Tutto il dicibile, il detto e il non detto, deve essere "politicamente corretto", altrimenti ci si espone alla censura, se non al pubblico ludibrio, e allora meglio ricorrere a perifrasi e metafore che velano la verità di ipocrisia: ipocrisia che, con il disvelamento della realtà, alimenta rancori e sentimenti di rivalsa. Ti dicono, questo è opportuno o inopportuno, che non tutta la verità si dice, tutto in nome del quieto vivere che, in realtà è pusillanimità. Ci dicono che le buone maniere sono condizione necessaria per la convivenza civile, ma cosa dire se una parte degli umani non le condivide? O se la vita degli uomini è funestata dall'arroganza del Potere e dei prepotenti sui deboli? E se gli uni vogliono semplicemente vivere, e altri dominare? E' l'annoso problema del controllo e regolazione dell'aggressività mediante strumenti adeguati: l'antico conflitto fra chi è uscito dalla foresta e chi vi brancola ancora. In ogni caso, date queste premesse, penso convenga scegliere sempre la verità, quella che riteniamo tale essa sia, senza remore o timidezza, nella convinzione sia la scelta più conveniente. Non necessariamente la verità assoluta, che non è nella nostra disponibilità.
A. Ferrin modena, 10/10/2022
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