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libreria di zurau

martedì 31 gennaio 2017

SAN GEMINIANO

                                                               SAN GEMINIANO



Oggi a Modena si festeggia San Geminiano, Patrono della città, e tra i primi suoi Vescovi; la tradizione vuole che, negli anni delle invasioni barbariche, abbia fermato Attila e le sue orde di Unni alle porte della Città, compiendo il "miracolo della nebbia" con il quale nascose Modena alla vista degli invasori.
In quel tempo i miracoli, anche i più inverosimili, erano molto frequenti, e direttamente proporzionali alla grande partecipazione e credulità popolare ai misteri della Fede.
Già da giorni il centro storico è teatro dei preparativi della festa patronale che porta in città oltre 550
banchi di ambulanti partecipanti al mercato tradizionale.
Mi alzo molto presto perché ho deciso, dopo molti anni, di assistere al Corteo storico che dal Palazzo
del Comune porta ceri e olio nuovo nella cripta in cui giace il Santo.
Dovrebbe essere con me anche Vito, il Cavadenti del Tavoliere, che credo di aver convinto, ma l'amico è oberato di lavoro (non è in pensione) e capisco che preferisca restare al calduccio tra le lenzuola vicino a Filomena, sua moglie.
Pertanto, da via Giardini mi avvio verso Piazza Grande e subito, all'ingresso di via Calle di Luca,
inizia la teoria dei banchi ricolmi di merci.
E' pieno giorno, e tuttavia i banchi sono splendenti di luci e colori, e la folla si accalca al richiamo
dei venditori che magnificano la loro merce con richiami fantasiosi e accattivanti: Siore e Siori, ecco, guardate quì, toccate qua...è tutto acciaio inossidabile, non come quelli di plastica che vi ho venduto
io...Siori e Siore... volete le carote a julienne, le zucchine a bastoncini? Ecco qua! E un altro banditore, dietro un grande banco ricolmo di pentolame di ogni forma e colore, Siore, solo 3 Euro a
pentola! E via di seguito tra il vociare confuso di adulti e bambini: questi ultimi mostrano di essere
felici di trovarsi nel caravanserraglio, mentre gli adulti non lo danno a vedere, ma certamente, dentro di sé sono tornati un poco bambini.
In Corso Canalchiaro la ressa di popolo è traboccante e travolgente, minaccia di portarti altrove, e devi fare a spallate per potere rispettare l'itinerario fissato in precedenza.
Mi capita in mano il foglietto sul quale ho annotato l'ubicazione degli orinatoi (leggi pisciatoi) nel
tragitto da casa a Piazza Grande: è un mio gesto gentile in favore di Vito che soffre di incontinenza
urinaria, e quando esce di casa è angosciato dal rischio di incorrere in questo disturbo, e perciò ho trascritto i locali pubblici dotati del servizio, di quelli fra essi che richiedono la consumazione per il lasciapassare e, per le urgenze estreme, anche qualche paracarro e angolo nascosto, ma Vito non c'è e io non ho bisogno di "spandere furtive lacrime".
Finalmente raggiungo la Piazza tutta ricoperta dalle bancarelle e invasa dal brulichio di popolo curioso di tutto, un'immagine che richiama quelle di ingenue stampe medioevali.
Percorro il grande Portico sotto il Palazzo Comunale e mi fermo a una delle colonne ai piedi della
scala dove prestano servizio d'onore due Vigili in alta uniforme; la scala conduce al Piano Nobile, sede di rappresentanza del Sindaco, dove si preparano i figuranti e i dignitari che sfileranno nel Corteo.
Ecco, il Corteo si muove e subito, ottoni e tamburi della Banda Cittadina in attesa nella Piazzetta dell'Orologio, intonano l'Inno di Mameli.
Apre la processione il mazziere che muove ritmicamente una mazza grande così, con un grosso pomo metallico alla sommità; quindi il Gonfalone della città, seguito dai figuranti in livrea colorata che reggono i grandi ceri e il recipiente con l'olio, destinati a bruciare in Duomo per tutto l'anno.
In testa al Corteo, fra i dignitari c'è, immancabile, il Sindaco Muzzarelli con fascia tricolore, seguito dai dignitari fra i quali noto l'ex Sindaco Pighi, ambedue reduci e superstiti del vecchio Partito Comunista
Il corteo è diretto in Duomo dove il Vescovo, al termine del Pontificale, impartirà la benedizione ai presenti con i resti di un braccio del Santo contenuti in un reliquiario di oro e argento.
Antonio Ferrin
Modena, 31 gennaio 2017.

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