E' quello che spira da Nord-Est portato dall'armata russa con il suo attacco proditorio all'Ucraina: per due giorni ho stentato a credere, con sgomento, che stesse accadendo sul nostro Continente. Ora non ci sono dubbi: rivivo, e sembra anacronistico, i fatti d'Ungheria, Berlino, Polonia e Praga, che hanno in comune l'aggressore, prima l'Unione Sovietica, ora la Russia che non ha mai digerito la sconfitta del comunismo. La caduta del regime sovietico ha provocato il collasso del Patto di Varsavia e dei regimi comunisti che vi aderivano; questi profondi mutamenti hanno comportato una grande perdita di potenza per la Russia, e non mi sorprende che la stessa Russia non abbia metabolizzato del tutto i cambiamenti radicali causati dal fallimento del sistema ideologico-economico del Comunismo. Se così è, la Russia ha perduto il suo Impero, quello Zarista prima e quello Sovietico poi, e non è escluso che i fatti di oggi siano frutto della frustrazione di un intero popolo: i sentimenti di frustrazione possono innescare gravi reazioni dei singoli e anche degli Stati quando questi sono, o si sentono umiliati. (Germania docet) Manifestanti russi protestano contro l'intervento del proprio Paese in Ukraina, ma impressiona di più la donna che con sicurezza afferma la responsabilità dei fatti essere degli Ukraini. Io spero sia scongiurata una deriva distruttiva nel Paese aggredito, in Europa e nel mondo, con il ricorso a una Terza Guerra mondiale evocata da più parti in questi giorni. Avevo 14 anni quando nel '56 vissi gli ultimi giorni della Rivoluzione ungherese, gli appelli disperati e vani del Presidente ungherese Imre Nagy che poi fu imprigionato, condannato a morte e impiccato; vi sono analogie storiche clamorose: ora come allora si accusano le vittime di essere fascisti e nazisti colpevoli di ogni nefandezza! E' il meccanismo di ogni assolutismo che cerca di sopravvivere a ogni costo, individuando nemici immaginari da perseguitare: Imre Nagy, (impiccato) e Dubcek, (ridotto a fare il giardiniere) erano comunisti capaci di riconoscere i limiti del Sistema sovietico, e perciò troppo pericolosi. Ma infine noi umani ripetiamo sempre gli stessi errori; con tutta la nostra scienza siamo tronfi di orgoglio e ci sentiamo al centro dell'universo, abbiamo antropizzato Terra e Luna, vogliamo esplorare lo Spazio, dimentichiamo però che a determinare il nostro agire sono sempre le pulsioni ancestrali quali aggressività e spirito di sopraffazione che la natura ci ha donato perché funzionali nella lotta per la nostra sopravvivenza, ma che per miopia e stupidità possono tramutarsi in doni avvelenati: renderci cioè irresponsabili e condurci alla follia. D'altra parte è giusto sottolineare che le ideologie, la retorica e i "nobili ideali" con cui si ammantano le azioni più turpi dell'umanità, nascondono motivazioni molto più terra terra: queste sono le materie prime e le risorse energetiche di cui abbiamo bisogno, e per le quali siamo disposti a tutto, a predare e violare i diritti altrui.
A. Ferrin modena, 27/2/2022