Nella "prateria" americana, ancora una volta, parlano le armi. L'esaltato di turno ha attentato alla vita di Trump, e lo ha fatto con una facilità disarmante, a dispetto dei potenti mezzi di F.B.I. e CIA. Ora gli americani predicano concordia e pace, a cominciare da Trump che, scampato il pericolo, appare più conciliante, a Biden che telefona allo sfidante e afferma che gli USA non sono terra di violenza. Sarà, ma gli Americani ci hanno abituati agli attentati eccellenti, e d'altra parte com'è possibile altrimenti? La società americana è intrisa di violenza, c'è il culto delle armi, il mito del West, le carovane dei coloni verso Ovest, il mito della conquista delle terre, ovviamente sottratte ai nativi. Hanno edificato il loro Paese a danno di altri popoli, popoli letteralmente spazzati via dalla storia. La loro cultura fa sì che nella Costituzione sia riconosciuto a ogni Cittadino il diritto di armarsi e detenere armi. Il ragazzo di 20 anni (a sua volta ucciso) che ha attentato a Trump aveva con se un piccolo arsenale. Pertanto assistiamo alle belle parole e preghiere di tutti per tutti, con la retorica che richiama sempre immagini di lotta e vittoria, e in cui dominano sempre FIRST AMERICA! GREAT AMERICA! GOD BLESS AMERICA! Mi sembra proprio che gli Yankee soffrano di un Ego ipertrofico. Sì, tutti i potenti pensano di avere un rapporto privilegiato con Dio; vedi anche Mussolini che, credendo di essere nelle sue grazie, gli si rivolse con il famoso "Dio stramaledica gli Inglesi!" E che dire del famoso Gott mit Uns! Dei nazisti? Insomma nel corso della storia, gli uomini hanno sempre tirato il loro Dio per la giacchetta. Infine non capisco perché gli americani abbiano ucciso l'attentatore, e non è la prima volta che ciò accade: non è meglio salvare la vita di un colpevole perché fonte di informazioni? Ma i Cow boys hanno anche il grilletto facile.
Modena, 16/7/2024
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