E' apparso ieri sul "Corriere della Sera" un articolo a firma di Milena Gabanelli e Simona Ravizza, dal titolo: Il fallimento delle cura a casa. Medici di base, cosa non funziona ovviamente vi si parla della pandemia Covid19 che imperversa nel mondo da circa un anno, e si pensa che ne avremo almeno per un anno ancora prima che un vaccino possa tirarci fuori dai guai. Da semplice cittadino, nel giugno scorso ho inviato all'U.S.L. modenese, all'attenzione dei suoi massimi Dirigenti, una lettera che trattava lo stesso tema: infatti per molti cittadini era già molto chiaro cosa non funzionasse nella strategia messa in atto dal Sistema Sanitario pubblico per contrastare il Virus. Anche i profani avevano compreso che il punto debole dello catena era nella Medicina di Base, cioè i Medici di Famiglia, il presidio più avanzato di prevenzione e cura, e questi si sono barricati negli ambulatori, hanno tenuto a distanza i loro pazienti, gli ospedalieri specializzati hanno diradato le visite e ciò ha portato a una oggettiva perdita di sicurezza sanitaria per i cittadini. Ovviamente non intendo generalizzare, ma affermo che, nonostante la canea che esaltava con enfasi l'eroismo dei medici, in realtà gli eroi ci sono stati, ma molti professionisti sono rimasti al sicuro nelle trincee. Ieri è apparso l'articolo cui ho accennato, articolo in cui si parla di carenze riscontrate, ma lo si fa con prudenza e diplomazia, attenti a non provocare reazioni nelle categorie interessate. Sì, perché gli Ordini Professionali in Italia sono vere fortezze in cui gli iscritti si barricano per rivendicare privilegi e tutele interdette ai comuni cittadini; infatti non sorprende che, nel caso specifico, gli Ordini dei Medici e dei Giornalisti, attenti a non invadere gli spazi reciproci, siano prudentissimi e non approfondiscano le voci allarmate che filtrano da molti mesi, nella e dall'opinione pubblica. Evidentemente deve continuare la narrazione edulcorata di una realtà che non tocchi i manovratori, e in cui si può dire di tutto e di più se le critiche riguardano categorie deboli e meno tutelate. Questi Ordini, a mio parere, hanno poco da spartire con la democrazia perché sono veri poteri costituiti al di sopra delle leggi sempre valide per i cittadini comuni. Cosa ne è stato del documento che ho inviato nel giugno scorso alla U.S.L. modenese? Nulla, se non una risposta corretta nella forma, una risposta dovuta alla personale cortesia del responsabile della comunicazione. Vorrei sbagliare, ma sono pessimista: inefficienza, inadempienze e relative responsabilità sono sotto gli occhi di tutti, ma, come spesso accade, se molti sono i colpevoli nessuno è colpevole. Dunque, arrivano i nostri? No, all'orizzonte non si scorge un cavaliere bianco. modena 12/11/2020
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