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libreria di zurau

mercoledì 19 ottobre 2022

SPINA

Memento per i miei figli 

Ricordate la nave oneraria romana che abbiamo intravisto sulla strada fra Comacchio e Ferrara?  Rientravamo dal mare e, se ricordo bene, c'era anche Renata; la nave romana era interrata in un terreno  alluvionale a lato della strada: si scorgeva parzialmente il carico che sporgeva dal fango, carico che poi si seppe era costituito da anfore e materiale alla rinfusa tra cui anche lingotti di piombo. Il fatto mi è venuto alla mente leggendo che a Comacchio c'è il museo archeologico che custodisce i resti dell'antica città etrusca di Spina, ma anche quella nave romana e il suo carico. Le tracce di Spina erano emerse dal fango nel primo '900; prima si riteneva fosse leggenda e nulla più; non ricordo se vi ho portati a visitare il Museo di Spina a Ferrara dove sono esposti i reperti della sua necropoli scavata in valle Pega: il Museo ha sede nel Palazzo di Ludovico il Moro in via XX Settembre. Esso contiene una ricca raccolta di arte etrusca con i grandi crateri attici provenienti dalla Grecia, prodotti che nulla hanno da invidiare a quelli visibili nei musei greci, e dimostrano che Spina era ricca come l'Etruria e aveva con la Grecia molti scambi culturali e commerciali: lo testimoniano il gran numero di manufatti fittili, ori, monili e suppellettili  La mitica città era scomparsa a causa delle grandi trasformazioni dell'ambiente quale il grande impaludamento dovuto al dirottamento del corso del Po a nord del ramo del Po di Volano.   Spina ha conosciuto anche i "tombaroli", fenomeno nato in tutti i siti archeologici italiani, attività illegali che hanno alimentato un fiorente mercato clandestino di opere preziose che spesso sono finite in mano a privati e musei stranieri. Emblematica l'esperienza vissuta da me e Paola nell'area etrusca di Tarquinia, nei pressi della sua antica necropoli: alloggiavamo presso una famiglia del posto, e dopo alcuni giorni entrai in confidenza con l'affittuario. Avevo già notato alcune anfore e suppellettili in bella mostra sulle pareti della casa, e infine lo stesso padrone di casa mi svelò l'arcano: egli era un tombarolo in "pensione", ma deteneva ancora alcuni reperti da lui trafugati dalle tombe violate, oggetti che con molta discrezione cercava di vendere ai turisti di passaggio.                                                                        Noi non acquistammo perché il tutto avveniva in una cornice di illegalità, e poi seppi che in quel mercato clandestino c'erano anche molti "falsi" (alcuni tombaroli erano abilissimi nell'antichizzare).

A. Ferrin                                                                                                                                                modena, 19/10/2022

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