Ho ascoltato la registrazione di due "Lezioni Filosofiche", una di Ivano Dionigi, l'altra di Francesca Bria. Dionigi è un noto latinista che ha svolto il tema "Prometeo", Bria è una studiosa di Digitalizzazione e nuove piattaforme informatiche: insomma terreni alquanto diversi, se non contrapposti. Per Dionigi la cultura classica ha abdicato da tempo al ruolo dominante che aveva nella scuola, da quella Primaria all'Università; ciò è avvenuto per la pressione crescente che lo sviluppo economico ha esercitato prediligendo sempre più le materie scientifiche e la tecnologia a spese della Cultura umanistica. Pertanto è convinto che questa evoluzione (involuzione?) comporti un nostro reale impoverimento. Francesca Bria parte invece dalla visione di un progresso che ora appare inarrestabile, delle tecnologie più sofisticate applicate all'automazione nei processi industriali, e alla creazione di piattaforme digitali sempre più pervasive e invasive, un universo di algoritmi, dati e reti infiniti. La Bria decanta le meraviglie di una società futura sempre più cablata e digitalizzata, ma non è in grado di prevedere quali saranno le conseguenze e l'esito finale di questo portentoso "progresso". , Come spettatore, sono rassicurato più dalla lezione di taglio umanistico che Dionigi ha tenuto con accento più problematico, mentre la Brai mostra una fiducia e un ottimismo per un futuro forse ineluttabile ma più inquietante. In ogni caso io, pure amante delle disquisizioni filosofiche, osservo, infine, che le teorie più ottimistiche, mostrano i loro limiti di fronte alla Pandemia di COVID che ora flagella la Terra, realtà che mette in crisi le nostre certezze ed evidenzia la fragilità umana.
A.Ferrin modena,28/9/2020
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