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libreria di zurau

venerdì 29 marzo 2024

BLASFEMIA?

E' proprio vero che i tempi sono cambiati; osserviamo quanto accade nella Diocesi di Carpi: un dipinto esposto in Chiesa è giudicato offensivo della religione Cattolica da migliaia di credenti: la Curia locale afferma il quadro non essere blasfemo in quanto libera espressione dell'artista. Il dipinto mostra il Cristo sulla croce adagiata in terra, è seminudo, e le parti intime sono coperte dal capo dell'artista piegato sul Cristo mentre introduce la mano nel suo costato. Un tempo crociate e guerre scoppiavano per molto meno, ora il clamore è tardivo e residuo di una religione minoritaria e impotente, religione in cui preti e gerarchie gareggiano per renderla più "inclusiva", tollerante e democratica!

Modena, 29/3/2024                                                                                                                                                            

FA IL BRONCIO

Cosa gli è successo? Il suo sguardo è rivolto ostentatamente alla finestra che mostra un panorama uggioso: quella che prima sembrava una primavera luminosa ora è autunno piovoso. Perché non mi guardi? Cosa ti ho fatto? Ti ho offeso? Buk ti prego, non fare così; la sua coda, in realtà un  "mozzicone di coda", non scodinzola e mi chiedo da cosa sia attratto: dalla pioggia che riga il vetro o dagli uccelli che cercano rifugio tra i coppi? Poi capisco e mi tranquillizzo: Liliana, spolverando, lo ha spostato dirigendo i suoi occhi alla finestra.

Modena, 29/3/2024                                                                                                                                                       

martedì 26 marzo 2024

CAUDATARI

Ieri in Piazza San Pietro all'angelus: il vecchio Papa (87 anni) Bergoglio non ha letto l'abituale omelia, e oggi sul Corriere, il giornalista "caudatario" di turno assicura che il Papa si è astenuto non per i noti problemi di salute, ma piuttosto perché ha voluto donare una lezione di umiltà circa il valore del silenzio (perché si parla troppo e spesso a sproposito). La piaggeria verso i potenti è praticata in maniera sfacciata, senza timore del ridicolo: c'é il Papa in TV? Allora deve dare segni di vita anche se in precarie condizioni di salute. Si vuole che Bergoglio emuli Giovanni Paolo II? Che si trascini, come il Papa polacco, con deambulatori, stampelle e ausili sanitari vari, o che con voce straziata pronunci parole benedicenti? 

Modena, 26/3/2024                                                                                                                                                        

domenica 24 marzo 2024

ANCHE LA RUSSIA

Anche la Russia di Putin è aggredita dal terrorismo più feroce: un attentato alla periferia di Mosca ha causato almeno 140 vittime; l'ISIS e la JIAD hanno già rivendicato l'attentato, ma Putin ha già scelto di attribuirne la responsabilità alla Ukraina: è una decisione cinica, irresponsabile e strumentale da usare contro quel Paese invaso ormai da due anni, e ancora oggetto della sua aggressione. La Russia sperimenta la legge del contrappasso ma persevera nella sua guerra di aggressione (e imperialistica) a un Paese sovrano. Voglio vedere se i pacifisti a senso unico insisteranno nella loro cecità di fronte a questa situazione gravida di sviluppi che potrebbero essere incontrollabili. Eppure si sapeva da tempo dei fermenti presenti nelle ex repubbliche asiatiche dell'Unione sovietica implosa negli anni '80/90, ovvero dei lasciti della guerra in Afganistan, in Cecenia ecc.( gli attentatori di Mosca verrebbero dal Kirgikistan!) Insomma, non si calpesta impunemente il diritto dei popoli senza pagarne le conseguenze, e i popoli più piccoli, di fronte all'imperialismo, possiedono il terrorismo come unica arma e quindi il diritto morale di usarla. Anche se, in ogni caso, sono votati alla sconfitta di fronte alla forza di una superpotenza.

Modena, 24/3/2024                                                                                                                                                        

mercoledì 20 marzo 2024

19 MARZO

Oggi ho vissuto la "festa del papà": non ci pensavo, quasi avessi dimenticato di essere, e soprattutto di  essere stato padre. D'altra parte è passato molto tempo, e poi parliamo della figura genitoriale declassata e quasi vilipesa da cultura e costume iconoclasti; per questo mi ha fatto doppiamente piacere che le mie figlie se ne siano ricordate, mentre il maschio è lontano. Sempre oggi, nel pomeriggio, un piccolo episodio mi ha rammentato che sono nonno di due ragazze, Lara e Lea, lontane in quel di Pontemaglio, al Confine con la Svizzera. Il merito è di una bimba (18 mesi) che muove i primi passi e che ho incrociato nel controviale di via Giardini: è Azzurra. La sua manina in quella sicura del padre, cammina a piccoli passi ma con coraggio; ricordo il suo nome come ricordo la sua mamma quando la portava ancora in grembo. Sì, ho già scritto della gioia che mi trasmette la visione dei bimbi piccoli, dei cuccioli in genere: essi trasmettono la gioia di vivere, quella gioia che dispensano con generosità e che noi nonni abbiamo smarrito e ne rivediamo i barlumi nei loro occhi. Dunque Azzurra: il suo papà mi ha indicato come un "nonno" e le ha chiesto se voleva darmi la manina per procedere insieme verso casa dove era attesa dalla mamma. Azzurra ha teso la mano verso la mia e abbiamo raggiunto la meta. Una grande emozione: rivivere esperienze di un'altra vita, emozioni irripetibili che solamente l'infanzia può donare.

Modena, 19/3/2024

lunedì 18 marzo 2024

LA ZONA DI INTERESSE

Non avrei voluto, ma infine ho visto il film premiato con l'ultimo Oscar; ho ceduto perché la canea della critica e la pubblicità invasiva hanno prevalso, ma la verità è che pure io non ho resistito alla curiosità. L'argomento è quello annoso della seconda Guerra Mondiale e della persecuzione degli ebrei a opera del nazismo. Ero certo che l'ennesimo film sul tema non avrebbe aggiunto niente di nuovo alla storia già sviscerata, e questo grazie alla tenacia con cui l'ebraismo mondiale ne tiene viva la  memoria, e infatti non si è persa l'occasione di polemizzare: si è detto che i ripetuti Oscar a questo genere di film siano dovuti alla lobby ebraica di Hollywood, altri sono contrari alla mitizzazione dell'Olocausto degli Ebrei perché, a loro dire, di "Olocausto" ce ne sono stati altri piccoli e grandi passati nel dimenticatoio, tutti con altrettanta dignità per potere e dover essere ricordati e onorati. Ma torniamo alla "Zona di Interesse": nulla di nuovo sotto l'aspetto storico e documentario, semmai mi ha fatto pensare alla polemica ricorrente sul "male assoluto", carattere che gli ebrei rivendicano per il proprio Olocausto. Allora ho pensato ad Hanna Arendt che aveva coniato il termine, ma non nel senso indicato dagli Ebrei. Secondo la Arendt (che era ebrea ma laica) il male assoluto è il male umano dell'umanità, male che nasce e cresce come tumore silente nei grandi sistemi e strutture più complesse della Società, sistemi pervasi dalla tecnologia e che condizionano, attraverso strutture burocratiche sofisticate, le scelte e la vita dei Cittadini. E' la via maestra ai sistemi totalitari e al totalitarismo. Il film fornisce una visione chiara del nostro MALE: la famiglia sul confine del Konzentrationslager conduce la vita consueta di una famiglia borghese, il Capo famiglia dirige il Lager: c'é il desco famigliare, i bambini giocano e vanno a scuola, il cane che scodinzola, moglie e marito che conversano del più e del meno mentre dalla finestra, in lontananza, si intravedono i camini fumanti dei forni crematori e svettano le garitte con sentinelle armate; ma il tutto è realtà lontana, quasi estranea al vissuto della famigliola, famiglia che conduce una vita "normale", maledettamente normale in una realtà ovattata, sospesa e quasi estranea.  E' una rappresentazione verosimile? Sì, più del  presente che del passato: noi usiamo il passato per esorcizzare il presente. L'Olocausto ebreo offusca tutti i mali del mondo, è vera distrazione di massa: il Male assoluto è tra noi, risiede fra noi perché generato da noi, ed è ben rappresentato dalla carneficina in atto nella Palestina, dai morti innocenti, e dalla carestia provocata a danno dei più deboli, o dall'odissea di popoli senza terra, o dai conflitti lontani e dimenticati, e dalla sopraffazione di popoli inermi a opera dei prepotenti di turno. Questa è la realtà che viviamo, e siamo tutti responsabili, tutti, nessuno escluso. Ma infine la cosa più triste è la constatazione che noi uomini e donne, riusciamo a convivere con il male, almeno fino a quando non vi siamo coinvolti. Conviviamo così bene che lo possiamo vedere e udirne il tuono senza scomporci né essere distratti dalla contemplazione del nostro ombelico.  

Modena, 18/3/2024  

giovedì 14 marzo 2024

MALE ASSOLUTO

La Senatrice Segre, intervistata dal Corriere, e richiesta di un commento circa la guerra Israelo/Palestinese, usa un linguaggio involuto e sbrigativo, troppo sbrigativo; scusate la mia domanda retorica: perché la signora non "sta sul pezzo", e invece si dilunga sulla sua lontana esperienza, che tutti noi dovremmo ritenere ( a suo dire) l'unico vero "male assoluto? Forse ha malinteso Hanna Arendt ? Gentile Senatrice si metta il cuore in pace: il male assoluto non è quello subito dagli ebrei, questo è un "privilegio" toccato a molti altri popoli e religioni nella storia umana: è un male insito nella natura umana. Pertanto, solo per onestà umana e intellettuale Lei, come tutti gli Ebrei, non dovrebbe rivendicare, con l'Olocausto un primato esclusivo. Ne consegue che in questo momento la verità è che, al terribile 7 Ottobre, Israele ha risposto, e risponde, con una vendetta "biblica", feroce e sproporzionata!

A. Ferrin                                                                                                                                                            Modena, 24/3/2024

ANCORA LUI

 E' Buk che mi controlla: è impertinente col suo nasone umido e nero quando piega il capo per pietire. So   bene che se non fosse un pupazzo e si vitalizzasse impazzirei di gioia, ma è di conforto anche così. Non   posso tenere un cane: non c'é lo spazio che egli possa esplorare alla ricerca delle tracce odorose preferite,   né sono in vista muretti e angoli dove possa sollevare la zampa. E poi portarlo a passeggio? Già io dovrei   essere condotto da mano più sicura: e poi Buk sarebbe tentato a zuffe e smancerie con ogni suo simile o   bipede, e distratto da ogni odore che lo stuzzichi, nel qual caso mi metterebbe in difficoltà, ma è bello   osservare con quanta e quale pazienza siano accuditi  (soprattutto dalle donne) i cani a passeggio; non è   raro udire esortazioni simili: dai su, dobbiamo andare, vieni con la mamma che devi fare la pappa! Mi   piace credere che la stessa dolcezza sia riservata ai cuccioli umani.

 Modena, 14/3/2024                                                                                                                                                  

domenica 10 marzo 2024

AVVENTATEZZA

L'uomo a capo della Chiesa Cattolica ripete l'esortazione all'Ucraina affinché accetti la pace con la Russia, mentre quest'ultima occupa proditoriamente parte di essa. E' una provocazione o semplicemente improvvida iniziativa da parte di un vecchio Papa che ha perso la Trebisonda? La storia farà giustizia di tutto ciò: le sue esternazioni sono evidenza dell'involuzione del magistero cattolico che in questo caso vuole fare carta straccia del diritto internazionale e di quello dei popoli. Non voglio usare altre parole che potrebbero risultare più irriguardose del necessario per Bergoglio e le sue temerarie dichiarazioni.

Modena, 10/2/2024                                                                                                                                                  

TONIO

Tonio era Cittadino del' Istria, in Venezia Giiulia; la sua famiglia era dunque italiana della Venezia Giulia, la Regione che fu sballottata fra Italia e Jugoslavia causa l'avanzata delle bande partigiane di Tito nella 2^ guerra mondiale quando occuparono Istria e Dalmazia. Pertanto la sua famiglia dovette scegliere: con i Titini, avanguardia dei Sovietici, o con l'Italia. La famiglia subì dunque il doloroso esodo rifugiandosi nel Territorio Libero di Trieste; ma questa è preistoria. Tonio crebbe, diventò adulto e si avvicinò il tempo della Naja, il momento in cui i giovani maschi sono chiamati in armi al "servizio della Patria"; era terrorizzato da quella prospettiva, e allora pensò bene di allontanarsi dall'Italia per sottrarvisi: si recò prima a Zurigo presso la sorella Tina, in Gasometerstrasse, quindi raggiunse Basilea e si presentò alla Sandoz S.A. che, con Ciba e Hofmann La Roche, costituiva il famoso polo Chimico-farmaceutico. Grazie all'esperienza maturata alla Montecatini di Ferrara, fu assunto dalla Sandoz nel reparto di cristallizzazione ma, dopo tre mesi, le rigide regole svizzere che privilegiavano i Cittadini svizzeri rispetto ai Gastarbeiter, indussero i dirigenti, loro malgrado, a destinarlo ad altro ruolo. Tonio visse il tutto come un'ingiustizia e quindi grande frustrazione che non riuscì ad accettare. Pertanto lasciò la Sandoz e si avventurò in Germania. Basilea è situata sul Reno, nel punto dove confluiscono Francia, Germania e Svizzera, in una posizione felice per la contiguità di lingue e culture diverse. In un primo tempo Tonio trovò un alloggio nella Piccola Basilea sulla sponda destra del Reno, rifugio di gran parte degli immigrati delle diverse nazionalità, quasi ridotta a enclave di lavoratori stranieri, corpo estraneo tra gli svizzeri. Egli si trasferì allora nella Basilea grande per potere vivere fra e con gli svizzeri: già pensava che i gastarbeiter non dovessero isolarsi e, peggio ancora, ghettizzarsi, ma piuttosto cercare di inserirsi a pieno titolo nella realtà locale. Quanta nostalgia di Basilea! Della Pension Bianca in Joanvorstadt, nei pressi del Mittelerebruke, dove Maria lo svegliava e gli preparava la colazione mattutina, e dei momenti conviviali, quando a pranzo e cena si ritrovava a tavola con gli altri ospiti della Pensione! Egli si incamminava verso il Polo industriale o usava il tram, non tralasciando di sostare in una delle famose pasticcerie della Città. Il lungo Reno era bianco di neve, neve copiosa che attutiva il borbottio delle chiatte che lo solcano. Dunque, licenziatosi dalla Sandoz, si inoltrò nella grande Germania risalendo la Renania con il treno che fiancheggia il Reno; il grande fiume è percorso da chiatte che procedono quasi in corteo; in realtà il Reno è una grande "autostrada" fluviale che movimenta merci e materie prime vitali per il bacino industriale di mezza Germania. Tutta la Valle del Reno è guardata dall'alto da Castelli quasi posti a sua protezione. Per Tonio erano paesaggi nuovi e affascinanti, dominati dall'architettura Gotica e da una natura ricca e ordinata; dal treno, in lontananza, si scorge Heidelberg, e si attraversano Borghi e Città suggestivi: Freiburg, Mainz, Mannheim, Colonia. Fu allora che Tonio scoprì di simpatizzare per quel popolo: forse per l'ordine che vi regnava, o per il civismo della gente comune? Poi penetrò nella Ruhr, la regione più industriale del Paese, e si recò a Witten, sede della fabbrica che produceva il Terital, nuova fibra sintetica: alcuni tecnici di quella fabbrica, recatisi alla Montecatini di Ferrara per avviare un impianto analogo, incontrarono Tonio al quale dissero che se fosse andato in Germania, avrebbe potuto lavorare a Witten, ma per Tonio fu un'altra delusione: anche in Germania non assumevano italiani con mansioni qualificate! E la stessa cosa accadde alla Bayer di Leverkusen. La Bayer era una famosa industria chimico-farmaceutica, forse la più grande della Germania; si recò al grande edificio dove accoglievano gli immigrati, assumevano tutti gli immigrati senza particolari formalità, e li ospitavano in camerate di un immenso edificio: sembravano dormitori pubblici con servizi comuni e brande a castello. Allora capì che Germania e Svizzera erano già invase da milioni di Gastarbeiter immigrati ( italiani, turchi, e spagnoli), forza lavoro non qualificata ma preziosa per le loro industrie; tuttavia constatò che in Germania i Gastarbeiter erano più rispettati di quanto lo fossero in Svizzera: a Zurigo e Basilea aveva notato i famigerati cartelli affissi a case o pubblici esercizi "non si affitta" o "vietato l'ingresso agli italiani". Piuttosto Tonio avvertì spesso un senso di colpa osservando la vita che conducevano gli immigrati che erano stati spinti a lasciare mogli e figli da vere necessità economiche, mentre egli vagava in Europa senza motivo, tanto che Ermanno, suo fratello, lo definiva "fratello turista". Tonio riprese il cammino a ritroso e si fermò a Monaco di Baviera,  città in cui un suo amico d'infanzia, Gatanino, gestiva con la famiglia un ristorante italiano. Il locale era prossimo alla grande area adibita all'Oktoberfest, l'annuale festa popolare (carnevalesca?) nel corso della quale scorrono fiumi di birra a innaffiare wurstel e salsicce. Tonio fu aggregato al manipolo di sguatteri e camerieri ospitati in una squallida mansarda: fu senz'altro un'esperienza da dimenticare! In questa non invidiabile situazione esplorò Monaco, peraltro bellissima, da Marien Platz al Maximillianeum, fino a Dachau, in uno dei tristissimi Konzentrationlager nazisti; in quegli anni non si parlava molto dell'Olocausto, fu motivato a visitare Dachau, e successivamente la casa di Anna Frank in Amsterdam, da letture varie sul tema. Fu in quelle circostanze che egli, andando triste e deluso per le vie di Monaco, partorì da una fervida fantasia, e complice la particolare situazione internazionale (guerra fredda), un'idea perlomeno bislacca e ingenua. Si diresse al Comando dell'Esercito Americano a Monaco che, in forza del trattato di pace, occupava la Baviera. Non seppe mai come e perché ebbe la forza di oltrepassare quell'ingresso munito di garitte armate e imponenti guardie peraltro poco marziali: l'unica ragione a sua giustificazione non poteva che essere la giovane età (20 anni) e la grande curiosità per il mondo che voleva esplorare. Egli era osservato con curiosità e rispetto formale: ai due o tre funzionari che lo ascoltavano (erano italo americani), disse che era stato avvicinato da personaggi ambigui che proponevano di collaborare con un non ben specificato Servizio Informazione che riferiva alla DDR, la Germania dell'Est occupata dall'URSS. Gli americani, sempre molto gentili, condussero Tonio in un'altra stanza, applicarono ai suoi polsi e al capo alcune placche metallica, e avviarono un marchingegno in cui figuravano aghi che, oscillando, tracciavano un grafico su carta: gli parve di riconoscere strumenti di controllo simili a quelli visti alla Montecatini, utili per monitorare i processi chimici in atto. Il ventenne ingenuo seppe in seguito di essere stato sottoposto alla famosa e futuristica "macchina della verità"! (non rammentava se ne fosse stato informato preventivamente) Ovviamente quell'ordigno non poteva rivelare l'inesistente. Allora Tonio fece ritorno a Ferrara, rassegnato a partire per la Naja. Di quell'avventura non parlò: fu per pudore o per timore? Fatto sta che i famigliari lo accolsero con naturalezza, e solo dopo molti anni ne parlò con i figli con i quali sorrise e ne rise in maniera liberatoria. Ma a dimostrazione di quanto sia imprevedibile la vita, e di quanto poco essa sia in nostro potere, alcuni anni dopo era Marconista distaccato presso la Base NATO di Vicenza, e Dio sa quanto abbia temuto che tra gli americani riemergesse l'avventura grottesca di cui era stato protagonista a Monaco di Baviera. Ma non accadde e Tonio scoprì che la realtà della Naja era meno brutta di quella comunemente creduta. 

Modena, 10/3/2024                                                                                                                                        

 

mercoledì 6 marzo 2024

AMOR

               

                       Fuggite, amanti, Amor, fuggite 'l foco;

                       l'incendio è aspro e la piaga è mortale,

                       c'oltr'a l'impeto primo più non vale

                       né forza né ragion né mutar loco.


                       Michelangelo Buonarroti (1475-1564)

domenica 3 marzo 2024

UNGARETTI



MATTINA

M'ILLUMINO D'IMMENSO

(1917)

UNGARETTI



SOLDATI

SI STA COME 

D'AUTUNNO

SUGLI ALBERI 

LE FOGLIE

(1918)

UNGARETTI

La prima poesia (del '17) è una folgorazione per il soldato accucciato nel fango della trincea: alle prime luci dell'alba è ancora vivo e sogna l'immensità.                                                                                          L' intensità della seconda poesia (del '18) è inversamente proporzionale alla sua brevità: come meglio si può descrivere la nostra vita? La sua precarietà, per noi mistero impenetrabile, è assimilata a quella di foglie fragili e caduche: quante volte ci accade di percepire questa fragilità, nel timore che un solo refolo di vento possa compiere il nostro destino?


Modena, 03/2/2024