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libreria di zurau

lunedì 18 marzo 2024

LA ZONA DI INTERESSE

Non avrei voluto, ma infine ho visto il film premiato con l'ultimo Oscar; ho ceduto perché la canea della critica e la pubblicità invasiva hanno prevalso, ma la verità è che pure io non ho resistito alla curiosità. L'argomento è quello annoso della seconda Guerra Mondiale e della persecuzione degli ebrei a opera del nazismo. Ero certo che l'ennesimo film sul tema non avrebbe aggiunto niente di nuovo alla storia già sviscerata, e questo grazie alla tenacia con cui l'ebraismo mondiale ne tiene viva la  memoria, e infatti non si è persa l'occasione di polemizzare: si è detto che i ripetuti Oscar a questo genere di film siano dovuti alla lobby ebraica di Hollywood, altri sono contrari alla mitizzazione dell'Olocausto degli Ebrei perché, a loro dire, di "Olocausto" ce ne sono stati altri piccoli e grandi passati nel dimenticatoio, tutti con altrettanta dignità per potere e dover essere ricordati e onorati. Ma torniamo alla "Zona di Interesse": nulla di nuovo sotto l'aspetto storico e documentario, semmai mi ha fatto pensare alla polemica ricorrente sul "male assoluto", carattere che gli ebrei rivendicano per il proprio Olocausto. Allora ho pensato ad Hanna Arendt che aveva coniato il termine, ma non nel senso indicato dagli Ebrei. Secondo la Arendt (che era ebrea ma laica) il male assoluto è il male umano dell'umanità, male che nasce e cresce come tumore silente nei grandi sistemi e strutture più complesse della Società, sistemi pervasi dalla tecnologia e che condizionano, attraverso strutture burocratiche sofisticate, le scelte e la vita dei Cittadini. E' la via maestra ai sistemi totalitari e al totalitarismo. Il film fornisce una visione chiara del nostro MALE: la famiglia sul confine del Konzentrationslager conduce la vita consueta di una famiglia borghese, il Capo famiglia dirige il Lager: c'é il desco famigliare, i bambini giocano e vanno a scuola, il cane che scodinzola, moglie e marito che conversano del più e del meno mentre dalla finestra, in lontananza, si intravedono i camini fumanti dei forni crematori e svettano le garitte con sentinelle armate; ma il tutto è realtà lontana, quasi estranea al vissuto della famigliola, famiglia che conduce una vita "normale", maledettamente normale in una realtà ovattata, sospesa e quasi estranea.  E' una rappresentazione verosimile? Sì, più del  presente che del passato: noi usiamo il passato per esorcizzare il presente. L'Olocausto ebreo offusca tutti i mali del mondo, è vera distrazione di massa: il Male assoluto è tra noi, risiede fra noi perché generato da noi, ed è ben rappresentato dalla carneficina in atto nella Palestina, dai morti innocenti, e dalla carestia provocata a danno dei più deboli, o dall'odissea di popoli senza terra, o dai conflitti lontani e dimenticati, e dalla sopraffazione di popoli inermi a opera dei prepotenti di turno. Questa è la realtà che viviamo, e siamo tutti responsabili, tutti, nessuno escluso. Ma infine la cosa più triste è la constatazione che noi uomini e donne, riusciamo a convivere con il male, almeno fino a quando non vi siamo coinvolti. Conviviamo così bene che lo possiamo vedere e udirne il tuono senza scomporci né essere distratti dalla contemplazione del nostro ombelico.  

Modena, 18/3/2024  

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