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libreria di zurau

martedì 29 novembre 2022

AL TEMPO DEL COVID

Potrei fare riferimento anche ai tempi del colera o della peste perché il Covid è già entrato, di diritto e di fatto, nel novero delle grandi pestilenze che a turno flagellano l'Umanità. Sono un ottantenne che non percepisce il peso specifico di questa età: questi anni li porto a spasso con leggerezza, e ne sono stupito, non ho lo scatto degli anni migliori, e gli inevitabili acciacchi sono ancora accettabili, ma devo usare prudenza e non dirigere lo sguardo oltre l'orizzonte più vicino. Dopo due matrimoni vivo da solo per scelta condivisa, condivisa ma non libera; questo perché io sono geneticamente programmato per la vita di coppia, ovvero per una unione quasi simbiotica con la donna, ma il mio idealismo perfetto non ha pagato. Colpa mia? Sua? Loro? Ciò che conta è il fallimento come dura replica della realtà, e la stessa mia vocazione all'unione e all'amore "per sempre", mi pone nella condizione più difficile per gestire la  solitudine: posso escogitare qualsiasi artificio per riempire il vuoto che mi possiede, ma spesso l'impresa é proibitiva e, sconsolato, penso semplicemente che non ho saputo cogliere le occasioni offerte dalla vita. Vengo al punto; la vita di coppia e famigliare non è fatta solo di belle parole, ideali ineffabili e dolcezze d'amore, ma anche di aspetti più prosaici e concreti: è una società solidale di mutuo soccorso che come collante ha, o dovrebbe avere, i sentimenti, condizione che esprime il valore più elevato proprio in presenza di fragilità e precarietà sociale; d'altra parte la solidità dell'unione si tempra nelle difficoltà, e perciò si presume che quelle circostanze siano le più adatte per metterla alla prova, e tuttavia i sentimenti possono essere fuorvianti quando non sono governati dalla ragione. Quale è la giornata tipo di un pensionato ottantenne al tempo del Covid 19? Prima di tutto la giornata è piena dell'impegno per renderla meno banale e squallida possibile, e il risultato non è scontato. Dunque lascio il letto molto presto, abitudine presa nella vita di Collegio e nel Servizio di Leva. La notte è affollata di sogni, sogni complessi ricchi di vicende frutto di una produzione onirica di cui spesso mi sfuggono origine e significato, ma che comunque mi precipita in un mondo fantastico, quasi alieno, poi vedo la luce dell'alba e ho bisogno di alzarmi, preso da una felice frenesia e urgenza di vivere, quasi il sonno mi privasse della vita vera; allora mi dedico all'igiene personale e quindi alla prima colazione, frugale e frettolosa, mentre ricordo la prima colazione del Nord europeo, simile al rito di un vero pasto, quando alla Pension Bianca di Basilea, gli ospiti si ritrovavano al grande tavolo serviti dalla fida Maria. Riordino la camera da letto a apro le finestre, ma non sempre nell'ordine: ho smarrito parte del "metodo" cui è improntata la vita di collegio o della caserma; ma dell'altana che occupo sono il tuttofare, e pertanto indugio ancora nelle piccole faccende domestiche e mi appresto a uscire di casa perché voglio acquistare i quotidiani: è l'appuntamento che non posso mancare. Quindi è il momento delle bollette da pagare, della burocrazia e delle compere, di guasti e riparazioni, di farmacie e negozi, e in questi giorni è iniziata pure la raccolta differenziata dei rifiuti domestici, organizzata in maniera empirica e, d'altra parte, già organizzata anni addietro, ma fallita: ora spero abbia una sorte migliore, ma sappiamo anche di essere dotati di scarso senso civico; ricordo la meraviglia e lo stupore quando nei primi anni '60 visitai, anche per lavoro, Svizzera, Germania e Olanda, Paesi in cui risaltavano ordine e civismo. Non cito la Francia perché non mi offrì la stessa immagine; proseguendo nella descrizione della mia giornata, causa Pandemia, ormai da due anni viviamo fra isolamento, emergenza sanitaria, restrizioni e limitazioni varie, con tensioni e paure, mascherine, con decine di migliaia di vittime, con spettacoli pubblici annullati o limitati, e con la colonna sonora fatta dalla verbosità di infettivologi e profeti di sventura, e tutto ciò non solo in Italia ma in tutta la terra. Non mi piace cucinare, e allora preparo pochi piatti, ovvero l'essenziale per non cadere in anoressia, o mi limito allo spuntino veloce al bar perché non amo sedermi a tavola tutto solo e, infine, a volte frequento la cucina esotica; impiego il tempo libero principalmente nella lettura: rari i libri nuovi perché preferisco sfogliare libri già letti che meritano, e che dopo molti anni offrono ancora sorprese e riscoperte. Aggiungo un certo interesse per l'attualità politica e sociale: tra le novità c'è il proditorio attacco armato della Russia all'Ucraina, aggressione che aggrava il quadro angoscioso dell'atmosfera che respiriamo, e c'é anche (ma è una guerra continua) la lotta dei palestinesi contro Israele per la propria libertà; inoltre, nonostante io cerchi di fuggirla, la cronaca nera entra nella vita quotidiana in mille modi, e infine mi dedico al Blog che cerco di aggiornare puntualmente.                                                                                                                E' dunque incontestabile il fatto che noi, donne e uomini, sosteniamo una lotta impari per la nostra sopravvivenza, anche contro le necessità e leggi della natura.                                                              Eppure viviamo! 

A. Ferrin

modena, 28/11/2022


giovedì 24 novembre 2022

IL SOLE

Mi aggiro senza meta nei pressi del mio rifugio, rifugio che in realtà non ne ha le caratteristiche: non si è isolati dal contesto urbano e umano che preme e penetra nella tua intimità, privandoti di aria e spazio perché io, come tutti, possa gestire la già scarsa libertà.                                                                             E mentre incrocio i miei simili affaccendati e incupiti nei loro pensieri, noto che gli esseri più felici sono i cani al guinzaglio dei padroni e i bambini che sognano beati nelle carrozzine, quasi che regredire allo stato di incoscienza sia la condizione per attingere uno stato di grazia, ovvero dare una ragion d'essere alla nostra esistenza. Sono cose ripetute: infatti, la nostra condizione non muta con la frequenza delle sciagure che invece piovono anche quando pensiamo di esserne al riparo!                                        Metto al bando sintomi di depressione incipiente, e così mi impegno a vedere il bicchiere mezzo pieno: il sole che oggi risplende, i miei figli e le nipoti che stanno bene, che ho dormito bene (prostata permettendo), le piccole notizie positive a fronte delle molte più negative, il piacere di ascoltare uomini di cultura e divulgatori appassionati che mostrano di credere in ciò che dicono, e persino le brighe della politica che sembrano più tollerabili. Per un attimo hai una visione più serena della vita, credi che un pizzico di buona volontà e generosità in più sarebbero sufficienti per superare i problemi indotti dalla forzata e necessaria convivenza sociale ma, un demone tutto umano e nostro, congiura in noi e contro di noi: teme la nostra libertà, che cioè possiamo essere felici. Ma, a dispetto dei buoni propositi, basta scorrere i titoli del quotidiano acquistato per mettere a dura prova il briciolo di serenità vagheggiata e,  infatti, qui emergono i titoli in grassetto circa i delitti più efferati consumati in questi ultimi giorni e ancora insoluti: è uno stillicidio di ferocia tra esseri umani che sgomenta.                                        Fuggo con la mente dai pensieri molesti e fantastico la vita pastorale che vedo illustrata in alcune trasmissioni dove armenti in transumanza, greggi governate da cani sapienti e casari di antico mestiere sembrano uscire dai dipinti di Segantini o Fattori; ma, ahimè, sono sempre stato Cittadino, e così morirò. 

A.Ferrin                                                                                                                                                          modena, 23/11/2022

mercoledì 16 novembre 2022

VENTO D'AMORE

Vento caldo    

d'amore 

stagione d'innocenza 

smarrita 

Stremati e felici                                                                                                                                            andiamo  

poveri e ignari                   

al declino                                                                                                                                                      dell'ultimo sole.

modena, 16/11/2022                                                                                                                                                        

martedì 8 novembre 2022

PACIFISTI

Può esserci più di una pace? Ci si può dividere davanti alla Pace? Evidentemente no! Persino i capi religiosi ne parlano con accenti diversi; sono concetti assoluti e indivisibili: essi possono essere piegati secondo le convenienze del momento solo da fumisterie e sofismi nonché dal funambolismo di cui la nostra mente è capace. Grazie al relativismo, altro comodo espediente, riusciamo a vivere solo relativisticamente perché siamo maestri nella manipolazione di idee, cose e fatti.                                      Allora perché sorprendersi del fatto che alcuni manifestino a Milano e altri a Roma: l'ideale è già corrotto e depotenziato, e non aiuta la babele di lingue che confonde e impedisce di individuare un barlume di luce. Si spiega così il proliferare di movimenti pacifisti multicolori forti del loro dogmatismo che spesso sconfina nell'arroganza: quale pace dunque se si vuole imporre una certa idea di pace? Emblematica in questo senso la lacerazione sociale causata dall'aggressione della Russia alla Ucraina: c'è un grande pericolo all'orizzonte causato dal larvato (in verità non molto larvato) convincimento che la pace dipenda dalla rinuncia dell'aggredito (Ucraina) alla propria difesa.                E del Diritto ne facciamo carta straccia? La stessa cosa avviene nel caso delle navi ONG che vogliono attraccare negli scali italiani per scaricarvi il loro carico di dolore; ovviamente il problema non è rappresentato dai migranti in fuga, ma piuttosto dalle "anime belle" delle ONG che, mossi dal sacro fuoco della loro missione, credono di potere ignorare o farsi beffa di ogni legge.                                      Ma i nuovi Mosé ignorano che l'Europa non è il Sinai di 3/4 mila anni addietro! Insomma, se la nascita della legge è stata necessaria agli albori della civiltà umana, oggi lo è maggiormente per i pericoli che essa corre.

A. Ferrin                                                                                                                                                      modena, 8/11/2022 


venerdì 4 novembre 2022

FASCISMO

 

Da tempo, forse da sempre, rifletto sul perché si parli tanto del Fascismo a ottant'anni dalla caduta di quel regime; penso, forse ingenuamente, che dopo 80 anni dovremmo considerare quel periodo con maggiore distacco, ossia meno condizionati dalle passioni del momento, ma così non è. Dunque perché? Gli uni ritengono di essere tra quelli che hanno vinto la guerra e la lotta partigiana e strumentalizzano la storia per condurre una loro guerra infinita, e con questi è fatica inutile sperare in un'autentica pacificazione. Insomma si tratta di un odio ideologico che sopravvive alle distruzioni e sciagure provocate dalla guerra, e che rischia di perpetuare meccanismi che possono condurre alle stesse tragedie del passato, e d'altra parte siamo testimoni dei mille conflitti che, più o meno dimenticati o sottovalutati, passano inosservati ma che, quasi fenomeni carsici, possono riapparire come fiumi devastanti. Sono nato 6 mesi prima della caduta del Regime fascista, e perciò non ho vissuto quell'esperienza, ma dalle mie letture ricavo che Mussolini e il Fascismo hanno instaurato la Dittatura in una fase storica propizia per l'affermazione delle ideologie dogmatiche e totalitarie in Europa, vedi Comunismo, Fascismo e Nazismo, movimenti che fecero proseliti in tutto il mondo.                            Larghi settori delle società interessate subirono il fascino delle nuove ideologie, ne seguirono suggestioni e deliri che solo a fronte di grandi disillusioni, furono poi abbandonate.                                L'odio in Italia, come residuo dei conflitti, (principalmente della guerra civile che ci ha funestato nel periodo '43/'45), è sopravvissuto a lungo, e le sue tracce sono ancora fra noi: avvelenano le relazioni e la politica rendendone problematico il superamento. Queste le ragioni per le quali molte polemiche politiche mi sembrano pretestuose, insomma credo che tutto risieda nella nostra incapacità di elaborare e storicizzare gli eventi; tuttavia, nell'ostinazione con cui i "migliori" danno la caccia agli "untori" (leggi ex fascisti e nostalgici di Mussolini) c'é dell'altro, cioè gli italiani scontano il complesso di colpa per avere osannato il fascismo e Mussolini, di essersi inorgogliti per l'Impero conquistato e di avere donato il proprio oro al Regime, fieri inoltre delle riforme sociali e le realizzazioni urbanistiche, nonché per la politica di potenza, e tutto perché si sono accorti troppo tardi del vuoto dietro le scenografie di cartapesta, della grottesca recita collettiva.                                                                                                  E tra i più accaniti nella caccia agli "untori fascisti" sono gli stessi apostati che, come accade a tutti gli apostati, conservano sentimenti ambivalenti per il proprio passato, cioè di amore-odio per ciò che è parte della loro vita.                                                                                                                              Dopo molti anni dalla loro scomparsa, penso ai miei genitori con nostalgia;  memore ancora della loro esperienza sotto il fascismo, esperienza che raccontavano con un certo distacco e serenità mostrando di averla vissuta come una delle tante stagioni della vita di ogni uomo e donna, e comunque scevra da odio e dogmatismo. Peraltro i miei genitori riandavano con nostalgia a quel periodo in cui la famiglia era numerosa e i figli ancora piccoli, senza però lamentare ristrettezze particolari, mentre mio padre era fiero di percepire una paga mensile di oltre 1000 Lire!                                                                                                                               

A. Ferrin                                                                                                                                                        modena, 4/11/2022