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libreria di zurau

mercoledì 21 agosto 2019

ULISSE



Scilipoti incontrò Teresa nel controviale ombreggiato da olmi maestosi che attenuano il sole feroce del primo pomeriggio; la donna teneva al guinzaglio il minuscolo e lanuginoso maltese che si era accasciato a terra, evidentemente stremato, con la linguina penzoloni.
Scilipoti affiancò Teresa mentre apostrofava con affetto materno il cagnolino: dai su, Ulisse, siamo
quasi a casa, che la mamma ti darà da bere e anche la pappa.
L'uomo, amante dei cani, soprattutto quelli di piccola taglia, e dei cuccioli in particolare, si piegò su Ulisse, e accennando una carezza esortò il maltese: obbedisci alla mamma, fai il bravo, quello si
stiracchiò, e scodinzolando prese ad annusare i pantaloni dell'intruso; questi era ben conscio di avere
usato i termini di mamma e pappa per ironizzare bonariamente la situazione.
La"mamma" invece non raccolse, e si profuse in ringraziamenti e complimenti all'uomo per la sensibilità e abilità mostrata; l'uomo si schermiva mentre lei incalzava: ma lei ama gli animali, non è da tutti, lei sapesse! E io, quando incontro persone come lei sono felice, e amo ancora di più Ulisse che, glielo giuro, è un tesoro: gli manca la parola e, mentre si emozionava oltremisura, raccolse
il peloso, lo tenne fra le mani e lo mostrava tutta fiera.
Ulisse apparve in tutta la sua sporcizia: il pelo arruffato e annerito da fumi e smog, gli occhi cisposi
che però non velavano del tutto la loro dolcezza, la peluria gli entrava nella bocca che mostrava denti bianchissimi, e Teresa che insisteva a decantare quanto fosse dolce, intelligente e amabile il suo bambino, che avrebbe sofferto fino a morirne se il cane l'avesse abbandonata.
A.Ferrin
modena, 21/8/2019
 
                                                                                                                   

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