Mentre l'Ukraina e il suo popolo sono bersaglio di bombe e distruzione, le "anime belle" fanno gara a chi invoca di più la pace, invitano le vittime ukraine a mettere fiori nei loro fucili e accogliere con ghirlande di fiori i carri armati invasori, insomma ad arrendersi, tutti i "pacifisti" implorano la pace, a cominciare dal capo dei cattolici, poi i leader che competono per chi parla più a lungo al telefono con Putin, e tutti ben al riparo nei loro Palazzi, e nessuno di questi signori condanna l'invasione senza tanti se e ma. A questi signori forse è sfuggito il pericolo che, dopo l'iniziale indignazione universale per l'invasione russa dell'Ukraina, le loro iniziative maldestre possano trasformarsi, oggettivamente, nel riconoscimento "de facto" delle conquiste territoriali russe nel frattempo conseguite, con buona pace del Diritto Internazionale violato. Ora la Russia controlla parte dell'Ukraina, e voglio vedere come faranno i "pacifisti" a ripristinarne l'integrità, mentre Putin, prima bollato come criminale di guerra, ora è blandito e corteggiato come Capo di Stato in grado di "concedere" la pace. Questa è la Terra in cui viviamo, dove il progresso e la convivenza civile sono messi a repentaglio dal potere dei più forti a danno di masse sempre troppo deboli e passive; era troppo pericoloso aiutare, anche militarmente, un Paese sovrano aggredito? La memoria storica più recente non ha aiutato il sedicente "mondo libero" ad assumere decisioni conseguenti, che invece ha scelto di guardare altrove. Questa è la realpolitik con cui dobbiamo fare i conti, come peraltro abbiamo sempre fatto. Nella vicenda Ukraina, la Russia ha giocato una vera partita a poker nella quale ha mentito alla Comunità internazionale, ha tratto in inganno l'Unione Europea, ha fatto ammuina, e ne ha valutato l'ingenuità e debolezza "morale" come lasciapassare per l'invasione e, a invasione compiuta, agita lo spettro della guerra nucleare; chi, tra i Paesi "democratici" avrà il coraggio di mettersi in gioco per i princìpi di libertà e indipendenza di un popolo? Forse nessuno, ma spero ancora che qualcuno esca dallo stato di afasia e torpore in cui è immerso.
A.Ferrin modena,31/3/2022