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libreria di zurau

mercoledì 10 settembre 2025

QUI E ORA

 Uomini e donne si danno di gomito in cerca di visibilità; non è una novità ma il fenomeno è accentuato   dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione pubblici e privati. Tutti, anche i minorenni, dispongono di   strumenti sofisticati che permettono di essere sempre più autonomi e connessi, ma senza la certezza di   essere veramente "in relazione" con il vicino che vive accanto a noi. In macchina, sui marciapiedi e nei   luoghi pubblici sembriamo matti, siamo isolati nel nostro scafandro solipsistico, rischiamo di cadere   rovinosamente o finire sotto le ruote di un nostro simile alla guida assorto in conversazione: quindi il   rischio di letali scontri ravvicinati non programmati tra due esseri che hanno smarrito la Trebisonda. Ci   piace vivere pericolosamente, ebbri di libertà, quasi avessimo maturato la certezza che non valga la   pena di vivere la realtà giorno per giorno.

Shakespeare afferma che "siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita" . Non c'é discontinuità tra il feto che fluttua nel liquido amniotico e il piccolo che vede la luce, essi sono ancora felici. Dal ventre materno, che protegge e conforta, entriamo nella bolla esclusiva della natura in cui la vita esplode e brulica ricchissima, terreno della competizione dove però la stessa Natura ha già tracciato il destino di ogni essere vivente: tutto è già scritto! Abbiamo nostalgia della calda protezione materna dove vorremmo ritornare, ma la perdita è irrimediabile. Noi, donne e uomini, pensiamo di essere i migliori e più furbi di tutta la banda, e così  abbiamo escogitato espedienti e artifici per rivendicare libertà e libero arbitrio che, uniti al relativismo, fanno sì che possiamo dare libero sfogo e soddisfazione alle nostre pulsioni. Ma siamo perlomeno miopi: mentre balliamo sul ponte della nave, siamo impreparati al naufragio che incombe. 

Modena, 10/9/2025

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