Ho rivisto questo film ieri sera. Quando è apparso nelle sale mi incuriosì, e mi recai al Truffaut (?)per vederlo, ma quasi subito lasciai la sala perché non ne sopportavo la visione. Ieri sera invece ho deciso di vederlo. Da buon masochista mi sono fatto male. La pellicola è bella, ben confezionata e recitata da due primissimi attori: la Colman, la figlia Anna, e Hopkins, il padre Antony. Mi identifico subito col padre ottantenne alle prese con l'Alzheimer incipiente; io non ho motivo di essere preoccupato, almeno così penso, ma da anziani è quasi normale essere un poco ipocondriaci. E' struggente la parabola del padre, disorientato dai segni del male che lo rendono sempre più incerto e inconsapevole di se: senza passato e presente e meno ancora di futuro. La figlia invece deve procedere, pensare al suo lavoro e al proprio futuro. E' atroce l'epilogo della vita di Antony: il progredire del male lo conduce in Casa di Cura e al piano inclinato della regressione allo stato infantile, piange e invoca la "mamma", invocazione cui risponde la giovane infermiera che lo accudisce.
Modena, 3/4/2024
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