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libreria di zurau

domenica 27 dicembre 2020

ROBERTO

ROBERTO

Il Natale è alle spalle, Santo Stefano anche, e ora siamo in attesa di scavalcare il 31 Dicembre per inoltrarci nel 2021: il tutto nonostante Covid19 che non allenta la presa su di noi, spaesati e spauriti. Questa mattina mi sono alzato presto e ho voluto informarmi circa gli inizi del grande piano di Vaccinazione anti Covid 19, un piano concertato a livello europeo e, per l'Italia, iniziato ufficialmente a Roma nell'Istituto Spallanzani; in diretta televisiva hanno trasmesso la vaccinazione di una infermiera, di una ricercatrice e di un ausiliario della Sanità.                                                                                       In genere si sprecano gli eventi definiti "storici", che storici non sono, dal momento che tutto è storia; ma in questo caso la vaccinazione in diretta riveste particolare importanza.                                                La cerimonia (di questo si tratta) si è svolta con molta dignità e compostezza, i protagonisti subito intervistati hanno detto parole belle e misurate, non è mancato l'inevitabile Ministro con le solite parole di circostanza; così ha preso il via quella che tutti speriamo si riveli la battaglia decisiva al Covid19. Dopo questa bella notizia, raggiunta l'edicola, ho acquistato due giornali per rifarmi dell'astinenza da carta stampata di questi giorni, e sfogliando il quotidiano locale ho scoperto con orrore che un caro amico è scomparso il giorno di Natale: è Roberto, Pediatra, la professione più congeniale per l'uomo buono e generoso che era.                                                                                                                        Non ci frequentavamo da molti anni, ma ho voluto vederlo per vivere ancora la dimensione tragica della vita, (quasi non ne avessi avuto già a sufficienza), e per ricordare i momenti di convivialità in anni sereni. Per la prima volta sono andato alla Casa Funeraria, una struttura modernissima, quasi asettica, dove poco riporta alla realtà della morte, ma non è una novità: facciamo di tutto per rimuoverla dalla nostra mente ma, entrati nello spazio in cui giace Roberto nella sua fissità, non c'è più scampo.                Davanti al corpo, ho visto lo scempio compiuto dalla schizofrenia che la morte provoca; ero paralizzato dal groviglio di pensieri che occupava la mente, pur essendo consapevole che piangendo l'amico piangevo anche la mia morte.                                                                                                                  Così la natura dispensa il bene e il male senza guardare in faccia, e con crudeltà innocente: la vita e l'universo intero dipendono dal suo disegno, per noi mistero imperscrutabile.           

modena,27/12/2020

   

giovedì 24 dicembre 2020

NATALE IN CASA CUPIELLO

 NATALE IN CASA CUPIELLO

Ieri sera ho rivisto la commedia di Eduardo De Filippo nella versione recitata da Castellitto e altri attori napoletani.                                                                                                                                                  La vicenda della commedia gravita sul Presepe e l'antica  tradizione di allestirlo nelle case ispirandosi alla tradizione francescana, ma molta acqua è passata sotto i ponti, e questa usanza ha perso vigore parallelamente alla diffusa perdita di religiosità.                                                                                         I bambini aspettano Babbo Natale e non più Gesù Bambino: solo quelli della mia generazione ricordano e possono rivivere l'atmosfera legata al Presepe. Solo poche immagini sono sufficienti per sollevare il sipario sulla memoria di bambino e rivivere i ricordi ineffabili che regalavano il progetto e la sua realizzazione; che io sappia non esistevano componenti prefabbricati in commercio, e allora ci si industriava a modellare le statuine con la creta e costruire gli elementi architettonici necessari per l'allestimento del paesaggio. Mio fratello più grande, il povero Ermanno, era il direttore dei lavori e io collaboravo per la riuscita dell'impresa. Si iniziava con la raccolta del materiale: la creta nei calanchi  delle colline circostanti, carta e cartone con cui fare cartapesta, ritagli di legno, sughero e la ferramenta che forniva nostro padre. Era un lavoro impegnativo iniziato a Ottobre: la base era costituita dal tavolone che Leone utilizzava per i piccoli lavori di fabbro e preparare le cartucce per la caccia, anche Dora, il nostro magnifico Setter, era attenta, quasi sapesse di essere protagonista.                      Particolare applicazione era riservata alla costruzione di case, ponti e ovili disseminati su pianure e alture e infine alla grotta della natività. Non era la religiosità la molla del nostro attivismo, ma piuttosto la memoria diffusa fatta di ricordi e sogni fanciulli, allora patrimonio di tutti e, con il senno di poi, penso si trattasse di una attività pedagogica che, oltre a essere edificante, era funzionale a perpetuare la cultura e i costumi del tempo.                                                                                                                        Il tocco finale al Presepe era la raccolta di muschio alle pendici delle colline, da cui si staccavano piccole zolle muschiate e si riportavano su prati e colline. Compiuta l'opera, la si offriva alla vista della comunità di vicini e parenti che partecipavano alla gara con spirito di emulazione: non c'era competizione, ma il piacere di stupire di bellezza e abilità diffuse, nonché di godere degli inviti a degustare i dolci tipici e i liquori fatti in casa.                                                                                              Ciò che resta nel mezzo della pandemia di questo "annus horribilis", è la struggente nostalgia per altre stagioni in cui il Natale era vissuto con innocenti aspettative, premio a se stesse.                        Nostalgia nonostante la vita di quegli anni consistesse nel percorso di guerra tra fame e stenti, guerra e sfollamento dalla città sotto i bombardamenti.                                                                                              modena, 24/12/2020





mercoledì 23 dicembre 2020

LA BELLA DEMOCRAZIA


La Democrazia è fra quelle sperimentate, la migliore forma di governo dei popoli : chi è tanto sprovveduto da negarlo? E tuttavia è altrettanto innegabile che praticarla è molto difficile: è un Sistema basato sulla mediazione continua tra le parti, e questa mediazione si spende nella ricerca di una sintesi che spesso non garantisce i principi di equità e giustizia sociale previsti dalle Carte Costituzionali.                                Detto in altri termini, il terreno della Democrazia è comunque teatro dello scontro sociale in cui le Classi competono per propri legittimi interessi, ma senza ricorrere alla violenza del passato.                                  I conflitti possono essere incruenti, ma non sono meno violenti per i costi umani che procurano: riusciamo a elaborare, a mediare e sublimare per non ritrovarci nella "foresta"!                                                                                                                                                                                                modena, 22/12/2020      

venerdì 18 dicembre 2020

CONTE&C.

 

Auguro a Conte e compagnia bella, compresi i giornalisti incontinenti, caudatari e faccendieri, il supplizio che infliggono a noi cittadini: quello di Sisifo, di Tantalo, e mettiamoci anche quello di Procuste! Perché l'improvvisato Presidente del Consiglio, pur circondato da uno stuolo di consulenti, si diverte a trastullarsi con i suoi poteri con i quali ci allarma e confonde? Perché ci sottopone a docce calde alternate alle fredde? Crede che noi abbiamo voglia di scherzare? Confesso che ultimamente ho pensato di denunciare Conte alla Magistratura per "procurato allarme"; non è accettabile che in circostanze come quelle che viviamo, un  governo amministri con la superficialità, intempestività e sprovvedutezza che dimostra. Che qualcuno gli tolga il giocattolo dalle mani!                                          E qui faccio salvo il rispetto dovuto alle Istituzioni che ci rappresentano.

modena, 18/12/2020


mercoledì 16 dicembre 2020

L'URLO INFINITO

 















E' il famoso"URLO" di Munch, prodotto delle sue nevrosi che ben simbolizza l'angoscia del nostro tempo, angoscia che pervade la nostra quotidianità e ci obbliga a riflettere. Quell'alba boreale, il torrente di mare cupo e turbinoso, l'uomo, già in preda all'affabulazione del morente, fugge fantasmi rapaci.
I segni di tutto ciò punteggiano il cammino che percorriamo con fatica, forse ancora increduli e ignari del nostro destino; riusciremo a sottrarci ai gorghi fatali, a quello maestoso che ci accoglierà come sudario?
Tuttavia l'uomo è forte come il suo anelito alla vita e non vuole riconoscere la morte, questa infatti può ghermirla, inattesa, solamente sotto mentite spoglie, quando "avere guidato i popoli o essersi ubriacati in solitudine non fa differenza". 
Alle prime ombre della sera ho passeggiato nel centro storico dove le luci natalizie sfavillano e disegnano i tragitti più frequentati, ma l'atmosfera è surreale: gli arabeschi di luci sospese e variegate  non ravvivano il grigiore diffuso, sono grigi anche i volti dei rari passanti dei quali vorrei scrutare i pensieri nascosti. Coltivano paura o leggerezza? Avvertono in maniera più acuta la precarietà della vita  o accettano la realtà come fatalità ineluttabile? Le vetrine sono vestite a festa e invitanti, ma gli interni sono pressoché deserti e rari sono i cittadini che ne escono con acquisti natalizi. 
Potrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che tutti, più o meno consapevolmente, recitiamo la parte che
qualcuno ci ha assegnato, qualcuno o qualcosa che trascende la nostra volontà e libertà.
Nonostante il covid19 e la pandemia, mortalità e miseria diffuse, donne e uomini hanno nostalgia di una
felicità lontana; allora ritorno all'immagine di una umanità come immane termitaio o alveare dove tutti  sappiano come, dove, quando agire, affinché la natura ristabilisca un nuovo equilibrio, oppure che la stessa natura spazzi via termitaio e alveare e riaffermi così il suo potere assoluto nell'Universo.

modena, 16/12/2020

giovedì 10 dicembre 2020

GIULIO E PATRIK

Giulio Regeni e Patrik Zaki occupano le prime pagine dei giornali perché sono incappati nelle maglie della polizia egiziana: Regeni è stato ucciso in circostanze poco chiare, Zaki si trova nelle carceri egiziane da mesi. Ovviamente non è in discussione la mia empatia e vicinanza umana, ma pongo due domande retoriche: Giulio era preparato adeguatamente (era poco più che ventenne) per fare il "ricercatore" in terra d'Egitto? E' stato tradito dalla giovane età e dall'inesperienza, e pertanto strumentalizzato e condotto a morte prematura? E Zaki, egiziano di buona famiglia studente in Bologna, non era al corrente che il suo Paese è soggetto a un governo non proprio democratico, e che quindi se si fanno battaglie ideali (peraltro meritorie) è necessario essere preparati e disposti ad affrontarne anche le conseguenze? Sono interrogativi legittimi, ma in Italia si risponde sempre con molta retorica: proteste clamorose e mobilitazioni spesso inutili perché si dimentica che ogni Paese è geloso della propria sovranità e la difende strenuamente; non è escluso che in casi estremi, specie nei regimi antidemocratici, le proteste e le pressioni esterne contribuiscano a irrigidire le posizioni delle parti, peggiorando le condizioni dei reclusi. Viviamo in un mondo disunito, privo di istituzioni che  possano intervenire con efficacia in difesa dei più deboli, anche perché gli Stati moderni rivendicano ancora oggi diritti assoluti sui propri Cittadini, (vedi il monopolio nell'esercizio della violenza) e infine perché tutte le Carte sono piene di affermazioni e riconoscimenti solenni circa i diritti Fondamentali dei Cittadini, ma sappiamo quanto sia lontana la realtà dalla solennità dei proclami.                                                                   Accade anche vi siano Paesi che hanno molto di cui vergognarsi, ma preferiscono giudicare gli altri.

modena, 8/12/2020


 

venerdì 4 dicembre 2020

L'ULTIMO CARNEADE

 Da dove spunta Giuseppe Conte? Da quali Santi è stato miracolato? Un professionista sconosciuto, fuori da ogni scuderia politica, e mai eletto dai Cittadini, assurge alla guida del Governo, sulla cui poltrona è incollato, grazie alla pandemia, già da due anni. Come è accaduto? E' possibile e credibile che un oscuro Carneade possa trovarsi fra le mani il potere che il Nostro occupa, e che lo eserciti con la finezza di un leguleio astuto e con la spregiudicatezza di un politico consumato? Questa realtà dimostra che la nostra classe politica, perlomeno inadeguata, è riuscita a esprimere un "Conte" e nulla di più, con il sospetto che sponsor ignoti lo abbiano portato di peso a Palazzo Chigi.                                                  Forse cosi nascono anche i Regimi e i "Carneade" si trasformano in Dittatori?                 

modena, 4/12/2020



  

giovedì 3 dicembre 2020

PANTA REI

Sono anziano o vecchio? Non mi piace definirmi, o meglio, non amo le definizioni in genere: è una sorta di schedatura, quasi essere riposto nella teca che ti contiene con una fissità inquietante.                    Non anziano perché termine consolatorio per non dire vecchio, termine peraltro nobilissimo ma svilito dalla pubblicistica modaiola che esalta tutto quanto è nuovo, o si definisce tale.                                      Non giovane infine se non altro per il dato anagrafico e le convenzioni che ti relegano nella riserva della Società per la quale sei prezioso consumatore ma potenziale vittima di selezione sociale.                Attonito e incredulo, osservi il tuo passo lento in uno spazio sempre più angusto, senza orizzonte e cerchi consolazione nel ricordo di ciò che fu: di bellezza, gioia e forza c'è solo nostalgia dolcissima, mentre corpo e anima protestano e si dibattono invano tra ceppi e catene.                                                  Della bellezza e fascinazioni, e delle tristezze vissute restano le ombre e il dubbio: ho vissuto veramente oppure ho sognato?                                                                                                                                modena,3/12/2020

martedì 1 dicembre 2020

LEGGE FORTUNA/BASLINI 1970

La legge che introduce il divorzio in Italia compie 70 anni; nel successivo referendum abrogativo io votai No alla proposta di abrogazione.                                                                                                          Fu una lotta lunga e travagliata: si fronteggiavano Laici e Progressisti da un lato e Cattolici e Conservatori dall'altro, ma in realtà la divisione fra gli elettori era meno netta di quanto apparisse.          Infatti i due fronti erano lacerati trasversalmente, la società e le stesse famiglie erano divise, mentre la Chiesa difendeva con asprezza la tradizione e il suo potere millenario. L'Italia si trovava in un periodo di profonde trasformazioni sociali, e infatti nei primi anni '50 erano già state abolite le "Case chiuse", nel '79 fu presentata e approvata anche la legge che introduceva in Italia l'interruzione volontaria della gravidanza; anche in questo caso la battaglia fu molto aspra tra i fronti opposti, ma infine la legge fu approvata.                                                                                                                                           Aborto, Divorzio, abolizione dei "Casini", e il nuovo Diritto di Famiglia sono dunque le tappe del progresso civile che l'Italia ha toccato nel secondo dopoguerra.                                                                  Io ho votato per l'introduzione del divorzio e dell'aborto volontario, ma ricordo che condividevo alcuni timori che il fronte conservatore alimentava e sbandierava anche in maniera strumentale.                      Pensavo che lo Stato laico avesse il diritto di legiferare nell'interesse dei suoi Cittadini, che lo Stato non dovesse essere condizionato da una religione (anche a detrimento di altre Fedi); non si può dimenticare che il Cattolicesimo è maggioritario in Italia dove in Vaticano risiede il Papa.                                        La Chiesa era preoccupata delle conseguenze morali che aborto e divorzio avrebbero potuto avere nella società italiana, e i fatti hanno confermato che eravamo in piena trasformazione nei costumi e nella morale comune.                                                                                                                                         Gli antichi valori esercitavano minore influenza, la fine della guerra aveva prodotto un nuovo Ordine mondiale e dato vita a uno sviluppo economico prodigioso in tutta Europa, sappiamo inoltre che l'economia è il vero motore dei cambiamenti, che gli uomini credono di essere gli attori del cambiamento e invece sono "agiti" dai fatti che si affermano contro lo loro volontà.                                E' sempre la realtà che prevale!                                                                                                                    E qui ricordo solamente, (per amor proprio e amor di Patria), i costi umani che divorzio e aborto hanno arrecato a donne, uomini e famiglie del tempo.                                                                                            A.Ferrin                                                                                                                                                          modena, 1/12/2020