Questo Post narra l'accaduto del 15 u.s. (almeno quanto ricordo)
Nel caldo opprimente decido di pranzare solo soletto in Pizzeria dove fanno storie perché non ho prenotato, ma infine trovano l'angolino dove rincantucciarmi. Sbrigo in fretta questa necessità e ritorno nella cappa arroventata sulla strada semideserta dove, quasi istintivamente, penso al gelato, alla sua promessa di refrigerio e conforto. Pertanto raggiungo la Gelateria K2 in Canalgrande pregustandone i piaceri: voi direte, tutto qui, sei ridotto così male? Devo fare di necessità virtù. Rubando l'immagine a Baudelaire, sono come l'Albatro che le ciurme catturavano e ponevano sulla tolda del bastimento e quello, nato libero, le grandi ali ammainate, volgeva lo sguardo verso l'azzurro ormai vietato. Dunque sono sulla soglia del K2 e mi accingo a varcarla, ma l'ingresso non è trionfale: mi ritrovo lungo disteso sul pavimento senza sapere perché e per come. Ho solo il vago ricordo delle commesse impaurite che esclamano: OH, AH, EH, e poi corrono a sollevarmi e io, chissà perché, penso ancora al gelato, e così mi avvicino al banco e ordino la mia porzione. Le stesse ragazze mi fanno accomodare sotto il Portico, e mentre io centellino il gelato, riordinano lo zainetto inondato dall'acqua fuoriuscita dalla bottiglia: fazzoletti e quotidiani sono inservibili, ma provvedono a procurarne di nuovi. Sono gentilissime, ma penso comunque che l'ingresso, per me fatale, non sia a norme di legge. Chiedo di saldare il conto ma rispondono che il gelato è offerto: pura generosità, o consapevolezza che l'incidente avrebbe potuto costare loro molto di più?
Modena, 20/8/2024
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