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libreria di zurau
venerdì 7 settembre 2018
KATIUSCIA
Questa mattina mi sono recato nell'antico Ospedale Estense a ritirare il referto di un esame di laboratorio; all'uscita ho notato una donna che aspirava da una sigaretta elettronica, ed era impossibile
non notarla: longilinea, bionda, pelle diafana e occhi celesti.
Ho ceduto alla tentazione di farmi gli affari altrui, e ho apostrofato così la donna: non riesce proprio a
farne a meno, vero? E lei, ma è fumo elettronico, e mi ha chiarito in cosa consiste questo famoso fumo, surrogato del tabacco, ora molto di moda.
Ho avuto la felice intuizione, ma per lei è un vezzo, ho chiesto, un gesto quasi rituale immagino, e lei ha confermato: il suo italiano è buono ma tradiva alcune inflessioni esotiche, e lei conferma di essere russa, e questo ha dato la stura alla mia curiosità che lei ha soddisfatto con naturalezza e generosa disponibilità al dialogo.
In piedi, in via Vittorio Veneto, abbiamo conversato dell'Impero zarista, della zarina Caterina la Grande, di San Pietroburgo, dei Sovietici, di Putin, di Ucraina e Crimea, della transizione
dall'URSS alla Russia di oggi, della grande letteratura russa :Tolstoj, Dostoeskij, Gogol.
Mi è piaciuto di lei, il suo nome è Caterina, la schiettezza, e ciò che ha detto del suo Paese, anche se,
(ma questo non è un delitto) mi è parsa un poco nazionalista; d'altra parte i cittadini delle grandi
Potenze sono sempre orgogliosi e quindi reticenti nella critica.
Al termine della conversazione, Katiuscia mi ha offerto un passaggio verso casa, le ho dato il mio
biglietto da visita, lei ha scritto su un pezzo di carta la sua mail ma, rientrato in casa mi sono accorto
di avere smarrito il biglietto con il suo indirizzo!
A.Ferrin
modena, 7/9/2018
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