DIALOGO
I due camminavano in silenzio, quasi misurassero i passi, a controllare che le scarpe non toccassero
le rette che dividono i quadrati del lastricato, come i bambini quando giocano saltando le caselle di gesso; il marciapiedi era ampio e regolare, i pedoni rari e agevole il loro procedere a debita distanza
dai binari dei tram che sferragliavano vicini.
Il mutismo fra i due era colmato dal clamore della via e ciò li rassicurava: non erano così alle prese
con il disagio procurato dal vuoto in cui erano sospesi, cercando invano un ancoraggio nella realtà che vivevano.
A un tratto le chiese: stai bene? Sì, perché? Così, tanto per dire, e riprese a fissare il disegno sul marciapiede, poi sembrò riflettere a voce alta: non riusciamo a comunicare, è vero, ma non credo
dipenda da me o da te, forse è inevitabile, e così dicendo la donna pensò di avere esaurito l'argomento.
E l'uomo di rimando: forse non dobbiamo essere fatalisti, possiamo cercare le cause e i rimedi,
e lei: contano i fatti e tra i fatti c'è il freddo fra noi; quando siamo a letto, sembra che tra noi ci sia una barriera che siamo attenti a non superare, quasi timorosi che inavvertitamente possiamo sfiorarci.
Ho voglia di te, riprese l'uomo, ma ti vedo assente quando prima di addormentarti sei assorta, hai smesso di leggere e distrattamente ricambi la mia buona notte; a volte fantastico che tu sia interessata a un'uomo conosciuto sul lavoro, che tu sia presa da nuovi interessi che esulano dal nostro rapporto.
Non dire sciocchezze, se così fosse te lo direi, lo sai che non sono il tipo di donna che riuscirebbe a
sostenere e recitare una doppia vita, anche, e nonostante ora sia apparentemente tutto consentito, ma la vita di coppia è già così faticosa che non riuscirei a gestirne due, comunque la verità è che i rapporti sociali e, prima di ogni cosa, di coppia richiedono grande fatica, Garcia Lorca in un suo verso lo dice "ah, quanto mi costa amarti come ti amo", ma tu che temi i miei tradimenti, tu sei innocente?
E l'uomo: io ho fantasie innocenti, che non sono "agite", tu sei ancora la donna che desidero, e sono angustiato dalla situazione che potrebbe sfociare nel fallimento totale.
In verità mi concedo fantasie e sogni, ma nei fatti sono ancorato a te: sono aggrappato come allo scoglio dal quale i marosi non possono separarmi. e sono consapevole che questa è un'immagine
di debolezza e che pertanto posso ancora apparire un ingenuo e incorreggibile romantico.
E tu lo confermi: voi uomini, dici, spesso vi comportate come bambinoni, e non è solo un modo di dire, siete tutta testa e poca pancia, mentre noi donne siamo più concrete, più legate alla materialità della vita, e quindi sono più chiari i nostri obiettivi, e più determinate a raggiungerli.
Quasi inavvertitamente, si ritrovarono in via Garibaldi, ormai vicini a casa, e si stupivano di avere conversato senza animosità.
In prossimità del portone di ingresso, l'uomo abbracciò teneramente la donna, che fu arrendevole.
A.Ferrin
modena, 07/05/2018
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