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libreria di zurau

domenica 26 febbraio 2023

TANTO TUONO' CHE PIOVVE

Tanto tuonò che piovve...ecco, dopo avere lamentato la siccità incombente e temuta, piove! Senonché ora temiamo i dissesti idrogeologici causati dall'acqua che viene giù a catinelle, sì, perché abbiamo dimenticato che il nostro Paese è fragile e vulnerabile all'aggressione degli eventi atmosferici e terrestri più violenti. Guardiamo l'ultimo esempio, clamoroso e scandaloso, di Rigopiano dove, alla superficialità e incuria degli amministratori, si somma la sentenza che offende la ragione e le vittime; poi, dramma nel dramma, al flagello si aggiunge l'immancabile recita collettiva di pietà e condoglianze, ostentate con le solite promesse di "mai più"! Quante volte le abbiamo udite? E quante ne abbiamo dimenticate?            Nel pieno dell'emozione ci ricordiamo della terra trascurata e violentata dal nostro egoismo e voracità, riconosciamo le nostre negligenze ma, placata l'onda dell'emotività, perseveriamo nelle peggiori azioni distruttive verso la natura e di autolesionismo per la nostra Specie.             

A. Ferrin                                                                                                                                           27/2/2023  

giovedì 16 febbraio 2023

CANI e PADRONI

Il cane fedele amico dell'uomo: fiumi di inchiostro trasmettono questa immagine edificante e commovente, immagine confermata ogni qualvolta incontriamo il cane e il suo proprietario. Il cane rivela subito l'indole gregaria con la totale sottomissione al suo padrone, e l'uomo spesso non si fa scrupolo di ricambiarlo con l'esercizio del suo potere: è sufficiente frequentare marciapiedi e spazi verdi per constatarlo; vedo cani in adorazione dei padroni dai quali vorrebbero attenzione, e che invece li strattonano vietando loro i sentieri odorosi. Ma esistono anche proprietari virtuosi che passeggiano col cane, lo assecondano e lo liberano dal guinzaglio, non tralasciando di raccoglierne le deiezioni. E poi quelli capaci di interloquire con essi, e allora si coglie la meraviglia di questo animale che mostra intelligenza e sensibilità esprimendo affettività e devozione. Esiste anche un aspetto più deteriore del rapporto uomo cane: qui si distinguono le donne che umanizzano troppo l'animale figurando rapporti materni e di figliolanza, con il rischio di snaturare e rendere grottesco lo stesso rapporto. E' superfluo ricordare le teorie di psicologi che, riguardo all'investimento affettivo degli umani negli animali da compagnia, parlano di animali come proiezione e protesi della personalità, di animali come oggetti o status symbol: può essere vero ma scandaloso no.                                                                                        Vi sono mille altri conforti-placebo di cui siamo alla ricerca per soddisfare la nostra sete di consolazione, e molti di questi sono meno commendevoli dell'affetto nutrito per gli animali che peraltro sono spesso oggetto anche del sadismo e dell'ingratitudine umana. Nella famiglia abbiamo avuto più di un cane: mio padre era un cacciatore esperto, e in quel tempo, dopo il secondo conflitto mondiale la caccia era provvidenziale per riuscire a sfamare una famiglia numerosa come la nostra; dunque il primo cane che ricordo è Dora, una Setter irlandese dal pelo fulvo e setoso, poi fu la volta di Diana, maculata bianca e nera, e infine Tommy, un Bracco marrone e il muso nero, ma di Dora ho il ricordo più vivo perché legato all'infanzia. Mio padre sosteneva che il cane, in particolare i cani da caccia, devono riconoscere il loro padrone come capobranco per potergli obbedire, e infatti impartiva ordini perentori, in altri termini non usava Dora come pet-therapy, ma come strumento di caccia. E tuttavia Dora era molto intelligente, più di molti uomini; mio fratello Gelindo, primogenito della nostra famiglia,  raccontava un aneddoto esilarante, se non grottesco. Una mattina d'autunno nostro padre Leone lo tirò giù dal letto e lo portò in bicicletta nella piana presso la foce del Neto, era vestito come si conviene: stivali fino all'inguine, giubbotto e giberna, tascapane e cartuccera, l'inseparabile doppietta, e Dora li seguiva docilmente. Giunti sulla sponda del Neto proseguirono a piedi e mio padre già scrutava le acque del fiume e il terreno circostante: la battuta di caccia prometteva un buon carniere perché abbondavano  beccacce, folaghe, gallinelle e anatre, e infatti alcune prede erano già appese alla bicicletta. A un tratto Leone intravide una bella anatra screziata posata sull'acqua: imbracciò e prese la mira, mentre Dora osservava, nostro padre premette il grilletto e intimò a Dora, vai! Dora non si mosse e solo allora Leone realizzò di avere colpito un richiamo da caccia.                                                            In seguito fummo ingrati con Dora: Leone dovette trasferirsi a Ferrara con la famiglia e giocoforza, ma con grande nostro dispiacere, lasciò il cane in custodia a un suo amico cacciatore .

Ferrin                                                                                                                                                  modena,16/2/2023 

domenica 12 febbraio 2023

DIES IRAE

Non sono interessato a riti esoterici, tarocchi, cabbale, macumbe, congiunzioni astrali e simili, resti di credenze e suggestioni primitive, ma le coincidenze che sulle prime sembrano semplici casualità, a volte sono più inquietanti. D'altra parte, volere indagare la produzione onirica notturna, è un esercizio arduo e affascinante che, per sua natura, sfugge al nostro controllo; questa notte, come raramente accade, ero immerso in un sonno profondo in cui ero protagonista di un sogno complesso, sogno di estrema cupezza e atmosfera "gotica", quando  mi sono svegliato nella penombra della camera mentre la radio, sintonizzata sulla Terza Rete, diffondeva le note del Requiem mozartiano proprio nell'attimo in cui si dispiegava il potente coro del Dies Irae.                                                                                                                            Ho ascoltato il Requiem, chiedendomi quale fosse il significato di tutto ciò, o forse non significava nulla? Ho ricacciato l'angoscia che voleva farmi compagnia e, girato il fianco, ho ripreso il sonno.

A. Ferrin                                                                                                                                                            modena, 12/2/2023

venerdì 10 febbraio 2023

COMPAGNIA DELLA BUONA MORTE

Osservate la fotografia, apparsa oggi sul Corriere, che ritrae un gruppo dell'"Associazione Luca Coscioni", organizzatrice dell'ultimo viaggio di una malata terminale verso la Svizzera dove praticare il suicidio assistito: è un'immagine inquietante in cui gli attivisti mostrano compunzione e soddisfazione discreta per il compito assolto, ma anche lo sguardo assente e quasi ieratico per la ferale missione portata a termine. Ma nello stesso tempo non posso tacere che questi personaggi richiamano alla memoria gli Zombi che si nutrono del sangue di altri esseri, che cioè sono in ricerca continua di uomini disperati annientati dal dolore e che, stremati, si affidano alle mani di moderni Caronte. I volti di questi monatti di un' umanità esangue sono lividi e assenti: nutrono forse dubbi circa il loro gesto "edificante"? Ho pietà e vicinanza per le povere vittime sacrificate alla morte: pietà perché sono fiaccate dal male, ma non per chi ne officia le esequie. Alcuni obietteranno che questi signori sono in buona fede, e che sono spinti da nobili intenzioni ma, ammesso che così sia, resta il fatto che l'oscurità dell'animo umano è lastricata di buone intenzioni. 

Ferrin

modena, 10/2/2023