Ieri mattina è morto Berlusconi, l'uomo più amato e odiato degli ultimi 30 anni! Questa non è mia, ma è la percezione che emerge dai commenti, scritti e dichiarazioni infinite di quanti attendevano o temevano l'evento: il cordoglio di facciata è unanime, quello sincero è molto più discreto, ma nessuno fa sconti e non tace sulla sua avventura umana per molti versi irripetibile che ha suscitato invidia e meraviglia. La sua morte mi sorprende: la sua vitalità era quasi proverbiale e traeva in inganno la sua energia di grande imprenditore e grande comunicatore, la spregiudicatezza esibita senza pudore, l'attorniarsi di donne giovani e belle; caduto e risorto più volte, in lui era anche il carattere del "bauscia" milanese, quello che, mentre incanta e convince con simpatia, sorrisi e barzellette, ti piazza il "pacco". Era un moderno Padrone delle Ferriere, signore assoluto del suo dominio, paternalista e generoso all'occorrenza. Ormai si pensava che potesse essere eterno (i suoi sanitari supponevano che avrebbe potuto toccare il traguardo dei 120 anni!); come grande imprenditore era circondato da magnificenza e leggenda: alla nascita di Pubblitalia, questa arruolò molti venditori di pubblicità. Molti ex miei colleghi raccontavano di un'organizzazione mai vista e conosciuta, con dovizia di mezzi e riconoscimenti per i dipendenti, e tra gli stessi dipendenti, molti sarebbero diventati dirigenti di Mediaset. Insomma è indiscutibile la grande caratura dell'imprenditore Berlusconi, pur consapevoli che la grande impresa è lastricata di buone intenzioni, condizionata come é dalle leggi ferree del capitale e del profitto. Ma infine la morte livella tutto (come scrive TOTO'), oppure, come afferma chi non ricordo, forse Marc Augé, : "avere guidato i popoli o essersi ubriacati in solitudine non fa differenza"! Il mio ricordo personale è legato alla discesa in politica di Berlusconi nel 1994, una discesa annunciata in un famoso discorso televisivo dal suo studio nella villa di Macherio. In esso annunciava la nascita di "FORZA ITALIA". Quindi la campagna elettorale per le elezioni del '94; ero a Milano per lavoro, precisamente in Corso Italia, e vivevo il clima effervescente di quei mesi. Dopo lo scandalo di "mani pulite", il sistema dei Partiti era sul banco degli imputati, poi la caduta di Craxi, avevo la percezione dell'imponente organizzazione del nuovo Partito Forza Italia. Berlusconi aveva creato il Partito dal nulla, aveva inserito nel suo organico e nelle liste molti venditori di Pubblitalia che entrarono in Parlamento, e che avremmo rivisto in ruoli istituzionali. Il Cavaliere partecipava direttamente alla selezione dei candidati e i miei ex colleghi ci dicevano dei metodi utilizzati mai visti prima, perché applicavano le ultime tecniche di marketing: convocavano i candidati nelle ore più inconsuete, volevano stupire e sedurre, offrivano condizioni economiche inusitate ma, per contro, la formazione era severa e selettiva e il lavoro molto competitivo. Non nascondo che il mondo delle vendite era attento a questi sviluppi e molti venditori in cuor loro speravano di essere convocati. Ho vissuto come cittadino la fine della Prima Repubblica e la nascita della Seconda. Berlusconi ha avuto fiuto e coraggio imprenditoriale nello sfruttare il momento propizio per scendere in politica: in Corso Italia c'era un viavai frenetico di attivisti( forse vi era un centro di Forza Italia), mezzi che distribuivano pubblicità, altoparlanti che declamavano. Nessuno sapeva come sarebbe finita, ma ricordo che si fiutava un'aria di grande cambiamento, Forza Italia vinse le elezioni e Berlusconi formò il primo governo della nuova legislatura. Ieri, 14, Berlusconi ha avuto il suo funerale a Milano, religioso in Duomo e laico in Piazza; indovinata l'Omelia dell'Arcivescovo Delpini, un'omelia "gesuitica" come sanno fare i preti in cui ha fatto intendere molto più di quanto ha detto, che ha parlato dell'uomo senza lode o condanna, come si conviene in morte di ogni uomo; sulla Piazza invece esplode il clamore dei tifosi milanisti, un grido di affetto per l'uomo che aveva condotto il Milan a grandi vittorie.
A. Ferrin modena, 15/6/2023