Era seduta sulla poltrona davanti al televisore nella sua casa ormai di nuda proprietà: Marinella viveva sola, senza parenti vicini o lontani, come molti vecchi aggrappati alla vita con le unghie e i denti. Il fatto è che il malore improvviso l'ha colta indifesa due anni prima, non è riuscita o potuto chiedere aiuto: la sua assenza era passata inosservata mentre l'umanità che la circondava, già alle prese con il Virus, ha pensato che l'anziana conducesse vita riservata nella sua quotidianità, fra ricordi e nostalgie. I vicini se ne sono ricordati quando una bufera di vento ha devastato le Provincie di Milano e Como, e hanno temuto che gli alberi di Marinella potessero danneggiare la loro proprietà. I Vigili intervenuti hanno forzato l'ingresso e rinvenuto l'anziana, ovvero i suoi poveri resti nella casa polverosa e in abbandono: questo nella plaga più ricca del nostro Paese. Sono colpito da testimonianze di miseria e morte, soprattutto quelle dei più deboli e indifesi, vorrei essere come quelli bravi che hanno capito tutto della vita, che si prendono tutto quello che vogliono e possono, volgendo lo sguardo altrove. Vorrei vederli qui, davanti a corpi straziati e muti, davanti all'abbandono e alle solitudini, alla fame di intere generazioni, e ti dicono parole ineffabili: ma insomma, questa è la vita degli uomini, la loro storia è disseminata di fango e cenere, frutto della feroce selezione prodotta da pandemie e guerre, molte dovute alla insipienza degli uomini, e altre al disegno imperscrutabile della natura. Così si perde memoria di chi ci lascia; infatti è triste e insostenibile la visione dell'orrore, orrore da cui solo un oblio provvidenziale può fare distrarre lo sguardo. E d'altra parte, come dimenticare se non ci si tuffa nella vita vera del caos quotidiano fra le illusioni e il clamore? Se così non facessimo, saremmo subito preda di follia.
A. Ferrin modena,9/2/2022
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