente sì ma, per dirla alla francese, c'est la vie.
A.Ferrin
modena,28/11/2019

giovedì 21 novembre 2019

TRA SOGNO E REALTA'

                                                                           

                                                                             
                         SEGRE
                                                                 e la cittadinanza onoraria    
Il Sindaco di Biella, a proposito della Cittadinanza Onoraria rifiutata alla Segre,
ha dichiarato: io sono stato un cretino, lo ammetto e chiedo scusa alla Segre  e a Greggio, il quale ha rifiutato la stessa onorificenza 
per solidarietà con la ex deportata ebrea.
Ma ora si può dire che il Sindaco di Biella è doppiamente cretino!
Greggio invece con lo spot promozionale e autoreferenziale ha fatto rivoltare nella tomba il padre, vera vittima innocente della Seconda Guerra mondiale! Avanzo una proposta che metta fine alla corsa al conferimento di Cittadinanza ad Honorem per la Senatrice a vita: che lei, quale "monumento vivente" di memoria intangibile, sia dichiarata patrimonio dell'Umanità, e si impegni perciò a muoversi fra ricevimenti , orazioni e commemorazioni, portando sul petto il cartiglio che indichi il n°48693, la sua matricola di reclusa in Auschwitz. 
Sarà così soddisfatto l'eterno vittimismo degli Ebrei, e di coloro che, per ipocrisia e opportunismo, strumentalizzano le loro sofferenze passate, presenti, e future
E forse verrà il momento in cui "le anime belle" si ricorderanno delle popolazioni ridotte ancora in schiavitù o alla fame, vittime di conflitti endemici, e di varie condizioni di degrado. Forse, allora, renderanno giustizia ai Kurdi, ricorderanno i milioni di morti armeni e
infine affronteranno l'annosa tragedia dei Palestinesi che sono costretti a vivere errabondi o nei campi profughi in condizioni disumane.
Mi riferisco al diritto dei Kurdi di creare il proprio Stato, ai Palestinesi di vivere in un loro Stato e, in confini sicuri, come è già consentito    allo Stato di Israele.                  

LA CUGINA
Il Papa incontra in Thailandia una cugina missionaria, che gli farà da interprete.
E' singolare che Bergoglio non si sia ancora recato in Argentina, suo Paese natale dove, peraltro non avrebbe bisogno di interpreti. 



WEWORLD FESTIVAL

Si tiene a Milano il festival di WeWorld Onlus
sono invitati personaggi vari della cultura, e tra questi c'è Roberto Saviano, il "graziato" sulla via di Gomorra, onnipresente e onnisciente, ovviamente sotto scorta.
Non è il solo personaggio pubblico "s.s.p.e" sigla che sta per 
"Sotto Scorta Permanente Effettiva". 
  Non si conoscono i costi di questi servizi "ad personam": spero solamente che siano              erogati saggiamente.  

A.Ferrin
21/11/2019


lunedì 18 novembre 2019

A SPASSO

Promesse
nel                                   
sentiero
di sogni                                               
Dove vai?
Stelle spente
dicono di giorno
ormai breve
Non più mercato           
di lusinghe
ozi beati
solo ghirlande
di effimeri
fiori di campo.

Modena,19/11/2020

                                                         

venerdì 15 novembre 2019

KOSAKLAND


Kosakland, è la piccola Patria che i nazisti promisero ai Cosacchi quando questi scesero al loro fianco nella battaglia di Stalingrado.
L'odio di Stalin e dei Soviet per i Cosacchi nasceva dal primo dopoguerra quando, caduto lo Zar e lo
zarismo, era subentrata una feroce guerra civile fra Bolscevichi e Menscevichi, guerra civile nella quale i Cosacchi, sempre fedeli all'impero zarista, avevano avversato la nascente Russia Sovietica.
Con il trionfo dei comunisti, iniziò la persecuzione dei Cosacchi e di tutti gli oppositori del nuovo regime, per i quali si aprirono i Gulag, e la deportazione in Siberia.
Quando, nel '41, la Germania tradì il Patto "Molotov-Ribbentrop" invadendo la Russia, i Cosacchi si
unirono agli invasori che, in cambio dell'alleanza, promisero di cedere al popolo Cosacco nuove terre per edificarvi il loro nuovo Stato.
Ma le vicende belliche condussero alla sconfitta della Germania a Stalingrado, e le Armate tedesche,
incalzate dall'Armata Rossa, furono costrette a ripiegare, anzi a una vera e propria rotta.
I resti dei combattenti Cosacchi, insieme alle famiglie, seguirono i tedeschi nella ritirata verso l'Ovest; era un corteo povero, ( da 30 a 50000 persone) con pochi mezzi, illusi di raggiungere terre
nuove dove avrebbero potuto fermarsi: la loro "terra promessa" era la Carnia in Friuli, ma durante questo esodo i Cosacchi non sono stati trattati meglio di come sono stati trattati gli italiani dagli stessi tedeschi nel corso della comune ritirata dalla Russia.
Gli Alleati incalzavano i Tedeschi dal Sud, e i Partigiani calavano dai monti, i Tedeschi in ritirata su tutti i fronti riparavano in Carinzia, e invece i Cosacchi furono ricacciati verso Est perché Stalin ne pretese la consegna per punirli del il loro "tradimento"; il Generale inglese Alexander dovette obbedire per rispetto di accordi preesistenti fra i vincitori.
I resti di questa umanità di uomini donne e bambini, furono caricati su vagoni-bestiame e ricondotti
in Russia: molti di essi preferirono suicidarsi, altri furono gettati nel fiume Drava, e si pensa che pochi siano sopravvissuti a fatiche, fame e malattie, e poi all'esilio in Siberia.
La Carnia è una terra molto bella, ed è struggente il pensiero che quel popolo disperato abbia per poco vissuto nell'illusione di avere realizzato un sogno.
A.Ferrin
modena, 15/11/2019





mercoledì 13 novembre 2019

ALDA


Ieri sera ho rivisto una biografia di Alda Merini, la poetessa milanese scomparsa nei primi anni 2000.
Il suo nome mi ricorda una delle mie zie, sorella di mia madre: la sua memoria è legata alla mia infanzia perché viveva nella nostra famiglia, in seguito sarebbe vissuta in quella del fratello Attilio e infine presso la sorella Amalia.
Era "zitella", così si diceva un tempo, sempre nell'ombra, al servizio degli altri con generosità e con
abnegazione, raramente ricompensata e gratificata come avrebbe meritato.
La sua presenza era discreta e generosa di ironia e allegria;  ci ha lasciati novantenne, e ne serbo il ricordo con nostalgia.
Di Alda Merini ho letto le vicende sul Corriere dell Sera nei primi anni '80: era amica di Manganelli,
l'intellettuale che scriveva sul "Corriere", e che insieme ad altri ne scoprì il talento poetico.
La storia di Alda poetessa, è prima di tutto storia di una donna, una donna qualsiasi dotata di una non
comune percezione di una "realtà altra", fuori da ogni schema cosiddetto normale, dal conformismo da cui non si può uscire senza incorrere nell'emarginazione sociale, e quindi essere additati come pazzi.
Questa diversità, che inquietava la società "ordinata", era da sempre fronteggiata con la psichiatria e
con il manicomio, manicomi nei quali, chissà perché, erano rinchiusi prima di tutto i soggetti più deboli, privi di tutele e comunque dei ceti più poveri.
Poi venne la "legge Basaglia" con la chiusura dei manicomi, e molti malati ne uscirono obbligando
la società a vivere, a convivere con la malattia mentale, e scoprire così quanto fosse difficile e arduo distinguere tra follia e salute mentale, cioè quanto sia labile il confine tra follia e salute mentale e, a
questo proposito, (è quasi un luogo comune) non pochi si sono sempre chiesti se fossero più matti
i segregati in manicomio, o i cittadini "liberi".
Alda Merini ne è uscita: ha riacquistato la sua "libertà", con i suoi vizi e virtù, rifugiandosi nel suo
quartiere di Porta Ticinese, sulla riva del Naviglio Grande.

**
Nei primi anni'80 lavoravo già con l'Interspazio e frequentavo Milano, ero curioso di conoscere questa Poetessa e così scoprii Ripa di Porta Ticinese dove abitava la Merini; si diceva di lei che fosse
per lo meno "stravagante".
Non conoscevo questa zona di Milano: è sempre stato un quartiere popolare; all'inizio di  Ripa di  Porta Ticinese, all'altezza del 47 c'è l'ingresso della casa in cui abitava la Merini, ci sono andato sapendo che era sempre aperta, che lei faceva entrare liberamente, c'è un piccolo cortile con balconi
tipici delle case di ringhiera.
Il suo ingresso è al piano terra, (ma la memoria può tradire) c'è una targhetta con "Carniti-Merini"; busso, non risponde nessuno, ma basta toccare il portoncino che questo cede aprendosi su una camera grande, immersa in un disordine totale: fogli di carta sparsi ovunque, e molti posacenere, una vecchia  macchina da scrivere, ma lei non c'è, un letto matrimoniale sfatto è addossato a quello che Alda ha definito "il muro degli angeli", zeppo di numeri telefonici messi alla rinfusa, ma anche altre pareti sono istoriate con numeri e pensieri vari: lei scrive dove vuole o le capita.
Non mi sono soffermato perché ero a disagio, e così sono uscito dirigendomi verso la Darsena e, all'altezza del numero 14, c'è il Vicolo dei Lavandai, con i lavatoi di pietra protetti dalla tettoia (non
sapevo che in quel tempo fossero gli uomini a lavare i panni, i bugade').
Così la Merini, nonostante, o grazie ai dieci anni di reclusione in manicomio, con gli immancabili elettroshock, 2 matrimoni e 4  figlie di primo letto, ha maturato grandi capacità di creatività poetica e una libertà di parola da grande affabulatrice.
Ma non sono forse queste le condizioni da cui può scaturire la vera poesia? Se la sofferenza non ti
distrugge, ti dona nuova vita.

**Dopo la sua morte, la casa che aveva occupato è stata svuotata, e le sue cose risistemate nella vicina via Magolfa, in un piccolo museo a lei dedicato.
Qui è stato ricollocato, quasi affresco, anche il suo prezioso,"muro degli angeli".

A.Ferrin
modena, 13/11/2019

lunedì 11 novembre 2019

DILUVIO DI PAROLE


E' la mia opinione, ma anche l'immagine realistica di uno stato di fatto: il diluvio di parole da cui
siamo sommersi nella società dominata dai più sofisticati mezzi di comunicazione di massa.
Siamo catalogati, inquadrati, individuati, pesati dalle tracce che lasciamo nel nostro percorso di vita, 
senza vie di fuga in quanto le nostre catene sono tanto invisibili quanto sicure.
I nuovi strumenti informatici hanno dilatato a dismisura gli spazi di un "mare magnum" inesauribile (apparentemente) della realtà sociale definita "Fluida", che ci rende quasi onnipotenti per il potere
che abbiamo di scorrazzarvi a piacimento e nell'anonimato.
Una prova significativa di questa evoluzione tecnologica è costituita dall'arretramento della carta stampata,** il cui processo produttivo e distributivo è lento: le notizie giungono sempre dopo quelle di radio, social e televisione, e sono inoltre superate dal "tempo reale"dell'immediatezza, e quando fanno capolino, sono già "vecchie" rispetto a quelle urlate.
E' vero che "Verba volant et Scripta manent", che cioè le parole gridate e confuse si volatilizzano presto, e quelle messe "nero su bianco" sono lì fisse, in paziente attesa di lettori più volonterosi e quindi meno propensi a utilizzare parole dalla vita breve come meteore, e che invece coltivano il piacere della ricerca e dell'analisi.
Uno tra i vantaggi della carta stampata è quello di poterla leggere e approfondire, ma lo sforzo è facilmente vanificato dalla incolmabile differente velocità dei due sistemi.           
Infine, questo è più preoccupante, giovani e meno giovani acquistano pochi libri e giornali, e si affidano a Internet, terreno di elezione dei social più diversificati, utilizzando i quali, per le loro caratteristiche, possono essere facilmente preda di manipolazioni e distorsioni. 
Twitter, Facebook, Instagram, dominano con le loro applicazioni : sono scorciatoie stupefacenti, anche utili nella comunicazione, ma che offrono rapidità e immediatezza a scapito della chiarezza. 
Insomma il Cittadino deve impegnarsi molto per districarsi nel ginepraio di fatti e notizie in cui si trova, e avere così più elementi di giudizio per una percezione più verosimile della realtà.
A meno che non sia disposto a rinunciare alla propria libertà, o che non vi abbia già rinunciato.
**le copie vendute sono un decimo di quelle degli anni '80, quelle in digitale non compensano le  perdite del cartaceo.
A.Ferrin
modena, 11/11/2019                                                  

martedì 5 novembre 2019

ANTIFASCISMO


In quale altro Paese d'Europa (o del mondo) oltre all'Italia, si dibatte di Fascismo e Antifascismo a
74 anni dalla fine del 2°conflitto mondiale, e dalla caduta di Fascismo e Nazismo?
L'Italia è ancora invischiata in una disputa tutta ideologica, anacronistica e manichea, con al centro
la storia di questo lungo periodo.
Sembra che gli animi (incredibile!) non siano ancora pacificati o che, per lo meno, non siamo stati
capaci di storicizzare gli avvenimenti, e quindi di fare i conti con noi stessi, per cui ogni occasione è
buona per innescare vecchi scontri e una vieta retorica spacciata per idealismo, mentre invece è pura
ideologia.
Nella realtà italiana influisce negativamente il nostro provincialismo unito al deficit di cultura storica, e la mancanza in noi di "senso di appartenenza".
A.Ferrin
modena, 5/11/2019