In Piazza Mazzini a Modena. Qui era l'ingresso al Ghetto ebraico abolito dalla nuova Italia Unita nel 1860, e in fondo alla Piazza si erge la monumentale Sinagoga eretta nel 1873 dalla comunità ebraica. Proprio davanti al Tempio staziona un mezzo militare dell'Esercito con due soldati di guardia. Sulle panchine che sono fra gli alberi a corredo della Piazza e del Busto di Mazzini, siedono due uomini e una donna. Sono in conversazione tra loro e io metto a frutto la mia curiosità. Chiedo al capo pattuglia del loro compito, ed egli mi spiega che sono comandati a vigilare il Tempio ebraico in quanto "obiettivo sensibile", potenziale oggetto di atti ostili contro la Comunità ebraica. In realtà ho fatto lo gnorri: conosco bene il tema della guerra endemica Israele-Palestina, del terrorismo, del martirio di Gaza. Allora, candidamente, indirizzata a tutti e nessuno, pongo la domanda provocatoria: tutto ciò è predisposto a difesa della Sinagoga da attacchi dei Palestinesi? Nonostante la temperatura ambiente sia di 35 gradi, è silenzio e gelo. Le persone (militari a parte), che parlottano tra loro sono Cittadini italiani di religione ebraica, volgono lo sguardo altrove, un signore anziano di buona volontà vuole raccontare la storia dell'Antico Testamento, ma gentilmente lo porto all'attualità perché le persone sufficientemente informate la conoscono e possono farsi un'opinione in merito. Allora l'uomo pone a sua volta la domanda: sa quanti Ebrei ci sono nel mondo? 18milioni! E' possibile che 18 milioni su oltre 8 mld della popolazione mondiale, siano percepiti come un problema? Sì, è possibile perché si tratta di una Comunità molto coesa, che vicende storiche anche drammatiche quali pogrom, esodi forzati e persecuzioni varie hanno forgiato in un carattere determinato, non dimenticando peraltro il loro proverbiale vittimismo e la fede di essere il "popolo eletto di Dio". D'altra parte la sperequazione tra l'esiguità di questa minoranza e la grande sua influenza nel mondo della finanza nonché della politica e della comunicazione, dimostra quanto essa sia importante. Aggiungo che gli ebrei da sempre hanno fama di essere versati negli affari, e questo ha determinato la nascita di grandi potentati economici sovranazionali attivi in molti settori: centri economici di potere che hanno diramazioni in ogni settore della società e pertanto hanno assunto anche grande potere politico e militare. Non si spiega altrimenti come un Paese (Israele) di 10 milioni di abitanti, possa parlare da pari a pari con la Superpotenza USA. Un Paese, Israele, che ha il potere di interdire la nascita di uno Stato (la Palestina), e che ha colto l'occasione del 7 Ottobre per avviare una vera "spedizione punitiva" contro i Palestinesi, provocando già 36000 vittime palestinesi a fronte delle1300 ebree del 7 ottobre causate dal proditorio attacco di Hamas. Ritorno in Piazza Mazzini con il gruppetto di ebrei che sembra si siano eletti a guardia della Sinagoga: riconosco la buona volontà del signore che ha accettato il dialogo, mentre ho notato che in altri c'era ritrosia e ambiguità. Mi è sembrato di rivivere situazioni vissute ogni qualvolta ho incontrato il dogmatismo e il radicalismo: parlano di opinioni, di libertà d'espressione, ma ogni loro "opinione" è un'affermazione apodittica che nasconde o rimanda a una fede assoluta: sembra di parlare con Testimoni di Geova, con Cattolici integralisti o con chiunque professi filosofie totalitarie. Invidio quelli che sono certi di avere la verità in tasca, ma temo che così facendo rinuncino al lume della ragione.
P.S. In precedenti post ha scritto che Israele non vuole la nascita dello Stato Palestinese perché sogna un Grande Israele in cui i Palestinesi siano "diluiti" e normalizzati come lo è la minoranza araba attuale in Israele. E' un'opinione personale che ritengo non peregrina. Una nuova lettura mi offre lo spunto per un'ipotesi suggestiva circa la politica mediorientale degli USA. Gli USA ebbero la meglio sui Pellerossa, affamandoli letteralmente e spingendoli all'estremo nord, lasciando così via libera ai coloni che dall'Est si spingevano alla conquista dell'Ovest; è accaduto ciò che è sempre accaduto nella storia umana: nuove onde migratorie più forti e aggressive che sostituiscono le etnie destinate a soccombere. Gli USA hanno in Medioriente un alleato sicuro, Israele, a loro omogeneo per cultura e interessi globali. I palestinesi sono tenuti in condizione di minorità, e non possono competere con gli Ebrei più ricchi e tecnologicamente avanzati, che godono anche della protezione dello scudo USA. dove risiede la potente comunità ebraica (5 milioni).
Modena, 26/7/2024