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libreria di zurau

giovedì 4 aprile 2019

ORGOGLIO E MELE

leggo oggi su Repubblica la lettera di Camilla, una lettera che credo esprima sentimenti veri che io rispetto,
ma quale è il senso di affermazioni quali: "sono orgogliosamente donna", e "membro della comunità LGBT"?.
Per me fanno il paio con quelle maschili, sono "orgogliosamente maschio", o quella sbandierata nei Gay pride di "orgoglio omosessuale"
In merito alla metafora delle mele, questa ha i limiti di tutte le metafore; grazie al progresso della frutticoltura,
attraverso innesti e selezione continui, si ottiene una diversificazione infinita dei frutti che invadono il mercato, ma non tutte le mele sono uguali.
Escludendo quelle bacate, che sono gettate ai porci o destinate a concimare, le altre sono suddivise per qualità, colore, calibro, e destinate a segmenti diversi del mercato, e quindi al consumo.
Qui, volutamente, non accenno alle leggi biologiche dalle quali non si può, o non si dovrebbe prescindere, ma noi
umani pensiamo di essere liberi e onnipotenti perché, come afferma Protagora, riteniamo di essere "misura di tutte le cose".
Pertanto, credo che ogni appartenente alla galassia LGBT, dovrebbe definirsi, "diversamente donna" o  "diversamente uomo", tralasciando l'orgoglio: siamo tutti uguali, anche se qualcuno vuole esserlo più di altri. 
A.Ferrin
modena, 4/4/2019 


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