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libreria di zurau

lunedì 9 maggio 2016

SULLA STRADA



                                                            SULLA STRADA




Mi reco all'Ospedale di Vignola per visita di controllo dopo l'intervento chirurgico: l'appuntamento
è fissato per le 15,30, ma ho deciso di partire in corriera questa mattina perché non ho voluto
coinvolgere e impegnare le mie figlie e un amico che si era detto disposto ad accompagnarmi laggiù.
Così sono andato in Autostazione, un luogo anonimo e anche fatiscente, è da moltissimi anni che non
utilizzo questo mezzo e ne ho un ricordo molto lontano nel tempo.
La memoria mi riporta agli anni '50, gli anni del Collegio, quando si partiva per le vacanze estive o per le istruttive visite turistiche in Italia, e sono indimenticabili i lunghi tragitti necessari per giungere
in Trentino, e memorabile la nausea da mal d'auto che colpiva noi ragazzi quando la corriera percorreva la tortuosa Gardesana orientale o i tornanti delle valli alpine.( A quel tempo non c'erano Autostada del Sole, né Autobrennero!)
E non escludo che nausea e malesseri vari fossero provocati dall'odore nauseabondo di cui erano
impregnate le corriere dove, peraltro, non era vietato fumare.
Ma ora sono in attesa della Corriera che mi porti a Vignola: la sala è animata dai passeggeri in
partenza per le varie destinazioni, passeggeri che rappresentano plasticamente la composizione sociale
del "viaggiatore tipo" che non ha la macchina e si affida al mezzo pubblico, e testimoniano anche la stratificazione di tipo economico: tra essi gli extracomunitari e gli immigrati prevalgono.
Come è mia abitudine, sono disponibile alle nuove esperienze perché sono curioso di quanto mi accade
intorno, e sono felice quando infine posso salire in corriera dove, per fortuna, occupo il posto libero
accanto a una ragazza molto carina.
Già questo incontro fortuito mi permette di ricredermi circa molti "luoghi comuni" di cui siamo vittime, più o meno consapevolmente: ciò è dovuto alla nostra vita sociale "appartata", in gruppi chiusi, privi di comunicazione e scambi, e ciò conduce al pregiudizio e al timore dell'altro.
Non si comunica con i giovani, e allora questi diventano strani, oggetti misteriosi, perché noi adulti
abbiamo dimenticato la nostra gioventù, diffidiamo degli immigrati e li guardiamo con sospetto, ma sono solamente diversi da noi, come lo siamo noi per loro.
Insomma la diversità, le diversità sono una peculiarità del mondo animale, mondo di cui siamo parte
a pieno titolo.
Ma devo dire che qualcosa accomuna giovani e meno giovani, italiani e stranieri, belli e brutti, ricchi
e poveri: la mancanza delle buone maniere, del rispetto di regole di comportamento civile nei luoghi
pubblici e con la cosa pubblica e con ciò non intendo generalizzare.
Ma la ragazza che siede al mio fianco è perfetta, corretta nei modi e nel linguaggio, quasi timida e pudica al punto che molti suoi coetanei potrebbero definirla "nata vecchia".
Per il resto quasi tutti i viaggiatori sono immersi nei loro I Phone, Smart e video, e non si curano d'altro, parlano a voce alta ( in ciò si distinguono i neri), salgono a bordo sprovvisti di biglietto con
una disinvoltura che sfiora la prepotenza, ( in questo si distinguono gli arabi) e perciò non dovrei sorprendermi quando nei pressi di San Vito sale a bordo una pattuglia di 4, quattro controllori.
Infatti, al mio stupore, il conducente afferma che ciò è necessario perché i gruppi di "portoghesi" colti
in fallo spesso reagiscono aggredendo il personale dell'azienda di trasporti.
Distratto dalla mia passione per la ricerca sociale, mi sfugge in parte la visione della campagna di
Vignola in pieno sole, ancora punteggiata di ciliegi in fiore, una terra lussureggiante, molto ricca, che qui diventa sempre più mossa da balze che guardano l'Appennino che incombe.
Ma eccomi in Ospedale a Vignola, vado subito in Chirurgia dove invano spero di rivedere i due
novantenni che ho lasciati agonizzanti.
E' tutto molto triste, ma è anche preoccupante che io cerchi di essere sempre vicino alla morte, che mi aggiri comunque nei suoi paraggi.


Antonio Ferrin

Modena 6 Maggio 2016

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