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libreria di zurau
mercoledì 9 maggio 2018
Dio ha bisogno degli uomini
Dio ha bisogno degli uomini
Ho deciso infine di recarmi alla Cineteca di Bologna, dove visionare il film di Jean Delannoy, film girato nel '50 e che io avevo visto alcuni anni dopo, nel collegio in cui studiavo.
Ho seguito il film in lingua originale, e con cuffia, in una delle postazioni occupate da appassionati di cinema che frequentano il Centro polivalente: questo dispone di ricca Cineteca dotata anche di un centro di restauro e recupero dei film da salvaguardare.
Del complesso fa parte anche il Cinema Lumiere aperto al pubblico, che ospita rassegne a tema, e cicli di autori di tutte le cinematografie.
E' singolare che il film fosse così impresso nella memoria che alle prime scene ne ho riconosciuta
l'atmosfera, i personaggi, il fascino della fotografia b/n, la potenza dell'immagine di un neorealismo in cui gli italiani hanno primeggiato.
Il teatro della vicenda è l'isola di Sein nei pressi della costa bretone, e narra un episodio accaduto nel 1850: la piccola comunità è fatta di pescatori poveri, analfabeti, considerati così primitivi che il prete
li ha abbandonati, bisogna aggiungere che questi pescatori erano accusati di provocare il naufragio di
naviglio per depredarli.
I parrocchiani non si rassegnano all'assenza dei riti religiosi, e il sagrestano Tommaso nella sua ignoranza percepisce e recepisce i bisogni della sua gente, e timidamente cerca di soddisfarli ma, in
procinto di commettere il sacrilegio di celebrare messa, dal continente arriva il nuovo parroco con i
Gendarmi armati.
I pescatori fanno fronte comune, e uno di essi, temendo l'arresto, si impicca; la Chiesa ovviamente rifiuta il funerale religioso, e allora Tommaso prende l'iniziativa di celebrare il rito laico in mare: la critica ha definito questo funerale tra i più emozionanti del cinema.
Le barche dell'isola solcano insieme l'oceano, raggiungono il luogo prestabilito, le vele ammainate e
Tommaso bacia in fronte il defunto che è fatto scivolare nell'acqua.
L'epilogo non potrebbe essere più cattolico di così: "ora tutti a messa!"
Bellissimo, ribadisco, il funerale, le scene di mare, la colonna sonora, le indagini dei Gendarmi in cui
la comunità complice addossa tutte le colpe al pescatore suicida.
Notevole la recitazione di Pierre Fresnaiy, Madelaine Robinson, un giovane Daniel Gelin e della gente comune.
Tratto dal romanzo di Henri Queffelec : "Un recteur de L'Ile de Seine"
A.Ferrin
modena, 09/05/2018
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