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libreria di zurau

venerdì 20 maggio 2016

RITORNO A MUTINA



                                                     
                                                                 

Finalmente, al termine di un viaggio avventuroso, sono rientrato a Modena.
La via Emilia è inagibile per i ponti crollati e le strade sconvolte, così come la linea ferroviaria Bologna-Milano è fuori uso perché manca l'energia elettrica e i treni, bloccati sulla massicciata sono
ormai preda di disperati in fuga dalla città e in cerca di rifugio.
Mancano notizie di prima mano, ci si deve accontentare di "sentito dire" con tutto quanto ciò può
significare: i fatti certi sono pochi, ma sufficienti per descrivere una realtà ancora inimmaginabile  nei primi anni '80 del secolo scorso.
Dopo anni di degrado pubblico e privato, di ondate di immigrati provenienti da Africa, Medio-Estremo Oriente e addirittura Centro America, in presenza di una denatalità inarrestabile, la condizione geopolitica e umana del Continente è cambiata radicalmente: gli Stati nordeuropei sono riusciti a creare un "cordone sanitario" che li separa da quelli meridionali, con il risultato che l'Italia
con i suoi venticinque milioni di immigrati è ormai in mani extracomunitarie, la Francia ha lasciato la sua Provenza agli arabi e al Terzo mondo, e la Spagna, che infine era riuscita ad annettersi Gibilterra, ha fatto di questa un'eccellente porta di ingresso in Europa per le  popolazioni affamate provenienti dal centro e nord Africa, il Belgio è praticamente estinto: francofoni e fiamminghi sono tacitamente
controllati e amministrati da francesi e tedeschi.
La Germania, che già controllava i Fiamminghi, si è annessa  l'Austria, realizzando così il vecchio progetto Hitleriano, e ora presidia in forze il confine con l'Alto Adige.
La Svizzera, infine, dal marasma economico e sociale in cui è piombata l'Europa, ha tratto nuova linfa per la sua sopravvivenza, potenziando così il suo ruolo di storica cassaforte rifugio per i capitali di equivoca e dubbia provenienza, e per le immense risorse occulte vaganti nel mondo.
Le cause di tutto ciò sono ovviamente molto complesse e non univoche; prendiamo l'Italia, sempre priva di un vero potere pubblico accettato e rispettato dai cittadini, ma piuttosto in balia di fazioni
economico-politiche impegnate in lotte fratricide per spartirsi il "malloppo", è precipitata in un clima di corruzione diffusa e resistente a ogni azione moralizzatrice, azioni peraltro velleitarie e di pura facciata.
Determinante è stato anche il fallimento dell'Unione Europea, dove l'ideale forte e nobile di una Europa unita è stato sconfitto dagli egoismi di tutte le parti in gioco, dei forti contro i deboli.
Pertanto un'Italia allo sbando, con una classe politica incapace di reagire e organizzare una qualsiasi
autodifesa, e invece propensa a ricorrere a ogni mezzo lecito e illecito per trovare salvezza in qualche
isola felice, in anguste valli dimenticate da Dio e dagli uomini, o a rifugiarsi su palafitte sorte su acque incontrollate che si sono riappropriate dei loro antichi terreni.
Questi transfughi hanno allestito proprie milizie armate che compiono scorrerie in Modena e dintorni
in spregio di ogni legge di giustizia e umanità.
Dunque sono rientrato in città da nord, presso la Cittadella, e sono subito sgomento per le rovine
che intralciano il cammino, e penso subito con gioia alle mie figlie che con la madre sono al sicuro nell'alta Val d'ossola, con Maurizio e la sua famiglia.
Sono stremato dalla fatica e dagli stenti patiti, ma sono preso dal desiderio e curiosità di rivedere Modena, l'antica Mutina dei Romani.
Ho saputo che la più folta comunità di immigrati, di origine nordafricana, si è insediata nei quartieri medioevali, e che si appresterebbe a ripristinare una parte delle mura cittadine utili per la sua difesa;
in molti palazzi storici vive asserragliata ciò che resta della borghesia modenese protetta da soldati di ventura.
Molti facoltosi modenesi, sognando un'impossibile ritorno alle origini, hanno ripreso possesso delle loro Ville fortificate nel forese, e altri ancora hanno occupato le vecchie caserme dell'esercito italiano dismesse da moltissimi anni, e alle cui garitte di vedetta appaiono come fantasmi volontari armati che guardano strade deserte e mute: ma chi oserebbe avventurarsi in questa città, di notte, fuori dai rifugi e lontano da mura amiche?
In città sono numerose le moschee ricavate da chiese i cui campanili sono ora minareti che svettano sui borghi medioevali. Mi aggiro nei pressi dell' antico mercato coperto che, ampliato con l'annessione di molti negozi vicini, è ora un vero suk orientale pervaso dagli inconfondibili aromi e sentori di spezie e nel quale donne, uomini e bambini si muovono freneticamente in un vociare confuso e suoni inconsueti: sono i "barbari" che abbiamo tanto temuto e temiamo ancora, ci stupiamo della loro presenza fra noi, della naturalezza che mostrano nel disbrigare le nostre stesse occupazioni, e benché siamo ancora timorosi di tutto, sospettiamo ormai di essere tutti, autoctoni e nuovi venuti, barbari,
Vagando nelle strade strette a ridosso di Piazza Grande, ho constatato che il Duomo è intatto, come lo è l'Abbazia di San Pietro con le sculture del Begarelli, gli affreschi della sacrestia e il bellissimo chiostro delle colonne.
Altri cittadini si sono rinchiusi nel bunker mostruoso edificato dal Banco San Geminiano al tempo lontano e felice della dissipazione e della grandeur dei banchieri; questi cittadini si sono isolati in questa ridotta militare decisi a resistere a ogni costo, in attesa di un nemico sconosciuto del quale non si notano segnali.
I preti non sono scomparsi, ma si mimetizzano: indossano povere tuniche di sacco e chiedono
l'elemosina nelle case; nulla si sa del vescovo, cosa fa e dove si trova, mentre tutti sanno che il vecchio Papa Francesco, dimessosi nel 2019, si era trasferito nella Terra del Fuoco in Argentina, lasciando in Vaticano le sue vecchie scarpe ortopediche e il crocifisso pettorale di argento.
Sede papale vacante, nulla risulta dell'elezione di un nuovo Pontefice, ma si è al corrente di scontri durissimi nel Collegio Cardinalizio, e di fastosi balli sulla terrazza dell'attico del defunto Cardinale Bertone, balli ai quali si dice partecipino anche le donne ammesse al sacerdozio e dispensate dal nubilato, come i preti dal celibato.
Ma infine non risulta che in Italia e nel mondo vi siano richieste pressanti di una elezione papale "Hic et nunc", in altri termini non si correrebbe il rischio di una nuova "Viterbo".
Ma tornando a Modena, noto anche il degrado in cui versa il vecchio Direzionale 70, con le sue "vele" ridotte in ruderi tra i quali bivaccano nomadi e razziatori, frutto di un degrado inarrestabile.
Ma ciò che offende di più e ferisce, è l'abbandono in cui versa la città: la rete fognaria non raccoglie le acque reflue e quelle nere, le caditoie sono ostruite da detriti e non possono scaricare nelle grandi cloache sotterranee, ma più di ogni altra cosa, è insopportabile il lezzo della immondizia che, non raccolta, si accumula senza sosta nelle strade divenute discariche a cielo aperto; d'altra parte, l'inceneritore di via Cavazza è fuori uso per le ragioni dette prima, e non può quindi smaltire la collina di rifiuti che diventa sempre più montagna.
Insomma, è saltata la rete di istituzioni e servizi indispensabili perché la città possa vivere civilmente, ma temo che nessuno, oggi, si ponga questo problema, poiché tutti vorrebbero almeno sopravvivere, nonostante tutto e  tutti.

Antonio Ferrin
riproduzione riservata

Modena 19 Maggio 2016




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