SCRIBERE

SCRIBERE
libreria di zurau

giovedì 24 novembre 2022

IL SOLE

Mi aggiro senza meta nei pressi del mio rifugio, rifugio che in realtà non ne ha le caratteristiche: non si è isolati dal contesto urbano e umano che preme e penetra nella tua intimità, privandoti di aria e spazio perché io, come tutti, possa gestire la già scarsa libertà.                                                                             E mentre incrocio i miei simili affaccendati e incupiti nei loro pensieri, noto che gli esseri più felici sono i cani al guinzaglio dei padroni e i bambini che sognano beati nelle carrozzine, quasi che regredire allo stato di incoscienza sia la condizione per attingere uno stato di grazia, ovvero dare una ragion d'essere alla nostra esistenza. Sono cose ripetute: infatti, la nostra condizione non muta con la frequenza delle sciagure che invece piovono anche quando pensiamo di esserne al riparo!                                        Metto al bando sintomi di depressione incipiente, e così mi impegno a vedere il bicchiere mezzo pieno: il sole che oggi risplende, i miei figli e le nipoti che stanno bene, che ho dormito bene (prostata permettendo), le piccole notizie positive a fronte delle molte più negative, il piacere di ascoltare uomini di cultura e divulgatori appassionati che mostrano di credere in ciò che dicono, e persino le brighe della politica che sembrano più tollerabili. Per un attimo hai una visione più serena della vita, credi che un pizzico di buona volontà e generosità in più sarebbero sufficienti per superare i problemi indotti dalla forzata e necessaria convivenza sociale ma, un demone tutto umano e nostro, congiura in noi e contro di noi: teme la nostra libertà, che cioè possiamo essere felici. Ma, a dispetto dei buoni propositi, basta scorrere i titoli del quotidiano acquistato per mettere a dura prova il briciolo di serenità vagheggiata e,  infatti, qui emergono i titoli in grassetto circa i delitti più efferati consumati in questi ultimi giorni e ancora insoluti: è uno stillicidio di ferocia tra esseri umani che sgomenta.                                        Fuggo con la mente dai pensieri molesti e fantastico la vita pastorale che vedo illustrata in alcune trasmissioni dove armenti in transumanza, greggi governate da cani sapienti e casari di antico mestiere sembrano uscire dai dipinti di Segantini o Fattori; ma, ahimè, sono sempre stato Cittadino, e così morirò. 

A.Ferrin                                                                                                                                                          modena, 23/11/2022

Nessun commento:

Posta un commento