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libreria di zurau

sabato 24 settembre 2022

LA FUGA

 

Mi aggiro nel giardino quasi deserto dei "Marinai d'Italia" a smaltire il pranzo che uso consumare all'ora degli anziani, cioè molto presto rispetto ai comuni mortali. Gli occhi scrutano le fronde mosse dal vento tiepido che scompiglia anche i miei pochi capelli, mentre osservo le tortore che senza quiete caracollano in cerca di cibo.                                                                                                                        Sono in questo stato di quiete quando una voce mi apostrofa alle spalle: è scappato dall'Ospedale? L'unica persona che può avere parlato è un signore anziano seduto sulla panchina che sta arredando per consumare il suo pasto: ha disteso un fazzoletto sulle assi ormai logorate dal tempo e su cui ha disposto pane, un cartoccio di salume e una bottiglia di vino. Rispondo per cortesia: perché? E quello: ma perché vederla in ciabatte con calze bianche e giacca, sembra che sia scappato in tutta fretta da un Ospedale, lo dico per esperienza, e io di rimando: anche lei è scappato dall'Ospedale? Sì risponde, mi è capitato ma, vuole rassicurarmi, non si preoccupi, se è scappato ha fatto bene, in Ospedale ci uccidono tutti, soprattutto noi anziani, e sa perché? Perché costiamo troppo: il suo linguaggio colorito è impetuoso e inarrestabile, e prosegue con una filippica con cui accusa tutti i partiti facendo di ogni erba un fascio, dimentica anche il cibo ormai offerto agli insetti. Ne ha per tutti, anche per la Chiesa i cui preti parlano bene e razzolano male, ma il suo eloquio è confuso e contradditorio, e rende così incomprensibile il suo pensiero. Sembra che capitino solo a me questi incontri particolari ma non è così; di questi personaggi ce ne sono molti e sono fra noi, per lo più passano inosservati, quasi ombre tra le persone attive e indaffarate, e ce ne accorgiamo quando riescono a valicare il muro di indifferenza o sufficienza che ci separa da loro, allora ci provocano e sono contenti quando ci coinvolgono. Le elucubrazioni sono anche affascinanti perché nel delirio accostano piccole verità a grandi leggende metropolitane e a risibili fantasticherie. In ogni caso io vedo questi personaggi quasi con simpatia: sono frutti innocui della nostra società competitiva, esclusi dall'attività produttiva, ridotti ai suoi margini in uno stato di inferiorità economico-sociale.                                                                                                              Infine, per quanto mi riguarda, sono determinato: non uscirò più in ciabatte e calzini bianchi. 

A.Ferrin                                                                                                                                                  modena,23/9/2022    

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