LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
Ieri sera ho visto il film di Carrisi, ma ho lasciato la sala dopo 40 minuti, e questo è il peggiore difetto
di un'opera che vuole essere giallo/noir: non tenere incollato alla poltrona uno spettatore pur pieno di buona volontà.
Può darsi che il libro dello stesso Carrisi sia migliore del film da cui è tratto, ma voglio resistere alla
tentazione di correre ad acquistare il libro per accertarmene, infatti ho notato che molti spettatori, non avendone compreso trama e finale, sono intenzionati a recarsi in libreria.
D'altra parte, molti "gialli" avvincono lo spettatore nella misura in cui questi non capisce ed è in attesa di una spiegazione e di un finale che sia plausibile, ma il finale il più delle volte delude.
Perché gli artisti non si accontentano? Carrisi vende molto bene i suoi libri, perché vuole cimentarsi
anche nella regia?
Circa la sceneggiatura e la recitazione, la sceneggiatura, con rimandi e riferimenti a opere più originali vuole dissipare la nebbia che invece, sempre più invasiva, nasconde l'intreccio della vicenda anche fuorviando l'incolpevole spettatore con gli abituali "trucchi del mestiere".
E la recitazione? Affettata, innaturale; nelle recensioni si leggono i soliti complimenti a Servillo, vera statua di marmo sulla scena, mentre Jean Reno, più carismatico, è sacrificato in un ruolo poco credibile in cui lo psichiatra(Reno) parla con spiccato accento francese in un paesino dell'Alto Adige, Avenchot. Mah!
A. Ferrin
modena, 27/11/2017
SCRIBERE

libreria di zurau
lunedì 27 novembre 2017
giovedì 23 novembre 2017
Il Quadrato
IL QUADRATO
Il "quadrato", il ring del pugile, è lo spazio metaforico della vita, della nostra vita, di quella dei nostri simili, della vita di ogni essere vivente, uno spazio in cui, prendendo a prestito la terminologia del pugilato, lottiamo per prevalere e, più o meno consapevolmente, sappiamo che ci saranno un vincitore e un perdente, ma ignoriamo chi, come, quando, ma sopratutto facciamo finta di non sapere che tutti, ma tutti, abbiamo nel nostro destino la fine ineluttabile.
Questa incoscienza è propiziata dalla natura che così consente all'umanità di vivere quanto basta per
garantire la sopravvivenza della specie; se non fosse così perché l'uomo e la donna dovrebbero vivere? Forse per essere testimoni impotenti della propria decadenza in attesa della fine?
Se così fosse il Dio o gli Dei creatori ( ammesso che esistano) avrebbero ordito un disegno crudele a nostro danno o, più semplicemente, un disegno imperscrutabile per la nostra mente.
E in attesa di un epilogo che ci è ignoto dobbiamo stare nel quadrato, lottare senza tregua perché per noi la lotta è vita e, come Sisifo, siamo condannati alla fatica di vivere.
Questa mia visione della vita e del mondo è ovviamente pessimista, ossia nichilista, ma quale è l'alternativa? A mio parere l'alternativa risiede in ogni filosofia consolatoria, religiosa o razionale, che
ci consenta di intravedere un fine accettabile e sostenibile nella nostra storia e in quella universale. Evidentemente siamo alle prese con misteri impenetrabili che ci disorientano, nebulose in cui vorremmo avventurarci senza dovere accettare (pur sapendo che umanamente ci converrebbe farlo)
verità e teorie "rivelate", facili e di comodo.
A questo proposito è molto bello l'apologo di S.Agostino, del bambino che in riva al mare vuole
travasare il mare nella sua piccola buca ricavata nella sabbia: Agostino sorride dell'ingenuità e
ardire del bimbo e afferma l'impossibilità che l'immenso mare possa essere contenuto nella buca.
Il piccolo lo osserva perplesso, poi: "forse hai ragione Agostino, ma sappi che è più facile per me travasare tutto il mare in questa buca che per la tua mente scorgere i confini dell'amore di Dio".
E' questa la fede? E' questo lo stupore e sbigottimento che provoca il mistero?
A.Ferrin
modena 23/11/2017
mercoledì 15 novembre 2017
Lo scippo
LO SCIPPO
Dacia Maraini ha subito lo scippo della borsetta a Roma, e non capisce perché! Stupisce per la violenza e delinquenza giovanile, e non capisce!
La grande scrittrice non capisce ma coglie l'occasione per produrre il pezzo di colore sul fatto e che
il suo giornale pubblica affiancando la pubblicità di uno dei suoi libri, il tutto corredato dalla sua
immagine ieratica e datata: tutto fa spot...
I giovani delinquono e la Maraini non capisce, ma certamente lei e i reggitori del Corriere sono senza
pudore.
A.Ferrin
modena, 15/11/1017
Dacia Maraini ha subito lo scippo della borsetta a Roma, e non capisce perché! Stupisce per la violenza e delinquenza giovanile, e non capisce!
La grande scrittrice non capisce ma coglie l'occasione per produrre il pezzo di colore sul fatto e che
il suo giornale pubblica affiancando la pubblicità di uno dei suoi libri, il tutto corredato dalla sua
immagine ieratica e datata: tutto fa spot...
I giovani delinquono e la Maraini non capisce, ma certamente lei e i reggitori del Corriere sono senza
pudore.
A.Ferrin
modena, 15/11/1017
lunedì 13 novembre 2017
Lara e Lea
Lara e Lea
A larghe falde
danzando
la neve imbianca
rami spogli
tremanti sopra
grumi di zolle
ferrigne
Si posa la coltre
sul tetto
dove sognano
piccole donne
al tepore
di braci ardenti.
A.Ferrin
modena, 13/11/2017
A larghe falde
danzando
la neve imbianca
rami spogli
tremanti sopra
grumi di zolle
ferrigne
Si posa la coltre
sul tetto
dove sognano
piccole donne
al tepore
di braci ardenti.
A.Ferrin
modena, 13/11/2017
domenica 12 novembre 2017
Doppia morale
DOPPIA MORALE
Un Parroco di Bologna, poco cristianamente, direi piuttosto commettendo una mascalzonata, ha infierito pesantemente sulla minorenne vittima di uno stupro alla Stazione ferroviaria.
La ragazza è stata imprudente, troppo fiduciosa negli altri, ignara dei pericoli diffusi nella grande città, forse non sufficientemente edotta circa le cose della vita, tutto vero, ma è vittima di un uomo che commette il reato, un uomo a sua volta privo degli stessi strumenti culturali e dei freni inibitori.
Ma che ci azzecca il prete con il suo predicozzo in questa circostanza? Il suo è un'intervento volgare
e solamente ipocrita, infatti dovrebbe essere più attento a quanto accade nella Chiesa, ai chierichetti
che denunciano le molestie sessuali subite negli ambienti ecclesiastici, alle reticenze e resistenze della Chiesa a espellere ( non solo trasferire) i responsabili.
E' singolare che il Parroco (e la Chiesa) si "straccino le vesti" scandalizzati della violenza sulla donna colpevolizzando però prima lei e poi il violentatore.
Fra l'altro vedo in tutto ciò l'antica misoginia diffusa nella cultura del mondo clericale.
A Ferrin
modena, 12/11/2017
Un Parroco di Bologna, poco cristianamente, direi piuttosto commettendo una mascalzonata, ha infierito pesantemente sulla minorenne vittima di uno stupro alla Stazione ferroviaria.
La ragazza è stata imprudente, troppo fiduciosa negli altri, ignara dei pericoli diffusi nella grande città, forse non sufficientemente edotta circa le cose della vita, tutto vero, ma è vittima di un uomo che commette il reato, un uomo a sua volta privo degli stessi strumenti culturali e dei freni inibitori.
Ma che ci azzecca il prete con il suo predicozzo in questa circostanza? Il suo è un'intervento volgare
e solamente ipocrita, infatti dovrebbe essere più attento a quanto accade nella Chiesa, ai chierichetti
che denunciano le molestie sessuali subite negli ambienti ecclesiastici, alle reticenze e resistenze della Chiesa a espellere ( non solo trasferire) i responsabili.
E' singolare che il Parroco (e la Chiesa) si "straccino le vesti" scandalizzati della violenza sulla donna colpevolizzando però prima lei e poi il violentatore.
Fra l'altro vedo in tutto ciò l'antica misoginia diffusa nella cultura del mondo clericale.
A Ferrin
modena, 12/11/2017
giovedì 9 novembre 2017
Duole l'anima
DUOLE L'ANIMA
Duole l'anima
ribelle al cielo
livido e muto
senza lucciole
colmo di stelle
stremate
Scintilla vaga
balugina
così vicina
tendi la mano
per coglierla come
fiore gentile.
Non illuderti
ingannano le stelle
come gli uomini
ammira e stupisci
dell'attimo
di luce e fulgore.
A. Ferrin
modena, 09/11/2017
Duole l'anima
ribelle al cielo
livido e muto
senza lucciole
colmo di stelle
stremate
Scintilla vaga
balugina
così vicina
tendi la mano
per coglierla come
fiore gentile.
Non illuderti
ingannano le stelle
come gli uomini
ammira e stupisci
dell'attimo
di luce e fulgore.
A. Ferrin
modena, 09/11/2017
giovedì 2 novembre 2017
Una questione privata
Una questione privata
E' l'ultimo film dei fratelli Taviani: si sono ispirati al romanzo omonimo di Beppe Fenoglio che narra un episodio della guerra partigiana in cui la guerriglia fra nazifascisti e partigiani contiene la storia d'amore solo accennata tra due giovani, il partigiano e la giovane di buona famiglia, sui quali incombe il terzo incomodo, il loro amico comune.
Il tutto è velato e reso indistinto, come lo è il paesaggio della montagna, dalle nebbie che avvolgono la macchia, rifugio dei fuggiaschi e terreno di caccia all'uomo per i fascisti.
Come di consueto, c'è una critica militante in s.p.e., sic et sempliciter acritica dell'antifascismo che, a
oltre 70 anni dai fatti, è incapace di storicizzare, di guardare con distacco e spirito di umanità alle
tragedie storiche.
La mia impressione è confermata dall'intervista concessa da uno dei Taviani alla presentazione del
film; nelle sue parole c'è odio e ancora odio per gli "scarafaggi", come sono definiti i fascisti dai
partigiani, e questo rappresenta il pericolo che queste vicende storiche, anche le più truci, possano
ripetersi.
A.Ferrin
modena, 02/11/2017
E' l'ultimo film dei fratelli Taviani: si sono ispirati al romanzo omonimo di Beppe Fenoglio che narra un episodio della guerra partigiana in cui la guerriglia fra nazifascisti e partigiani contiene la storia d'amore solo accennata tra due giovani, il partigiano e la giovane di buona famiglia, sui quali incombe il terzo incomodo, il loro amico comune.
Il tutto è velato e reso indistinto, come lo è il paesaggio della montagna, dalle nebbie che avvolgono la macchia, rifugio dei fuggiaschi e terreno di caccia all'uomo per i fascisti.
Come di consueto, c'è una critica militante in s.p.e., sic et sempliciter acritica dell'antifascismo che, a
oltre 70 anni dai fatti, è incapace di storicizzare, di guardare con distacco e spirito di umanità alle
tragedie storiche.
La mia impressione è confermata dall'intervista concessa da uno dei Taviani alla presentazione del
film; nelle sue parole c'è odio e ancora odio per gli "scarafaggi", come sono definiti i fascisti dai
partigiani, e questo rappresenta il pericolo che queste vicende storiche, anche le più truci, possano
ripetersi.
A.Ferrin
modena, 02/11/2017
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