HAL 9000
E' inevitabile, scrivendo di intelligenza artificiale, evocare il famoso computer HAL 900 del film "2001:Odissea nello Spazio", il capolavoro di Kubrik tratto dall'omonimo romanzo di Arthur C. Clarke.
Questo romanzo tratta di fantascienza ma, al pari di innumerevoli ideazioni della mente umana,
prefigura realtà, virtuali o reali, a noi più o meno prossime.
Lo stesso Karol Capek lo scrittore Ceco di fantascienza, non pensava certo che il termine Robot da lui ideato avrebbe avuto tanta fortuna.
Il Robot e i suoi derivati(robotico e robotica), hanno invaso e permeato la terminologia della meccanica e della fabbricazione dei manufatti, e sono alla base delle tecnologie più sofisticate che hanno reso possibile il prodigioso sviluppo industriale del ventesimo secolo.
Lo sviluppo e le applicazioni pratiche indotte dalla ricerca scientifica hanno portato alle "macchine intelligenti" odierne e ciò comincia a impensierire l'uomo; infatti, ciò che pochi decenni fa era pura
fantascienza, diventa sempre più realtà: dagli automatismi più semplici a quelli più complessi,
dai primi robot che supplivano al lavoro manuale dell'uomo, sollevandolo dalle fatiche più pesanti, ai robot sempre più articolati in molteplici funzioni frutto di intelligenza superiore.
Nell'uomo si insinua una paura prima sconosciuta, che cioè le macchine intelligenti possano prendere
il sopravvento, che ai livelli più evoluti dell'intelligenza artificiale, possano interagire attivamente con la produzione intellettuale e scientifica della mente umana, con prevedibili e imprevedibili conseguenze.
La Ricerca guarda ormai a sistemi intelligenti sempre più assimilabili al cervello umano, sistemi che
oltre tutto potrebbero essere indenni dai rischi di patologie che colpiscono l'uomo, portandolo alla inabilità totale e, in extremis, alla morte.
Questo nuovo uomo, essere bionico, clone o umanoide, dovrà forse ricorrere periodicamente a semplici "tagliandi" di manutenzione, non avrà una morale come noi la intendiamo e pertanto sarà libero dai limiti e condizionamenti propri della sua natura o, invece, produrrà una nuova struttura etica inossidabile, inattaccabile e programmabile, quindi eterodiretta.
In ogni caso è inimmaginabile un futuro simile alla realtà che viviamo e percepiamo oggi, nel bene e nel male; infatti l'uomo, sempre più servito da mille diavolerie, sarà sempre più asservito ad esse, e dovrà sottostare a nuove schiavitù; probabilmente debellerà la fame e colonizzerà altri Pianeti, ma sarà sempre alle prese con gli interrogativi di sempre circa la sua provenienza e il suo destino, senza
peraltro affrancarsi dalla lotta per la sopravvivenza.
Così sposterà i suoi confini sempre più oltre l'orizzonte nella vana ricerca di risposte e verità che non esistono: troverà solamente pozze d'acqua dove placare l'arsura.
In altri termini, con una buona dose di ottimismo( o pessimismo?), si può intravedere in questo futuro (più prossimo che remoto), una condizione umana predeterminata, più controllata e controllabile anche nelle componenti più sensibili del cervello grazie alla medicina e alla manipolazione genetica.
Quindi un'umanità libera dalle passioni, inquadrata, asessuata e comunque infelice, lobotomizzata ma ormai ignara di se'.
Forse, senza che ce ne rendiamo conto, siamo già scrutati da inquietanti "occhi rossi" che vigilano,
pianificano, e dispongono della vita e della nostra morte.
A.Ferrin
Modena 16/01/2017
Nessun commento:
Posta un commento