Può esserci più di una pace? Ci si può dividere davanti alla Pace? Evidentemente no! Persino i capi religiosi ne parlano con accenti diversi; sono concetti assoluti e indivisibili: essi possono essere piegati secondo le convenienze del momento solo da fumisterie e sofismi nonché dal funambolismo di cui la nostra mente è capace. Grazie al relativismo, altro comodo espediente, riusciamo a vivere solo relativisticamente perché siamo maestri nella manipolazione di idee, cose e fatti. Allora perché sorprendersi del fatto che alcuni manifestino a Milano e altri a Roma: l'ideale è già corrotto e depotenziato, e non aiuta la babele di lingue che confonde e impedisce di individuare un barlume di luce. Si spiega così il proliferare di movimenti pacifisti multicolori forti del loro dogmatismo che spesso sconfina nell'arroganza: quale pace dunque se si vuole imporre una certa idea di pace? Emblematica in questo senso la lacerazione sociale causata dall'aggressione della Russia alla Ucraina: c'è un grande pericolo all'orizzonte causato dal larvato (in verità non molto larvato) convincimento che la pace dipenda dalla rinuncia dell'aggredito (Ucraina) alla propria difesa. E del Diritto ne facciamo carta straccia? La stessa cosa avviene nel caso delle navi ONG che vogliono attraccare negli scali italiani per scaricarvi il loro carico di dolore; ovviamente il problema non è rappresentato dai migranti in fuga, ma piuttosto dalle "anime belle" delle ONG che, mossi dal sacro fuoco della loro missione, credono di potere ignorare o farsi beffa di ogni legge. Ma i nuovi Mosé ignorano che l'Europa non è il Sinai di 3/4 mila anni addietro! Insomma, se la nascita della legge è stata necessaria agli albori della civiltà umana, oggi lo è maggiormente per i pericoli che essa corre.
A. Ferrin modena, 8/11/2022
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