La pandemia da Covid lascia il posto al Burlesco per concedere a noi tutti una pausa tonificante a beneficio del sistema neuronale provato. Ci soccorrono il Festival di San Remo e le Olimpiadi a distrarci dal virus che non ci vuole dimenticare, e infine la televisione con il mezzobusto che riesce a intervistare il Papa che, con gesuitica astuzia, si presta all'esibizione in cui è significativa l'immagine dell'intervistatore che, gonfio di orgoglio, sembra invocare l'occhio della telecamera: riprendi me, lascia stare l'argentino. E che dire del fantasmagorico palcoscenico della gara canora dove trionfano i colori LGBT, la moda astrale e si vedono gli artisti anziani che credevamo confinati in teche museali, e invece sono arzilli e combattivi. Seguo anche le Olimpiadi sulla neve con le competizioni di donne e uomini che faticano e gioiscono senza cedere al divismo, e per i quali la partecipazione è (apparentemente) già premio a se stessa. Tutti, in realtà, vorremmo intrufolarci in compagnie chiassose e festose per dimenticare il nostro "Virus quotidiano ", ovvero tuffarci nella folla per esorcizzare le nostre paure e sentirci vivi, illuderci di essere vivi; nel nostro intimo sappiamo di essere attori e comparse sul proscenio che non potremo calcare più a lungo di quanto ci è concesso.
A.Ferrin modena, 7/2/2022
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