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libreria di zurau

lunedì 30 settembre 2024

VERMIGLIO

Dopo oltre un anno ho voluto vedere un film in una sala cinematografica: mi ha invogliato la regista Del Pero con il film VERMIGLIO. Vermiglio è un minuscolo Borgo a 1500 mt, quasi isolato sul confine della vicina Lombardia. L'opera è assimilabile all'"Albero degli zoccoli" di Olmi: la Del Pero indaga il mondo contadino dei più poveri, quello della montagna trentina dopo la 2^ Guerra Mondiale. Vermiglio mi ha commosso perché è ambientato in Val di Sole dove ho trascorso alcune estati felici della mia adolescenza. La Mendola e Carisolo erano le vacanze estive per noi Cittadini fortunati; lassù  gli abitanti del posto ci sembravano schivi e timidi, ma era invece gente semplice che viveva con poco in ambienti bellissimi ma dal clima molto rigido. Pertanto ho colto nel Film le atmosfere prodotte da quelle esperienze vissute fra le montagne Trentine. La Del Pero trasmette pura poesia come ha fatto Olmi con i suoi "zoccoli", cioè la riproposizione di una realtà d'altri tempi, realtà che la mia generazione ha conosciuto solo in parte, e tuttavia sufficiente per farla rimpiangere da chi non si riconosce in quella che vive. E d'altra parte eravamo troppo giovani per capire che la nostra fortuna veniva da generazioni di uomini e donne, dal loro sacrificio; si dirà che così è la vita, che anche noi fabbrichiamo mattoni per qualche edificio in costruzione, ma quale edificio? E quali mattoni? La verità è che vivevamo una stagione di crescita irripetibile, la stagione di scelte cruciali non fatte o tradite.

Modena, 30/9/2024 

martedì 24 settembre 2024

LA FINESTRA

Io ne ho 81 e vado per 82, Maria è mancata a 81, e Tina a soli 41 anni, Anna ne ha 80, mentre Caterina ne ha 77, i due fratelli maschi più anziani sono scomparsi a 71 e 86 anni, e altri due più piccoli sono morti ancora in fasce. Insomma una famiglia numerosa, come si usava nel secolo delle due Guerre Mondiali. Questo arido elenco per dire che tutti noi, i miei coetanei e i più anziani, (ma in pochi lo confessano) siamo affacciati a una finestra metaforica a chiederci: quando, e a chi toccherà? Sono alcuni giorni, uscito dalla trattoria, sulla strada di casa ho notato una grande bacheca che espone gli annunci funebri: lo so, il fatto è grottesco, ma ho indugiato a guardare gli avvisi per controllare se fra quelli vi fosse anche il mio nome. Voi penserete che temo la morte, ma non è così. So bene che il mio organismo, al pari di ogni essere vivente del mondo animale e vegetale, come anche le stelle e l'universo hanno un principio e una fine. Ciò che annichilisce è il "mistero", l'incommensurabile mistero che ci è precluso, ovvero il senso di tutto, se c'é un senso. Insomma io non temo sora morte, ma invece sono curioso di vedere l'effetto che fa! Certo mi condiziona l'età, ma sono attento ai problemi correnti della sanità, alla malasanità che riempie le cronache, alla moria di giovani vittime di morte violenta, per imprudenza o insipienza, e mi incuriosiscono le nuove patologie degenerative proprie della Terza Età perché sono insidiose e pressoché incurabili.

Modena, 24/9/2024                                                                                                                                                  

venerdì 20 settembre 2024

LA COLPA

Il senso di colpa che tutti avvertiamo è indotta dall'educazione ricevuta, educazione peraltro necessaria, impartita mediante norme di comportamento e leggi che dovrebbero dare ordine alla vita di uomini primitivi usciti dalla foresta o dalle caverne, il tutto, appunto per rendere possibile la vita sociale. Ma spesso non conforta la visione della realtà che viviamo, realtà sempre "in divenire" in cui è necessario un lavoro continuo e paziente senza fine. Nel nostro Occidente ha dominato la religione cristiana; il cattolicesimo in particolare, come tutte le  religioni, ha impresso il suo imprinting nella  cultura e nel costume. Non è necessario scomodare la Bibbia: tutti i popoli della terra hanno la loro "Bibbia" e hanno in comune una Genesi che ne narra le origini con  modalità varie ma sostanzialmente analoghe. Ovviamente non tutti vivono allo stesso modo, e con  equilibrio, la convivenza che presuppone codici di comportamento stringenti: questi sono limiti imposti dalla stessa natura per le sue necessità evolutive. Infine, solamente il nostro livello di autocoscienza può fare sì che noi viviamo come "persone", e non come "bruti". Rientrando dall'abituale passeggiata è inevitabile notare situazioni  contradditorie in un ordine che non è quello desiderato dai più, allora noti nei nostri simili inciviltà e volgarità, ma subito dopo una giovane mamma che tiene stretta al petto la sua creaturina di 4 mesi. Quest'ultima è una visione impagabile che ci fa sperare, anche se il nostro compito è immane: siamo piccoli, inermi e imperfetti è vero, ma affrontiamo gli ostacoli con il coraggio che spesso ci salva e giustifica la nostra esistenza.

Modena, 20/9/2024                                                                                                                                               


giovedì 12 settembre 2024

SENTINA

E' il 12 settembre, il mese che ho sempre ritenuto più propizio per il mio lavoro: giornate limpide con temperatura perfetta dopo l'estenuante calura estiva. Era un piacere alzarsi presto e avviarsi al lavoro quotidiano e, a mia memoria, quelle giornate erano molto produttive: sarà perché eravamo reduci da ferie che infine sembravano anche troppo prolungate. Ora, privo di impegni di lavoro, terminata la luna di miele con le aspettative della pensione, nel frattempo divenuta routine spesso monotona, le giornate sono assorbite dalla lotta continua con gli acciacchi piccoli e grandi che l'età ci riserva. E allora cosa resta? Per combattere l'aridità d'animo, rileggo buoni libri, classici della letteratura o saggistica, oltre alla stampa nazionale e locale; per la verità vorrei conversare con qualche mio simile ma è pressoché impossibile, non vorrei essere anche io vittima del pregiudizio di Thomas Moore che afferma " Quanto più guardo gli uomini, tanto meno mi piacciono. Se soltanto potessi dire la stessa cosa delle donne, tutto sarebbe a posto". A questo proposito ieri, in Piazza Grande a Modena, mi sono seduto all'esterno del Caffè Concerto per la lettura del giornale, mentre tutt'intorno gli addetti allestivano la platea per il prossimo Festival della Filosofia, (per inciso ho perso il numero dei Festival che proliferano in tutta Italia e che hanno per tema tutto lo scibile umano). Nel deor del bar sono capitato vicino a un gruppo di amici, tutti anziani, forse miei coetanei, ma senz'altro modenesi autentici. E' inevitabile che io ascolti le loro battute più grevi che nascono e crescono nella compagnia che mi sembra composta da ex professionisti e commercianti che, senza remore né timori, parlano di personaggi pubblici locali e nazionali sui quali tranciano giudizi senza appello infarciti di vere maldicenze e volgarità. Questa infine la "perla" del loro conciliabolo che mi ha colpito maggiormente: è la cronaca nera della donna viareggina che, scippata della borsa da un marocchino, lo insegue con la sua grossa Mercedes, lo investe una, due, tre volte fino a schiacciarlo contro un cancello uccidendolo, quindi recupera la sua borsetta e se ne torna a casa senza denunciare il fatto. Solo le telecamere ambientali hanno svelato l'accaduto: ora la donna è sotto accusa. Ebbene il commento a questa notizia è questo: io avrei fatto la stessa cosa. Poi, vuotata la sentina dalle proprie cattiverie e frustrazioni, i compagni di merenda si congedano perché le mogli "hanno buttato giù la pasta".

Modena, 12/9/2024                                                                                                                                             

mercoledì 4 settembre 2024

AGOSTINO

Rileggo "Le Confessioni" di Agostino, il Vescovo di Ippona che dopo una gioventù di sregolatezze, seguita dall'esperienza nel paganesimo e dal manicheismo, abbracciò infine la fede Cristiana nella quale fu battezzato da Ambrogio, Vescovo di Milano. Le Confessioni costituiscono un "dialogo" esclusivo e più intimo tra il peccatore Agostino e il suo Dio. Se si pensa che l'Opera ha preso forma fra 4° e 5° secolo, agli albori dell'Era Cristiana, si capisce la sua carica rivoluzionaria, e perché la nuova Fede abbia avuto tanto successo. Agostino ha percorso la strada propria di ogni essere umano: ha studiato come si conveniva a un giovane della sua età e ambiente sociale, e si dava alla pazza gioia gozzovigliando sfrenatamente. Poi prese in moglie la schiava che lo accudiva, e da lei ebbe anche il figlio Adeodato, ma infine si convertì e divenne un'autorità fra i predicatori e retori del tempo, quindi fu nominato Vescovo di Ippona. Da sempre è annoverato tra i Padri della Chiesa. E tuttavia il mio desiderio di rileggere l'Opera è reso difficile dalla sua complessità che vuol dire anche "pesantezza", nel senso che è molto denso, quasi mattone che richiede grande concentrazione, e l'età mia non aiuta. E' grande la profondità di Agostino: in esso è già il più edificante misticismo del medioevo espresso con una spiritualità umana prossima all'essere divino. Tra le sue opere è anche "La Città di Dio". Non si può che provare nostalgia per lo stato di grazia raggiunto dai grandi mistici e asceti. Peccato che, a causa dei nostri limiti, non riusciamo a cogliere l'unicità di questa scelta quando ci tocca. Agostino, Vescovo di Ippona, oltre a centinaia di sermoni, al confronto con i pagani, visse anche il momento in cui i Barbari, provenienti dalla Spagna, dilagarono nel Nord Africa. Sono i primi secoli del Cristianesimo, la religione che soppianterà il paganesimo, diventando quella più diffusa in Occidente. Ma istituzionalizzandosi come religione dominante perderà, in un certo senso, la sua "verginità". Sarà sempre più "instrumentum regni".

Modena, 4/9/2024